Comunicati stampa 2008

26 dicembre 2008
IL TERREMOTO CALABRO-SICULO DEL 1908 NEI DOCUMENTARI RITROVATI E RESTAURATI DALLA CINETECA DEL FRIULI
Proiezioni a Gemona, Galleria della Cineteca, sabato 27 dicembre alle 18.30
La televisione ha mostrato al mondo le immagini del terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976. Quando agli inizi del Novecento – il 28 dicembre 1908 – un evento ancora più distruttivo aveva interessato la Calabria e la Sicilia, il piccolo schermo non esisteva e a documentare la catastrofe fu il cinema. Alcune di quelle antiche riprese sono sopravvissute e la Cineteca del Friuli ne ha curato il restauro in collaborazione con gli archivi presso cui sono state ritrovate.
In occasione del centenario del terremoto calabro-siculo, in contemporanea con le manifestazioni commemorative di Messina e Reggio Calabria, nella Galleria della Cineteca in Piazza Municipio a Gemona, sabato 27 dicembre alle 18.30 saranno proiettati questi rari materiali risalenti al 1909 e 1910.
Il programma (presentato recentemente anche al pubblico delle Giornate del Cinema Muto, dove ha suscitato grande interesse), della durata complessiva di 40 minuti, include due documentari realizzati a pochi giorni dall'evento, Tremblement de terre en Italie (Terremoto in Italia) e Tremblement de terre de Messine (Terremoto di Messina). Il primo filmato ci mostra immagini di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, girate subito dopo la tragedia, con le strade intasate di macerie e i sopravvissuti che si arrangiano come possono; alcuni pregano, altri riprendono lentamente a vivere, mentre i bambini fissano incuriositi la macchina da presa. Il secondo filmato è invece completamente girato a Messina e ci mostra il porto devastato, gli incendi, la ricerca e il recupero delle vittime, i primi soccorsi, l'arrivo dei viveri e dei medicinali.
La piccola rassegna, attraverso cui il Friuli unisce l'Italia nella propria memoria, comprende anche due film a soggetto ispirati dalla catastrofe: L'orfanella di Messina, un melodramma Ambrosio del 1909, e una comica Cines del 1910 che prende spunto dalla paura sismica dell'epoca, Cocò e il terremoto. Il programma si conclude con un titolo beneaugurante, Messina che risorge, realizzato dalla Cines nel 1910, a 18 mesi dal sisma, in cui si vedono le demolizioni degli edifici pericolanti e le nuove costruzioni, le baraccopoli e la chiesa di legno, il ritorno alla normalità con il lavoro nei campi, nei negozi e sul porto.

 

4 dicembre 2008
SU RAI SPORT SABATO 6 DICEMBRE IL DOCUMENTARIO "BOTTECCHIA, L’ULTIMA PEDALATA" DI GLORIA DE ANTONI

Nuova intervista al nipote del ciclista su Il Venerdì del 5 dicembre
Girato tra Friuli e Veneto nel luglio 2007, in occasione dell’80° anniversario della morte di Ottavio Bottecchia, il documentario di Gloria De Antoni Bottecchia, l’ultima pedalata, prodotto dalla Cineteca del Friuli e ora disponibile anche in DVD, sarà trasmesso sabato 6 dicembre alle 23.30 su Rai Sport Più (digitale terrestre e satellite).
L'interesse suscitato dal lavoro di Gloria De Antoni è la prova di quanto sia ancora vivo, dopo tanti anni, il ricordo e il mito di Bottecchia, primo italiano a vincere il Tour de France e per ben due volte, nel 1924 e nel 1925. Soprattutto, come dimostra lo stesso documentario, la morte prematura di Bottecchia in seguito a una caduta avvenuta durante un allenamento in circostanze mai definitivamente chiarite, rimane un argomento spinoso sul quale si tornerà ancora e sempre a discutere.
Bottecchia, l’ultima pedalata è il risultato di ricerche in archivi, musei, biblioteche e centri di documentazione, ma è principalmente una storia raccontata attraverso tante voci e diversi punti di vista. Tra i testimoni e ricercatori ascoltati, gli autori di libri su Bottecchia Roberto Fagiolo, Paolo Facchinetti e Enrico Spitaleri, il nipote Renato Zarpellon, Sergio Zavoli, Alfredo Martini, fino all’ultracentenario Mattia Bortuzzo, che ricorda di aver visto Bottecchia sulle strade del Tour. Fa da filo conduttore l’intervento del giornalista sportivo Gianni Mura, che con il supporto di fotografie e filmati rievoca e commenta la vicenda umana e le imprese sportive di Ottavio Bottecchia, dalle prime vittorie alle partecipazioni al Tour, fino a quell’ultimo tragico allenamento sulle strade del Friuli.
Anticipa di un giorno il passaggio televisivo l’intervista di Emilio Marrese a Renato Zarpellon pubblicata sul settimanale Il Venerdì. Troppo giovane per averlo conosciuto, ma da sempre interessato al “mistero Bottecchia”, il nipote del campione ha raccolto e fatto tesoro delle dichiarazioni della vedova Caterina Zambon, della figlia Fortunata Vittoria (assieme alla quale assistette, oltre vent’anni fa, alla riesumazione della salma del ciclista) e di altri testimoni diretti.

 

18 novembre 2008
"LE BANDE DI ORZANO
" DI GIORGIO TRENTIN SARÀ PRESENTATO SABATO 22 NOVEMBRE NEL PAESE DOVE FU GIRATO 45 ANNI FA - LE DUE BANDE PER LA PRIMA VOLTA INSIEME
Le bande di Orzano, cortometraggio girato dal regista padovano Giorgio Trentin nel 1963 sul singolare fenomeno dell'attività di due bande musicali nel piccolo borgo di Orzano, in Comune di Remanzacco, sarà presentato a cura della Cineteca del Friuli nel corso di una serata speciale, il 22 novembre alle ore 20.45 all’Auditorium di Remanzacco. Il film, a lungo ritenuto perduto e dopo molte ricerche ritrovato lo scorso anno, documenta l’impegno – e la rivalità – dei due complessi bandistici nei primi anni Sessanta, quando i suonatori si esercitavano nei cortili, nei campi, nelle stalle, nella soffitta della latteria sociale. La proiezione sarà anche l’occasione per un evento che ha dell’eccezionale: per la prima volta la Banda Titolare e la Nuova Banda di Orzano, tuttora attive e presenti in numerose manifestazioni, si esibiranno una dopo l’altra nell’ambito della stessa serata.
Soggetto principale del film è il curioso fenomeno della musica bandistica praticata tanto diffusamente in un paese di soli 650 abitanti, essenzialmente contadini, che negli anni immediatamente successivi alla guerra la elessero a piacevole svago, continuando ad esercitarla – forse proprio grazie allo spirito di rivalità tra le due formazioni – con grande impegno e perseveranza. Ma Trentin, che aveva già al suo attivo altre pellicole di soggetto "friulano" come Claut (1954), Dongje il fogolar (Gemona, 1963) e altre ne avrebbe girate negli anni successivi (Architettura rustica in Carnia, Minatori del Predil, Un got di sgnape, Il Tiepolo a Udine, Tarvisio), ci mostra anche il paese, le sue tradizioni e i suoi riti, gli incontri amorosi, i lavori agricoli. Il paesaggio e le architetture di Orzano dal 1963 a oggi sono profondamente cambiati e dunque Le bande di Orzano ha un valore che va oltre quello musicale e antropologico mostrando, dal vivo e a colori, case, vicoli e cortili che non esistono più o che sono stati modificati.
La pellicola, pervenuta in discreto stato di conservazione a parte le usuali rigature causate dai molti passaggi nei proiettori degli anni Sessanta quando fu presentata nei cinematografi di tutta Italia, è stata digitalizzata dalla Cineteca del Friuli nell'ambito degli accordi tra l’archivio gemonese e la Regione Friuli Venezia Giulia ai sensi della legge per il cinema per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio filmico regionale.

 

17 novembre 2008
VISITA DELLA VI COMMISSIONE PERMANENTE
DEL CONSIGLIO REGIONALE ALL’ARCHIVIO CINEMA E ALLA CINETECA DEL FRIULI
Si è svolta oggi (lunedì 17 novembre) a Gemona la visita della VI Commissione permanente della Regione all’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia e alla Cineteca del Friuli. Erano presenti il presidente Piero Camber, i vicepresidenti Enore Picco e Paolo Menis, il segretario Luigi Cacitti, Enio Agnola, Franco Baritussio, Paride Cargnelutti, Piero Colussi, Sandro Della Mea. Ad accogliere i consiglieri regionali, il sindaco di Gemona Gabriele Marini, oltre naturalmente al direttore della Cineteca Livio Jacob, al vicedirettore Lorenzo Codelli, agli architetti progettisti dell’Archivio Cinema Michele De Mattio e Giuliana Raffin, agli studiosi Carlo Gaberscek e Sergio Germani, a tutto lo staff della Cineteca.
La visita si è resa necessaria per la presa visione del nuovo deposito climatizzato destinato alla conservazione dei fondi filmici regionali, nonché delle problematiche e dei costi da sostenere per l’avvio e la gestione. La struttura, costruita secondo i criteri più all’avanguardia, progetto pilota in Italia ispirato alle più avanzate esperienze in Europa, è stata realizzata grazie a due finanziamenti decennali della regione Friuli Venezia Giulia (per un totale di 1.450.000 euro) e si collega alle nuove funzioni che la Legge Regionale 21 del 2006 sul cinema affida alla Cineteca del Friuli in qualità di polo di riferimento regionale per l’attività cinetecaria. Nelle prossime settimane, appena saranno terminate le operazioni di messa a punto degli impianti, saranno trasferite nel nuovo Archivio, per essere messe in sicurezza, tutte le pellicole della Cineteca del Friuli (circa 8000, acquisite nel corso di trent’anni di attività), dell’ex Servizio di Cineteca Regionale di via Cantù a Trieste, della Cappella Underground di Trieste, di Cinemazero di Pordenone e di altri archivi, sia pubblici che privati. Come ha sottolineato Livio Jacob, la funzione dell’Archivio è anche interregionale poiché lo stesso ospiterà, attraverso apposite convenzioni come quella già sottoscritta dalla Regione Veneto, anche pellicole appartenenti ad enti pubblici e archivi privati di altre parti d’Italia.
La Commissione ha visitato sia gli spazi destinati alla conservazione – a temperatura e umidità costanti – delle pellicole, che gli spazi in parte già attrezzati dove saranno ubicati gli uffici. Conclusa la visita all’archivio, la delegazione regionale ha raggiunto il centro storico per visitare, presso Palazzo Gurisatti, la sede della Cineteca e la sua biblioteca. Qui sono state illustrate più in generale le attività e i progetti della Cineteca e in particolare l’impegno nel recupero e la salvaguardia delle immagini di interesse regionale, dai documenti della Grande Guerra fino agli ultimi film girati in Friuli Venezia Giulia. Si è manifestata nettamente la conferma dell’importanza del ruolo svolto dall’istituzione gemonese, la molteplicità delle sue funzioni e dei servizi rivolti sia al pubblico che alle istituzioni cinematografiche della regione. Si è pertanto confermata la necessità di mettere la Cineteca nelle condizioni di svolgere al meglio questo ruolo completando l’organizzazione strutturale dell’Archivio Cinema incrementando il sostegno della Regione.


3 settembre 2008
INCONTRO CON DANTE SPINOTTI E PROIEZIONE DEL PILOT DI PRISON BREAK Giovedì 4 settembre, ore 20.30, alla Galleria della Cineteca a Gemona
Dopo aver presentato ieri (mercoledì 3) al Visionario di Udine il thriller di Marcel Langenegger Sex List - Omicidio a tre (Deception), di cui ha curato la fotografia, e prima di ripartire per Hollywood, Dante Spinotti saluterà il pubblico friulano giovedì 4 settembre alle 20.30 alla Galleria della Cineteca, in Piazza Municipio a Gemona.
Il mago delle luci e presidente onorario della Cineteca parlerà, oltre che dei suoi ultimi film (il più recente, Flash of Genius, di Marc Abraham, con Greg Kinnear sarà presentato in anteprima nei prossimi giorni al festival di Toronto), del suo interesse e della sua passione per il digitale.
La serata, a ingresso libero, si aprirà con la proiezione del pilot di Prison Break, serial televisivo di grande successo negli Stati Uniti e trasmesso anche in Italia, realizzato da Spinotti per Brett Ratner (il regista con cui ha collaborato di più, insieme a Michael Mann). Saranno mostrati anche altri materiali, sia televisivi che cinematografici, recentemente acquisiti dalla Cineteca per il fondo Spinotti costituito già da qualche anno e che raccoglie quasi tutta la sua produzione cinematografica e gran parte di quella televisiva, nonché i molti documentari realizzati su di lui o sul set dei suoi film. Proprio in questi giorni il fondo si è arricchito di nuovi materiali, pellicole e nastri magnetici utilizzati dal cineasta in varie fasi della sua carriera, compresi alcuni materiali relativi a La Carnia tace, il documentario del 1979 del quale si sta pensando a una riedizione in dvd, dopo quella in vhs di qualche anno fa.
Al ritorno negli Stati Uniti, il primo impegno di Spinotti sarà con la post-produzione di Public Enemies, il film di Machael Mann sul famoso gangster americano John Dillinger (interpretato da Johnny Depp) che già si preannuncia tra i più attesi della prossima stagione.

 

25 luglio 2008
La città dolente di Bonnard, sugli esuli istriani, alla 65a Mostra di Venezia. Il film è stato restaurato dall’Istituto Luce e dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con la Cineteca del Friuli
Alla 65a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nell’ambito della retrospettiva “Questi fantasmi: Cinema italiano ritrovato (1946-1975)” curata da Tatti Sanguineti e Sergio Toffetti, sarà proiettata anche la copia restaurata del film La città dolente (1949) di Mario Bonnard, scritto insieme a Anton Giulio Majano, Aldo De Benedetti e Federico Fellini, appena restaurato dall’Istituto Luce in collaborazione con la Cineteca Nazionale e la Cineteca del Friuli.
“È un progetto che stiamo portando avanti da alcuni anni con Sergio Grmek Germani, un restauro che sollecitiamo da tempo e che si è potuto finalmente realizzare, anche grazie a questa rassegna e all’iniziativa '100 film da salvare', partita sempre da Venezia due anni fa”, ha spiegato il direttore della Cineteca Livio Jacob.
Quello di Bonnard è un film importante, che affronta il difficile tema dell’esodo degli italiani dall’Istria dopo che il trattato di Parigi ha decretato il passaggio di quella terra alla Jugoslavia. La Cineteca è pure impegnata nella raccolta delle testimonianze sulla realizzazione di questo film e a presentarlo, dopo l’anteprima veneziana, su tutto il territorio interessato al tema. Un compito che rientra nel più generale impegno dell’istituzione gemonese alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio cinematografico regionale.
Tema affrontato anche nell’incontro di giovedì (24 luglio) con l’assessore alla Cultura Roberto Molinaro che ha fatto visita alla Cineteca e al nuovo Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia, dove saranno trasferite a breve le collezioni filmiche della Regione. Dimostrando grande interesse per le attività della Cineteca, l’assessore ha sollecitato l’invio in tempi stretti di una relazione che evidenzi i costi dell’avvio e della gestione della nuova sede archivistica.

 

24 luglio 2008
Prima visita al nuovo Archivio Cinema del Friuli Venezia dell’assessore regionale alla cultura Molinaro
L’assessore regionale alla Cultura Roberto Molinaro ha fatto visita questa mattina (giovedì 24 luglio), a Gemona, al nuovo Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia e alla Cineteca del Friuli, accolto dal direttore Livio Jacob, dagli altri membri del direttivo e del comitato scientifico Piera Patat e Sergio G. Germani, dal personale e dai collaboratori della Cineteca.
Si è trattato di una prima visita conoscitiva sollecitata da Jacob, che ha voluto soprattutto illustrare all’assessore le caratteristiche e le potenzialità del deposito climatizzato, in grado di conservare, a temperatura e umidità controllate, fino a cinquantamila pellicole e che accoglierà innanzitutto le collezioni della Cineteca e della Regione. Il trasferimento dei film è previsto per il prossimo autunno-inverno, quando, una volta effettuate le prove tecniche degli impianti di climatizzazione e di approvvigionamento energetico (pannelli fotovoltaici), la nuova struttura potrà entrare a regime. Realizzato dagli architetti pordenonesi Michele De Mattio e Giuliana Raffin, l’archivio è situata nella zona artigianale di Gemona, vicino al greto del fiume Tagliamento, ed è costituito da due grandi parallelepipedi di cemento e vetro uniti da uno scenografico cortile con al centro una grande vasca di acqua e sassi. Con la guida del direttore della Cineteca l’assessore ha visitato le sale destinate alla conservazione delle pellicole, con le scaffalature metalliche installate su rotaie che ne permettono la mobilità, gli uffici e il laboratorio.
L’assessore Molinaro ha dimostrato grande interesse sia per gli aspetti tecnici che per quelli organizzativi dell’attività della Cineteca, sollecitando l’invio in tempi stretti di una relazione che evidenzi i costi dell’avvio e della gestione della nuova sede archivistica.

 

12 giugno 2008
BOTTECCHIA, L’ULTIMA PEDALATA
L’indimenticato campione celebrato con una mostra a Gemona e la proiezione del documentario di Gloria De Antoni a Trasaghis e a Spilimbergo
Il 15 giugno di 81 anni fa si spegneva all’ospedale di Gemona, a soli 33 anni, Ottavio Bottecchia, in seguito all’incidente occorso dodici giorni prima lungo la strada che va da Cornino a Peonis, vicino Trasaghis, durante un allenamento. La Cineteca del Friuli celebra con una mostra e due proiezioni l’indimenticato campione, primo italiano a vincere il Tour de France, nel 1924 e di nuovo nel 1925. La mostra, che si inaugura sabato 14 giugno alle 18.30 alla Galleria della Cineteca (in piazza Municipio 3 a Gemona) espone i materiali della collezione “La leggenda di Ottavio Bottecchia” di Renato Bulfon. Da almeno vent'anni collezionista di tutto ciò che riguarda il ciclismo, il morteglianese Bulfon ha coltivato per Bottecchia un interesse particolare alimentato non solo dall'entusiasmo per le sue imprese sportive ma anche dalla curiosità intorno alle cause di una morte per molti versi misteriosa e tuttora fonte di animate controversie. I materiali in esposizione includono fotografie originali e cartoline del periodo dei grandi successi, tra il 1923 e il 1926, settimanali dell'epoca come La domenica sportiva ma anche riviste francesi, La Gazzetta dello sport e altri quotidiani di oltre otto decenni fa, volumetti e libri dedicati a Bottecchia e una copia esatta della sua bicicletta. Questa mostra, di taglio più sportivo che cinematografico, un po’ insolita per lo spazio espositivo della Cineteca, rappresenta in realtà il coronamento di un progetto partito qualche anno fa e concretizzatosi con la realizzazione del documentario Bottecchia, l'ultima pedalata (2008), firmato da Gloria De Antoni con la partecipazione straordinaria di Gianni Mura e prodotto dalla Cineteca, che sarà proiettato negli orari di apertura della mostra.
Nel corso di due serate speciali, a Trasaghis e a Spilimbergo, Bottecchia, l'ultima pedalata sarà presentato al pubblico alla presenza dell'autrice. La prima proiezione, a cura del Comune di Trasaghis, è fissata per domenica 15 presso la sala consiliare di Trasaghis, alle 20.30. La seconda, a cura dell'associazione culturale Il Circolo, avrà luogo venerdì 27 giugno alle ore 21 al Cinema Miotto a Spilimbergo, paese d'origine di Gloria De Antoni.
Ingresso libero sia per le proiezioni che per la mostra, che sarà aperta solo nei giorni festivi, fino al 28 settembre, con il seguente orario: 10.30-13/17-20.

 

6 giugno 2008
CINEMA SOTTO LE STELLE A GEMONA, TRASAGHIS, ARTEGNA E BORDANO
21 appuntamenti dal 13 giugno al 21 agosto
Riprende nell'Anfiteatro di via Dante a Gemona, venerdì 13 agosto, in coincidenza con la festa di Sant'Antonio, patrono della città, la rassegna estiva di cinema all'aperto curata dalla Cineteca del Friuli in collaborazione con il CEC di Udine, con le amministrazioni comunali di Gemona, Trasaghis, Artegna e Bordano, con la Pro Glemona e la Pro Artegna. Come da tradizione, si inaugura con un film di animazione, Bee Movie della Dreamworks Animation, il cui tema è purtroppo reso d'attualità dalla moria delle api causata dai pesticidi. Al termine della proiezione, lo spettacolo pirotecnico per la festa del patrono.
Seguiranno altri venti appuntamenti, tra Gemona (il mercoledì), Trasaghis e le sue frazioni (il venerdì), Artegna e Bordano, dove la rassegna si concluderà il 21 agosto. Fra i titoli in programma segnaliamo altri tre lungometraggi animati: il premio Oscar Ratatouille della Disney; Ortone e il mondo dei Chi della Fox, con un divertito Christian De Sica che dà la voce all'eponimo elefantino; e il francese Persepolis, acclamato Gran Premio della Giuria a Cannes 2007, trasposizione per lo schermo del primo graphic novel iraniano. Non mancheranno alcuni dei capolavori che hanno contrassegnato l'ultima stagione cinematografica, come Across the Universe di Julie Taymor e Onora il padre e la madre di Sidney Lumet, né i film girati in Friuli, che aumentano di anno in anno: da Riparo di Marco Simon Puccioni, ad Amore, Bugie e calcetto di Luca Lucini, a La ragazza del Lago di Andrea Molaioli, trionfatore ai David di Donatello 2008. Molte le altre pellicole italiane in programma, tra cui il fortunato Non pensarci di Gianni Zanasi, con Valerio Mastandrea e Giuseppe Battiston in stato di grazia, Tutta la vita davanti di Paolo Virzì, sul dramma del precariato giovanile letto in chiave ironica e grottesca, Giorni e nuvole di Soldini, con il disoccupato Antonio Albanese, tutti testimoni – prima ancora dell’exploit di Garrone e Sorrentino all’ultimo festival di Cannes – di un’annata decisamente buona per il nostro cinema. Segnaliamo infine la serata speciale del 9 agosto a Gemona dedicata al trash di culto con Ultimo tango a Zagarol (pare sia tra i film preferiti di Roberto De Niro...) di Nando Cicero, con l’indimenticabile Franco Franchi.
Tutte le proiezioni sono a ingresso libero. Se qualcuna dovesse saltare causa maltempo sarà, nei limiti del possibile, recuperata. Il programma completo con le recensioni dei film insieme alle ultime novità (libri e dvd) disponibili in Cineteca nel nuovo numero del notiziario Il raggio verde.

 

15 maggio 2008
GLI SCRITTI DI ERMACORA E IL DOCUMENTARIO LA SENTINELLA DELLA PATRIA RIUNITI NELL’OPERAIL FRIULI DI CHINO ERMACORA
La presentazione a Tarcento il 17 maggio
Tarcento rende onore al suo illustre cittadino Chino Ermacora con una nuova pubblicazione edita dalla Pro Tarcento, Il Friuli di Chino Ermacora, un’antologia di scritti dell’insigne autore e giornalista arricchita dai disegni di Tonino Cragnolini e dal dvd del documentario La sentinella della patria nella versione restaurata da Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi per la Cineteca del Friuli e Cinemazero di Pordenone.
L’opera, realizzata grazie al contributo della Presidenza del Consiglio Regionale, della Fondazione CRUP, della Società Filologica Friulana, dell’Ente Friuli nel Mondo e alla sponsorizzazione della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, sarà presentata al pubblico sabato 17 maggio alle 10.30 presso l’Auditorium della Scuola Media “A. Angeli” di Tarcento.
L’intento principale dell’antologia, curata da Gianfranco Ellero, è di consentire alle nuove generazioni la conoscenza diretta almeno di alcune delle ormai introvabili opere di Ermacora. La sentinella della patria, da lui girato nel 1927 e per  molto tempo considerato perduto, era stato pubblicato undici anni fa in vhs dopo il miracoloso ritrovamento di materiali che ne hanno consentito la ricostruzione. Ora risorge a nuova vita grazie al dvd, che oltre a far meglio apprezzare la colonna sonora di Glauco Venier mette in risalto la qualità del restauro, realizzato a partire da materiali di formato e condizioni diverse che tuttavia riescono a fondersi in un avvincente ritratto del Friuli del primo dopoguerra che lo stesso autore aveva così definito: “C’è tutta l’anima nostra, fatta di ricordi e di malinconia, ma – al tempo stesso – fremente di vita e di promesse”.
La presentazione del volume da parte di Gianfranco Ellero sarà accompagnata dalla lettura di alcune pagine dagli scritti di Ermacora, mentre il direttore della Cineteca del Friuli, Livio Jacob, introdurrà la proiezione del documentario. In quella che sarà una vera e propria festa in onore di Ermacora, si esibirà in un saggio di danze popolari anche il Gruppo Folcloristico “Chino Ermacora” diretto da Massimo Boldi.

 

8 aprile 2008
LE GIORNATE DEL CINEMA MUTO E LA CINETECA DEL FRIULI RICORDANO LO STORICO DEL CINEMA VITTORIO MARTINELLI
Vittorio Martinelli non c’è più. Il suo "cuor d'oro" lo ha tradito nella notte, all’ospedale di Bologna dov’era entrato poche ore prima per accertamenti. “La morte di Vittorio è una perdita immensa per la comunità degli storici del cinema e per le Giornate del Cinema Muto in particolare”, è stato il primo commento del direttore David Robinson. “Era una di quelle persone che nessuno, veramente nessuno, potrà rimpiazzare. A noi che abbiamo avuto la fortuna di godere della sua amicizia e dei suoi consigli per tanto tempo, mancherà moltissimo.”
Per le Giornate (che ha frequentato ininterrottamente dalla prima edizione del 1982 a quella del 2007) ha curato rassegne, con relativo libro, su Genina (assieme a Sergio Grmek Germani) e su Roberto Roberti (assieme a Aldo Bernardini), e nel corso degli anni sono stati pubblicati in Griffithiana suoi articoli sul cinema tedesco, su D'Annunzio, sulle dive del cinema italiano e su Giovanni Vitrotti. Nel 1988 ha intervistato - sempre per Griffithiana - Vera Vergani, attrice del muto per registi come Augusto Genina, Roberto Roberti e Mario Caserini, originaria di Cividale e madre di Leo e Vera Pescarolo (entrambi coinvolti nell'avventura produttiva degli Ultimi di Turoldo e Pandolfi).
Con Mario Quargnolo, Martinelli ha scritto Maciste & Co (1981), il primo libro pubblicato dalla Cineteca del Friuli, per la quale ha poi curato la trilogia Cuor d'oro e muscoli d'acciaio, il cinema francese degli anni Venti e la critica italiana (2000); Dal dott. Calligari a Lola-Lola, il cinema tedesco degli anni Venti e la critica italiana (2001) e il monumentale L'eterna invasione, il cinema americano degli anni Venti e la critica italiana (2002).
Fondamentale è stata la sua opera filmografica sul cinema muto italiano firmata con Bernardini per le Edizioni Bianco & Nero del Centro Sperimentale di Cinematografia. Particolarmente ricchi, anche dal punto di vista iconografico, i volumi sulla Titanus e su Leda Gys. Altrettanto importanti le ricerche e i ritrovamenti nelle cineteche di tutto il mondo, di film perduti, non solo italiani e successivamente restaurati dalla Cineteca di Bologna e presentati al Cinema Ritrovato, alle Giornate e in altri festival.
Per il suo enorme contributo alla storia del cinema, nel 1992 le Giornate gli avevano assegnato, insieme ad Aldo Bernardini, il Premio Jean Mitry.
Risale a poche settimane fa l’ultima proposta di Martinelli alle Giornate (a cui rimproverava, benevolmente, di non occuparsi a sufficienza del cinema italiano), arrivata via lettera al presidente Livio Jacob: riproporre alcuni film muti italiani restaurati e disponibili nelle cineteche di Montevideo, Losanna, Praga, Città del Messico, Madrid, e non più esistenti nel nostro paese. I titoli: Marthù che ha visto il diavolo di Mario Almirante, La fanciulla di Rimini di Mario Volpe, Frate Francesco di Giulio Antamoro, Un dramma in wagon-lit con Luciano Albertini, Il figlio di Madame Sans-Gene di Baldassarre Negroni con Hesperia, La fanciulla, il poeta e la laguna di Carmine Gallone e alcune pellicole con "l'adorata Pina Menichelli" presenti nella Filmoteca Española. E saranno proprio questi i film con i quali le Giornate del Cinema Muto onoreranno il prossimo ottobre il lavoro di Martinelli.

Amici assenti

Comunicato della Cineteca di Bologna
CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI VITTORIO MARTINELLI
La notte tra il 7 e l'8 aprile è scomparso a Bologna Vittorio Martinelli. La sua morte lascia un vuoto immenso tra quanti hanno conosciuto la sua personalità brillante di studioso e di uomo. Il suo modo mai convenzionale di guardare il cinema, la sua capacità di scoprire rarità negli archivi, la sua stupefacente conoscenza della settima arte ne hanno fatto uno storico conosciuto e ammirato nel mondo. Il Cinema Ritrovato, la comunità degli archivisti e degli storici del cinema, La Cineteca di Bologna si stringono ai suoi cari consapevoli che il suo insegnamento continuerà - a lungo - a produrre frutti.
Vittorio Martinelli (Napoli, 1926 – Bologna, 2008)   Storico del cinema, è stato coautore con Aldo Bernardini della filmografia del cinema muto italiano (21 volumi). Da solo o in collaborazione con altri è l’autore di numerose monografie su registi (Genina, Gallone, Guazzoni, Roberti), attrici (Bertini, Menichelli, Borelli, Jacobini, Leda Gys) e di un volume sulle “dive del silenzio”, oltreché di numerosi saggi e contributi apparsi sulle riviste specializzate di cinema. È stato inoltre estensore di studi filmografici sulla cinematografia americana (L’eterna invasione), tedesca (Dal dott. Calligari a Lola-Lola), francese (Cuor d’oro e muscoli d’acciaio), austriaca (Lucy Doraine alla conquista dell’Italia), inglese (Una frequentazione rarefatta). La sua ultima fatica in collaborazione con la Cineteca di Bologna (Za la mort, 2007) è un ritratto di Emilio Ghione.
Per il progetto Lumière ha ispezionato le cineteche europee, sudamericane, del Messico e della Russia contribuendo al recupero di centinaia di film del passato, restituendoli al patrimonio culturale dei paesi d’origine. (8 aprile 2008)

5 aprile 2008
UNA NUOVA CASA PER LE PELLICOLE NELLA “REGIONE DI CINEMA” FRIULI VENEZIA GIULIA
Un passo fondamentale per la conservazione del patrimonio cinematografico si è compiuto con la costruzione a Gemona (Udine) dell’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia, il nuovo deposito climatizzato della Cineteca del Friuli, realizzato grazie a un finanziamento regionale di 1 milione e 450 mila euro. Questa moderna casa delle pellicole ne può custodire – a temperatura e umidità controllate – fino a cinquantamila e oltre alle collezioni della Cineteca e della Regione potrà ospitare i film appartenenti ad archivi pubblici e privati che non dispongono di un luogo dove preservarli per le generazioni future.
Alla cerimonia inaugurale, il 29 marzo, erano presenti centinaia di persone, i rappresentanti delle cineteche italiane di Roma, Milano, Torino, Bologna e Cagliari, degli archivi nazionali di Austria, Slovenia, Serbia, Romania, Ungheria e Macedonia e delle associazioni cinematografiche locali. A tagliare il nastro, insieme a Piera Patat e Livio Jacob, che trent’anni fa hanno dato vita alla Cineteca del Friuli, e ai loro collaboratori, c’erano il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy, l’assessore alla cultura Roberto Antonaz, il consigliere Piero Colussi, primo firmatario della recente legge regionale sul cinema, e il Sindaco di Gemona Gabriele Marini.
Gli architetti autori del progetto, Michele De Mattio e Giuliana Raffin, che per le caratteristiche tecniche si sono avvalsi della consulenza di alcuni tra i maggiori esperti nella conservazione dei film come Paolo Cherchi Usai e David Francis, non hanno trascurato l’aspetto estetico (elementi verticali verde-azzurro che riflettono la luce e si accordano con l’ambiente circostante, il portone d’ingresso color arancio in omaggio a Michelangelo Antonioni, la bella corte interna con vasca centrale) né quello ecologico. Grazie infatti al sistema di riscaldamento geotermico e ai pannelli fotovoltaici, l’impatto ambientale della nuova struttura sarà praticamente nullo.
Appena trascorsi i tempi tecnici necessari per la messa a punto, saranno trasferite qui tutte le collezioni della Cineteca del Friuli: circa novemila film su pellicola 35mm e 16mm, 50% di finzione e 50% cinegiornali e documentari, più un migliaio di copie di piccoli formati come il 17,5mm, il 9,5mm, l’8mm e il Super8. Un saggio di questi materiali è consultabile su Internet, sul sito collegato dell’Istituto Luce, all’indirizzo http://cinetecadelfriuli.archivioluce.com/archivioluce/cinetecadelfriuli/


28 marzo 2008

TAGLIO DEL NASTRO PER IL NUOVO ARCHIVIO CINEMA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA - LA CERIMONIA INAUGURALE SABATO 29 MARZO ALLE 15.30
Sabato 29 marzo alle 15.30, in via dell’Artigiano 11 a Gemona, la Cineteca del Friuli inaugura il nuovo deposito climatizzato, l’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia, alla presenza dei rappresentanti delle cineteche italiane, degli archivi nazionali dei paesi europei più vicini e delle associazioni che operano in campo cinematografico. Per la Regione, che ha finanziato il deposito con due contributi per complessivi di 1 milione e 450 mila Euro, ci saranno il presidente Riccardo Illy e l’assessore alla cultura Roberto Antonaz, oltre ai consiglieri Virgilio Disetti e Piero Colussi (quest’ultimo promotore della nuova legge regionale sul cinema). Saranno presenti anche il Sindaco di Gemona Gabriele Marini, il vicesindaco Mariolina Patat e il presidente della Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale Ivo Del Negro.
La nuova struttura – cui hanno dato forma gli architetti pordenonesi Michele De Mattio e Giuliana Raffin e per la quale sono stati consultati alcuni tra i maggiori esperti nella conservazione come Paolo Cherchi Usai e David Francis – può contenere e conservare nelle migliori condizioni fino a cinquantamila pellicole e ospiterà, oltre al patrimonio della Cineteca e della Regione, anche film appartenenti ad archivi pubblici e privati che attualmente non dispongono di un luogo dove mantenerli in sicurezza. Sono già in corso contatti e trattative in questo senso tra il direttore Livio Jacob e numerose istituzioni.
Tappa fondamentale nella storia trentennale della Cineteca del Friuli, l’Archivio Cinema rappresenta soprattutto un grande passo avanti per la salvaguardia e la valorizzazione delle immagini cinematografiche, finalmente considerate a pieno titolo parte integrante del patrimonio culturale di un territorio, in linea con la “Carta dei diritti dei film” dell’Unesco. È anche un esempio virtuoso di costruzione eco-compatibile, essendo dotato di un sistema di riscaldamento geotermico e di pannelli fotovoltaici che garantiscono il massimo dell’efficienza energetica e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. L’impianto fotovoltaico è formato da 140mq di pannelli monocristallini per una potenza complessiva di 20KW in grado di produrre circa 25.000 kwh equivalenti a 15.204 Kg/anno di emissioni di CO2 evitate o 5,2 TEP/anno (Tonnellate Equivalenti di Petrolio).
Oltre alla cerimonia inaugurale, il programma di sabato prevede la proiezione, alle ore 20 al Cinema Sociale di Gemona, dell’unico film a soggetto che si conosca girato tra le macerie del terremoto del Friuli, il cortometraggio Perché del cineasta veneziano Enrico Mengotti, realizzato a Gemona nel 1976 a poche settimane dalle scosse di settembre, nell’area compresa tra il duomo, Palazzo Gurisatti (oggi sede della Cineteca del Friuli) e il vecchio ospedale. A presentare al pubblico questo documento di straordinario interesse da poco riscoperto, insieme all’autore ci sarà lo storico Carlo Gaberscek.

27 marzo 2008
RARITA’ CINEMATOGRAFICHE IN ATTESA DELL’INAUGURAZIONE DEL NUOVO ARCHIVIO CINEMA
Venerdì 28 dalle ore 15.30 al Visionario di Udine
I festeggiamenti per l’apertura a Gemona del nuovo Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia, in programma sabato 29 alle 15.30, cominciano già venerdì 28 marzo con l’arrivo a Udine dei delegati delle cineteche italiane e straniere. Saranno soprattutto queste ultime al centro dell’attenzione nel pomeriggio di proiezioni organizzate dalla Cineteca del Friuli al Visionario di Udine,a partire dalle 15.30. Le cineteche di Slovenia, Serbia, Romania, Ungheria e Macedonia presenteranno infatti rari documentari di varie epoche (dagli anni ‘10 agli anni ‘40) sulla storia, la cultura e il paesaggio dei rispettivi paesi. Vedremo in particolare un prezioso filmato del 1937, prima dunque della seconda guerra mondiale, sulle tradizioni e le bellezze della Romania; visioni di Bucarest, Budapest e delle più belle città della Serbia; le prime testimonianze filmate dei fratelli Manaki, i Lumière macedoni; e diversi materiali degli anni ’40, immediatamente precedenti o seguenti il conflitto, provenienti dalla Cineteca di Lubiana.
Alle 17.30 seguirà il film turkmeno La notte del toro giallo (1996) di Murad Aliev, storia di Serdar, un bambino la cui infanzia viene sconvolta dal terribile terremoto che nel 1948 ha raso al suolo la capitale Ashgabat uccidendo oltre 110 mila persone. La copia del film, censurato nel paese d’origine (fu lo stesso presidente Niazov, da poco scomparso, a vietarlo dopo averlo visto privatamente) e il cui negativo è andato verosimilmente distrutto, è probabilmente l’unica esistente. Marina Mottin, curatrice nel 2004 di una rassegna sull’Asia Centrale per il festival di Fribourg (Svizzera), l’aveva ricevuta dal regista e ora l’ha a sua volta donata alla Cineteca del Friuli in occasione dell’apertura del nuovo deposito. Film poetico e coinvolgente, ha per i cinefili il valore aggiunto dell’opera vietata, e sconosciuta al punto che non compare nemmeno nella filmografia del leggendario attore e regista Rolan Bykov, impegnato qui in uno degli ultimi, se non il suo ultimo ruolo cinematografico.
Le proiezioni sono a ingresso libero.


20 marzo 2008
UNA STORIA D’AMORE GIRATA TRA LE MACERIE DEL DUOMO DI GEMONA
Riscoperto dalla Cineteca del Friuli, il cortometraggio Perché di Enrico Mengotti, sarà presentato al Cinema Sociale il 29 marzo alle 20
Il cortometraggio Perché, piccolo gioiello amatoriale in Super8, contenente ampie scene girate a poche settimane dalle scosse di terremoto del settembre 1976 tra il duomo di Gemona, il vicino Palazzo Gurisatti e il vecchio ospedale, è stato recentemente depositato dal suo autore, il cineasta veneziano Enrico Mengotti, presso la Cineteca del Friuli. Se non si può parlare di vero ritrovamento, si tratta comunque di un’importante scoperta che la Cineteca e il Comune di Gemona presenteranno al pubblico sabato 29 marzo alle 20 al Cinema Sociale, nell’ambito del programma per l’inaugurazione del nuovo Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia.
Lo storico Carlo Gaberscek, insieme al regista, introdurrà la proiezione di quello che ai gemonesi e non solo apparirà come un documento straordinario, l’unico film a soggetto che si conosca girato tra le macerie del terremoto del Friuli. Vi si racconta una storia d'amore stroncata dalla tragedia del sisma, nel quale perde la vita la protagonista femminile, interpretata da Franca Vianello. Nei 22 minuti di durata di Perché, la scena più intensa è una sorta di flashback in cui il marito (Lucio Zanverdian), quasi a cercare di vincere sulla morte, rivive una seconda celebrazione del matrimonio con l'amata. L’azione è ambientata tra le rovine del duomo di Gemona, con i due sposi inginocchiati davanti a un altare semidistrutto mentre trascinanti panoramiche verticali sulle pareti squarciate si elevano con la forza di un’implorazione. E grande potenza visiva ha anche la successiva scena, con gli sposi dapprima inquadrati davanti al portale del duomo, poi seguiti dalla cinepresa fino all'ingresso della loro casa: il quattrocentesco Palazzo Gurisatti, che vent'anni dopo sarebbe diventato - ed è tutt'ora - la sede della Cineteca.

13 marzo 2008
SARÀ INAUGURATO IL 29 MARZO L'ARCHIVIO CINEMA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
A poco più di un anno dall'inizio dei lavori la nuova struttura è pressoché pronta a entrare in funzione. Sabato 29, alle ore 15.30, la cerimonia inaugurale e un convegno delle cineteche.
La Cineteca del Friuli e il Friuli Venezia Giulia hanno il nuovo archivio dei film. La struttura, situata nella zona artigianale del Comune di Gemona, è stata ultimata (sono in corso gli ultimi ritocchi) in poco più di un anno dall'inizio dei lavori. L'inaugurazione ufficiale, fissata per il 29 marzo prossimo alle 15.30 , prevede la cerimonia alla presenza delle autorità regionali e due incontri – tra le maggiori cineteche nazionali (Roma, Bologna, Milano, Torino, Gemona, Genova e Cagliari) e con le cineteche dei paesi europei più vicini come Austria, Germania, Slovenia, Croazia, Serbia, ma anche Macedonia, Romania e Ungheria – entrambi volti a rafforzare la collaborazione e gli scambi tra le varie istituzioni.
Realizzato con un contributo decennale della Regione di 1 milione e 200 mila Euro (cui si è aggiunto un ulteriore finanziamento di 250 mila Euro per l'ultimazione dei lavori), il deposito potrà contenere e conservare nelle migliori condizioni cinquantamila pellicole, incluse quelle su supporto particolarmente instabile o facilmente deteriorabile. Oltre a custodire gli attuali ottomila titoli acquisiti in trent'anni di attività dalla Cineteca del Friuli (più di 4000 film di finzione di corto e lungometraggio, in 16mm e 35mm, e 3500 documentari e cinegiornali), l'archivio darà alloggio – come previsto dalla recente legge regionale sul cinema promossa dal consigliere regionale Piero Colussi – a tutti i materiali filmici della Regione precedentemente sistemati nell'ex sede della Cineteca Regionale a Trieste. Attraverso la firma di speciali convenzioni, potrà inoltre ospitare film appartenenti ad archivi pubblici e privati, della regione e delle regioni limitrofe, che non dispongono di un luogo dove mantenerli in sicurezza. Dopo l'accordo sottoscritto da tempo con la Regione Veneto, in base al quale sono già stati trasferiti circa duecento titoli appartenenti alla Mediateca di Mestre-Venezia, sono in corso contatti e trattative con altre istituzioni.
Si tratta dunque di un passo avanti estremamente importante per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio cinematografico, di quello regionale in particolare ma non solo. “Strutture di questo tipo non nascono tutti i giorni” precisa il direttore della Cineteca Livio Jacob, ”in Italia ve ne sono solo un paio di simili e siamo all'avanguardia anche in Europa. Per noi, che siamo impegnati sul campo da un trentennio, è una delle tappe fondamentali della nostra storia, dopo la nascita delle Giornate del Cinema Muto e l'ingresso nella FIAF, la Federazione Internazionale degli Archivi dei Film.” Per la Cineteca si tratta di un traguardo e allo stesso tempo di un nuovo inizio e di un ulteriore impegno, anche in ragione della funzione di “polo di riferimento regionale per le attività di ricerca, raccolta, catalogazione, studio, conservazione, valorizzazione e deposito legale del patrimonio filmico e audiovisivo del Friuli Venezia e Giulia” che le è stata riconosciuta e affidata dalla legge regionale sul cinema.
Motivo di orgoglio sono anche il progetto del nuovo deposito, realizzato dagli architetti pordenonesi Michele De Mattio e Giuliana Raffin, a cui hanno partecipato in qualità di consulenti alcuni tra i maggiori esperti al mondo in materia di conservazione quali Paolo Cherchi Usai e David Francis, e l'eco-compatibilità della struttura, dotata di un sistema di riscaldamento geotermico e di pannelli fotovoltaici.

 

18 gennaio 2008
L’AMÔR... UNE VOLTE
STORIE D’AMORE E DI VITA NEL FRIULI DI UN TEMPO
Il documentario di Michele Federico sarà trasmesso dalla Rai regionale, domenica 20 gennaio, ore 9.50
Il documentario L'amôr... une volte (2006), realizzato dal giovane cineasta di Rive D’Arcano Michele Federico a partire da un’idea di Luigi Stefanutti, e prodotto dalla Comunità Montana del Gemonese in collaborazione con la Cineteca del Friuli, sarà trasmesso su Rai Tre, all’interno della programmazione della Rai del Friuli Venezia Giulia, domenica 20 gennaio alle ore 9.50.
Attraverso una serie di video-interviste agli anziani del territorio dell’Alto Friuli invitati a raccontare le loro esperienze personali – dall’innamoramento al corteggiamento, al matrimonio e alla vita coniugale – si descrive l’amore di un tempo, dando conto della profonda trasformazione antropologica che si è compiuta, nell’arco di pochi decenni, nel passaggio dalla tradizionale civiltà contadina al Friuli moderno. Se infatti sentimenti ed emozioni sono immutati, comparando il vissuto narrato dagli intervistati con il proprio, lo spettatore di oggi può rendersi conto di quanto siano fortemente cambiati i codici di comportamento dettati dal modello culturale di riferimento.
L'amôr... une volte è il primo passo verso la creazione di un ”Archivio della memoria”, progetto ambizioso che si propone di costruire, assumendo le testimonianze dirette, le storie di vita, come strumento conoscitivo privilegiato, una memoria del passato che non sia solo “reperto” ma elemento palpitante in grado di riaprire un varco comunicativo fra generazioni diverse, tra il Friuli di ieri, di oggi e di domani.

17 gennaio 2008
BOTTECCHIA, L’ULTIMA PEDALATA di Gloria De Antoni
Anteprima al Trieste Film Festival venerdì 18 gennaio. Proiezioni a Pordenone il 21, con Gianni Mura, e il 22 a Udine. In tutte le serate sarà presente l’autrice
Bottecchia, l’ultima pedalata, il nuovo reportage di Gloria De Antoni dedicato all’indimenticato asso del ciclismo, primo italiano ad aggiudicarsi il Tour de France, sarà presentato in anteprima al Trieste Film Festival venerdì 18 gennaio, alle ore 20, al Cinema Ariston. Lunedì 21 gennaio alle ore 21, il film sarà a Cinemazero a Pordenone,e martedì 22 sempre alle ore 21 al Visionario di Udine. Sarà l’autrice a introdurre tutte le proiezioni affiancata, nell’appuntamento pordenonese, da Gianni Mura. Nel suo intervento, filo conduttore del documentario, il giornalista sportivo di Repubblica rievoca e commenta la straordinaria vicenda umana e la carriera di Ottavio Bottecchia, dalle prime vittorie alle partecipazioni al Tour de France – il secondo posto del 1923, la storica doppia vittoria del ’24 e del ’25, il ritiro del ’26 – fino a quell’ultima pedalata sulla strada tra Cornino e Peonis, vicino Trasaghis, dove venne trovato agonizzante il 3 giugno 1927.
Le ricerche presso archivi, musei, biblioteche, centri di documentazione, il ritorno sui luoghi che hanno segnato la storia di Bottecchia (a partire da San Martino di Colle Umberto, in provincia di Treviso, dove nacque nel 1894, fino a Gemona, dove morì)e soprattutto le molte testimonianze raccolte, aiutano Gloria De Antoni a ricomporre le tessere di una vita intensa e a portare un po’ di chiarezza nella ridda di congetture che nel tempo si sono accavallate sulle cause della morte del campione. Documenti filmati provenienti dalla Cineteca del Friuli, dall’archivio Gaumont Pathé di Neuilly sur Seine e dall’Istituto Luce, rinnovano le emozioni e l’entusiasmo per le imprese sportive e insieme alle canzoni – tutte registrazioni originali degli anni Dieci e Venti – aiutano a ricreare l’atmosfera dell’epoca.
Prodotto in occasione dell’ottantesimo anniversario della scomparsa di Bottecchia dalla Cineteca del Friuli nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Leader Plus, con il sostegno della Fondazione CRUP e della Regione Friuli Venezia Giulia, la collaborazione dei Comuni di Trasaghis e di Colle Umberto, Bottecchia, l’ultima pedalata si avvale, oltre che del prezioso contributo di Gianni Mura, dell’amichevole collaborazione di Oreste De Fornari e Luca Nannini, della consulenza di Roberto Fagiolo, coautore del libro Bottecchia l’inafferrabile, e di Massimo Cigaina per le musiche. Fotografia e montaggio sono di Renzo Carbonera. Tra i ricercatori e i testimoni sentiti, Renato Zarpellon, nipote del campione, Franco Bottecchia, Enrico Spitaleri, Piero Stefanutti, Don Nello Marcuzzi, Vincenzo Salvatorelli, Sergio Zavoli, Paolo Facchinetti, Alfredo Martini, Angela Sovran, Stefano Zozzolotto, Giacomo Bortuzzo e Mattia Bortuzzo, che a 101 anni ricorda di aver visto Bottecchia al Tour de France.

 

 
Archivio Cinema