Comunicati stampa 2004

10 dicembre 2004
VOLTI RUBATI
FOTOGRAFIE DI PAOLO JACOB

Inaugurazione sabato 11 dicembre 2004, ore 18.30, Galleria della Cineteca, Gemona
Mostra aperta fino al 23 gennaio 2005
Nicole Kidman, Michelle Pfeiffer, Penelope Cruz, Gong Li, Sabrina Ferilli, Monica Bellucci, Francesca Neri… Sono alcune delle signore del cinema italiano e internazionale che l’obiettivo di Paolo Jacob ha “catturato” nella confusione e nella mondanità dei festival più importanti (Cannes, Venezia, Berlino, Locarno). Sulla passerella, in sala, in conferenza stampa, negli incontri con il pubblico, lo scatto del fotografo le ha sorprese, distratte o pensierose, quando un’ombra, un guizzo, una smorfia o un sorriso ha attraversato i loro volti: attimi fuggenti che sono diventati - grazie alla cura dell’inquadratura, ai rapporti chiaroscurali del bel bianco e nero - ritratti spesso rivelatori.
Tra le centinaia di foto scattate nel corso di diversi anni ai volti femminili più famosi del cinema, Jacob ne ha selezionate trenta per la mostra Volti rubati, che si inaugura sabato 11 dicembre 2004, alle 18.30, presso la Galleria della Cineteca, in Piazza Municipio 2 a Gemona, e che a partire dal 12 dicembre fino al 23 gennaio 2005 sarà aperta al pubblico, con ingresso libero, tutti i giorni festivi (escluso Natale e Capodanno) con il seguente orario: 10.30-13 / 15.30-19.
Gemonese doc, Paolo Jacob esercita l’arte e il mestiere di fotografo prevalentemente in ambito cinematografico. Non solo come “paparazzo” agli eventi più mondani, ma anche come fotografo ufficiale delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone e del Far East Film Festival di Udine, come fotografo di scena di diversi film girati in Friuli Venezia Giulia, tra cui Occidente di Corso Salani, Territori d’ombra di Paolo Modugno, Apnea di Roberto Dordit (di prossima uscita) e il documentario di Gloria De Antoni su Mario Monicelli e La grande guerra. Sono sue anche le immagini della brochure sull’illuminazione del Castello di Udine ad opera di Dante Spinotti, e quelle – già esposte in diverse occasioni – che documentano i viaggi nei “luoghi della memoria” (Auschwitz, Cracovia, Varsavia, Lublino) organizzati nel 2002, 2003 e 2004 dal CEC di Udine.
Info mostra: 0432 980458.

 

19 giugno 2004
IL FRIULI NEI DOCUMENTARI
Serata di proiezioni a Gemona, Galleria della Cineteca, sabato 19 giugno 2004, ore 21
La Cineteca del Friuli porta in tournée i documentari del proprio archivio. Dopo la presentazione a San Daniele di un mese fa, è ora in programma un incontro a Gemona, e durante l'estate ve ne saranno altri ad Ovaro, Cividale e Udine.
Ad aprire la serata gemonese, sabato 19 giugno alle ore 21, presso la Galleria della Cineteca in Piazza Municipio 2, è un drammatico reportage da Buia, Montenars, Osoppo, Majano e Gemona realizzato per il TG2 da Gianni Minà, Pietro Marrazzo e Edek Osser il 7 e l'8 maggio 1976, a poche ore dal terremoto che devastò gran parte del Friuli. Dal sisma friulano più recente al più antico documentato dal cinema, con un breve filmato sul terremoto del 1928 a Villa Santina. Si tratta delle uniche immagini in movimento che si conoscano su quel disastro, ricavate da riprese su pellicola di un formato oggi dimenticato (il 9.5 mm o Pathé Baby). La copia è stata conservata per alcuni anni dal collezionista di Sacile Mario Modolo e successivamente è stata ceduta alla Cineteca. A seguire, il documentario Il Friuli: 22 minuti realizzati da un gruppo di giovani cineamatori udinesi del CINE-GUF (il cineforum del Gruppo Universitari Fascisti) negli anni dal 1936 al 1942, con vedute di Udine, Tarvisio, Timau, Ovaro, Cavazzo, Castelmonte, Cividale, Villalta, Pinzano, Tricesimo, Aviano, Villa Manin, Aquileia, Torviscosa, Marano e Grado. L'ispirazione viene sicuramente dal documentario La Sentinella della Patria (1928) di Chino Ermacora, cui Il Friuli si rifà per alcune situazioni e per il taglio di certe inquadrature. Girato con pellicola Agfacolor in formato 16 mm, interamente a colori (una rarità in un'epoca in cui, sia per motivi tecnici che economici, prevaleva di gran lunga il bianco e nero), il film fu presentato alla prima ed unica edizione della Mostra del Passo Ridotto organizzata a Udine nel 1942 dal locale GUF, ricevendo il primo premio nella categoria di appartenenza. Dopo la fine della guerra è stato completamente rimontato e molte parti originali sono andate perdute. Il prezioso reperto è stato depositato da Luigi Francescato nell'archivio della Cineteca nel 2003.
Il documentario San Daniele, realizzato da Antonio Seguini e Walter Faglioni nel 1957, su pellicola a 16mm a colori, mancava dalla collezione di Seguini quando, qualche anno fa, il cineamatore udinese decise di donare i suoi film alla Cineteca del Friuli. Da allora è stato oggetto di ricerca finché, pochi mesi fa, Elio Bellina, responsabile dell'ufficio cultura del Comune di Gemona, ha segnalato alla Cineteca il suo ritrovamento. L'ultimo documento in programma è Dietro le spiagge sopra le colline. Completato da Giulio Mauri alla vigilia del terremoto del 6 maggio 1976, rappresenta l'ultima testimonianza filmata di Gemona e Venzone prima della loro distruzione.
La serata è a ingresso libero ma si consiglia la prenotazione telefonando allo 0432 980458 o scrivendo a: cdf@cinetecadelfriuli.org. (14 giugno 2004)

 

Trieste, 19-23 aprile 2004
DANTE SPINOTTI - IL MESTIERE DEL CINEMA
Il famoso direttore della fotografia torna in Friuli e sale in cattedra
Dante Spinotti, origini carniche ma da molti anni di stanza a Hollywood e ormai anche cittadino americano, è in questi giorni a Trieste, in una delle rare pause che il lavoro gli concede (è reduce dalle riprese per After the Sunset di Brett Ratner e sta già preparando il prossimo film, a fianco di Anthony Hopkins alla sua seconda regia). Nel capoluogo regionale, dal 19 al 23 aprile 2004, il famoso direttore della fotografia terrà un laboratorio di tecniche di ripresa video-cinematografica destinato agli studenti del DAMS e curato da Cineteca del Friuli, Associazione Zeroquaranta, Videoest srl e Servizio di Cineteca Regionale per conto della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Trieste. Coordinatore è Luca Giuliani, docente di storia del cinema.
L'incontro di Spinotti con il pubblico è per la giornata inaugurale di lunedì 19 aprile, alle ore 18.30, al Cinema Ariston. Saranno presenti, tra gli altri, il consigliere regionale Piero Colussi, il direttore della Cineteca del Friuli Livio Jacob e Beatrice Fiorentino, presidente della neonata associazione culturale Zeroquaranta. Jacob si soffermerà in particolare sullo stato attuale del Fondo Spinotti, vale a dire l'acquisizione da parte della Cineteca di tutti i lavori del cineasta - a partire dagli sceneggiati e dalle inchieste girate per la Rai tra gli anni '60 e '70 fino agli ultimi lungometraggi - che saranno conservati insieme a documenti, sceneggiature, fotografie e quant'altro. Beatrice Fiorentino parlerà dei progetti di Zeroquaranta, quindi Dante Spinotti, Roberto Nepoti, Luca Giuliani e Cristina Borsatti introdurranno alla visione, che seguirà alle 20.30 dopo un piccolo rinfresco, del film The Insider (1999) di Michael Mann, con Al Pacino e Russell Crowe, che valse a Spinotti la sua seconda nomination all'Oscar. Ricordiamo che Spinotti è tra i pochi italiani, con Storaro, Delli Colli e Di Palma, ad aver lavorato con i grandi nomi del cinema americano - Michael Mann, Curtis Hanson, Peter Bogdanovich, Paul Schrader, Michael Apted, Sam Raimi e molti altri, ottenendo riconoscimenti internazionali come il British Academy Award, il Los Angeles Critics Award oltre a diversi Nastri d'Argento. In Italia ha lavorato con Olmi, Tornatore, Carpi, Cavani e, più recentemente, con Benigni nel Pinocchio.
Gli obiettivi del laboratorio, che si svilupperà in 30 ore e si svolgerà per la maggior parte presso gli studi di registrazione e montaggio della Videoest, sono articolati in tre fasi e prevedono la realizzazione di un cortometraggio in video-digitale. La prima fase è dedicata al riconoscimento dei principali elementi del linguaggio cinematografico attraverso la visione e l'analisi di alcune sequenze tratte dai film girati da Spinotti. Nella seconda fase, le tecniche di messa in scena e di ripresa cinematografica diventano esercitazione pratica sugli elementi emersi dalla visione e dall'analisi: inquadratura, organizzazione dello spazio, movimenti di macchina, impianto luministico. L'ultima fase riguarda il montaggio delle sequenze realizzate, dunque l'articolazione di un racconto per immagini, e permetterà di visualizzare le riflessioni e le esercitazioni svolte.
L'esperienza, una delle poche di questo genere in Italia e realizzata con un professionista di grande fama, rientra in una precisa strategia, fatta propria dal Corso di Laurea in Discipline dello Spettacolo della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Trieste e resa possibile grazie alla collaborazione di istituzioni impegnate nella diffusione della cultura cinematografica e di operatori del settore cine-audiovisivo e multimediale. La parola d'ordine è rafforzare il rapporto fra formazione e professione, fornendo una preparazione tecnico-professionale di livello medio-alto agli studenti, che in seguito potranno spenderla in strutture di produzione audiovisiva e multimediale del territorio regionale. (9 aprile 2004)

 

Gemona, 16 aprile 2004
SERATA PER TINA ALLA CINETECA DEL FRIULI
Presentazione del volume Edward Weston e Tina Modotti in Messico e visione del film Que viva Tina!
Venerdì 16 aprile, ore 20.30, Galleria della Cineteca, Piazza Municipio 2, Gemona
Uno dei più interessanti, approfonditi e originali contributi alla riflessione sul valore dell'arte di Tina Modotti è Edward Weston e Tina Modotti in Messico (2003) di Mariana Figarella, terzo libro sulla fotografa friulana pubblicato da Cinemazero. Ad illustrarlo, venerdì 16 aprile 2004 alle ore 20.30, alla Galleria della Cineteca, in Piazza Municipio 2 a Gemona, saranno Piero Colussi e Gianni Pignat, che insieme a Gianfranco Ellero ne hanno curato l'edizione italiana. Il saggio di Mariana Figarella, studiosa venezuelana scomparsa prematuramente, cala i lavori di Weston e della Modotti nel contesto politico e culturale del Messico post-rivoluzionario. Il dato biografico è stato volutamente tralasciato ed è stata privilegiata la descrizione del clima e del momento storico in cui operavano, non solo i due fotografi, ma tutto l'ambiente artistico ed intellettuale che aveva fatto del Messico la propria patria elettiva. Lo scopo dichiarato dell'autrice è di determinare in quale misura la fotografia - di Weston prima, di Tina poi - entrando in contatto con le idee e le opere di artisti e intellettuali messicani, si trasforma e contribuisce a costruire un immaginario della "cultura nazionale". Ma lo studio è importante soprattutto perché, attraverso un'analisi formale delle immagini, pone in relazione il lavoro di Tina con quello di Weston esaminando, foto dopo foto, l'approccio del maestro e quello dell'allieva: il medesimo soggetto viene ritratto dal primo in modo stilisticamente perfetto, dalla seconda in maniera passionale, privilegiando le persone e i loro stati d'animo.
La serata in Galleria dedicata a Tina Modotti si concluderà con la proiezione di Que viva Tina! di Silvano Castano. Il bel film del regista francese, alla cui realizzazione ha collaborato anche la Cineteca del Friuli, è il frutto di lunghe e puntigliose ricerche. In 52 intensissimi minuti, attraverso interviste con persone che hanno conosciuto Tina, immagini di repertorio, fotografie e spezzoni di film, il documentario ripercorre passo passo e in modo lineare come non mai la multiforme e complessa vicenda umana ed artistica della Modotti. Le molte immagini d'epoca ci portano da Udine a San Francisco (dove Tina raggiunse il padre emigrante), a Hollywood (la Mecca del cinema che la vide protagonista di tre film), e infine a Città del Messico, dove il viaggio della Modotti si interruppe bruscamente, a bordo di un taxi, una notte di gennaio del 1942. Un ulteriore pregio del documentario è di aver restituito a Tina le sue radici friulane, mostrando finalmente la sua città natale e, grazie alla consulenza del musicologo Bruno Rossi, inserendo nella colonna sonora una villotta di fine Ottocento, che probabilmente anche Tina cantava quando, giovanissima, lavorava a Udine come filandera. (9 aprile 2004)

 

20 febbraio 2004
A PRANZO CON JACQUELINE KENNEDY ONASSIS
Marta Sgubin presenta il suo libro di ricette e ricordi nell’ambito della mostra “John F. Kennedy e il cinema”
Mercoledì 3 marzo 2004, ore 18, Galleria della Cineteca, Piazza Municipio 2, Gemona
Marta Sgubin - origini friulane ma una vita trascorsa tra Francia e Stati Uniti - sarà a Gemona mercoledì 3 marzo alle ore 18 per presentare, nell’ambito della mostra “John F. Kennedy e il cinema”, il suo libro Cucinando per Madam – Ricette e ricordi dalla casa di Jacqueline Kennedy Onassis, pubblicato in Italia da Campanotto Editore. L’incontro s’inserisce nel contesto dell’esposizione gemonese per la preziosa e pressoché unica testimonianza che Marta Sgubin può portare, avendo condiviso per venticinque anni la quotidianità della vedova e dei figli del presidente americano. Lo stesso volume non si limita a svelare i segreti dei piatti preferiti da Jacqueline, Caroline e John Jr., ma è una raccolta di osservazioni, esperienze e ricordi – corredati da numerose fotografie – dei lunghi anni trascorsi insieme a loro. Come scriveva John Kennedy Jr. nell’affettuosa prefazione, si tratta di “qualcosa di più di un semplice libro di cucina, nel quale Marta ha rivisitato con piacere i momenti famigliari descritti”. La serenità con cui l’autrice fa riaffiorare i ricordi ha anche il merito di distogliere per un momento dalla tragedia toccata in sorte a molti dei Kennedy, incluso John Jr.. Citando Gilberto Ganzer, che cura la nota introduttiva all’edizione italiana, “la sua tavola così apparecchiata ci suggerisce le storie dei convitati e i loro destini, per un attimo redenti dalla rasserenante convivialità”.
Marta Sgubin entrò nella vita dei Kennedy nel 1969, prima come istitutrice di Caroline e John Jr, poi come governante e cuoca, per diventare negli anni amica devota di Jacqueline, ormai signora Onassis. Il suo nome compare in molti dei libri che sono stati scritti sulla vita privata di Jacqueline Kennedy Onassis, come America’s Queen: The Life of Jacqueline Kennedy Onassis di Sarah Bradford, Just Jackie: Her Private Years di Edward Klein, e anche in The Right to Privacy di Caroline Kennedy e Ellen Alderman. Dopo la morte di Jacqueline, Marta Sgubin ha continuato a frequentare i Kennedy e quando anche John Jr. scomparve in un tragico incidente aereo nel 1999, scoprì di essere stata nominata nel suo testamento. Oggi, a New York, fa quasi quotidianamente visita a Caroline e alla sua famiglia, da cui vive poco distante, e in Italia arriverà con un libro che la figlia di John Fitzgerald Kennedy, informata della mostra e della presentazione gemonese, ha voluto autografare con dedica agli organizzatori.
La mostra “John F. Kennedy e il cinema” è visitabile nella Galleria della Cineteca nei giorni festivi sino al 28 marzo 2004 con il seguente orario 10.30-13 / 15.30-19. Per informazioni: 0432 980458.

 

 

 
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