LE GIORNATE DEL CINEMA MUTO
XIX edizione
Sacile, 14-21 ottobre 2000
Programma / Program

 

Presentazione / Introduction

 

 

 

Calendario /Daily schedule

Exhibition - Erich von Stroheim

Comunicati stampa / Press releases

Sezioni / Festival Features

Evento di apertura / Opening Event

Feuillade

Deutsche Avantgarde

Griffith 1910

Mutoscope & Biograph

Georg af Klercker

Méliès

Lumière

Prodigi tecnologici /Technical Marvels

Il mondo nel 1900 / The World in 1900

Walter Lantz (1899-1994)

Animazione nordica / Nordic Animation

Riscoperte comiche / Rediscovered comedies

Proposte dagli archivi / From the archives

Goodnight, silents...

Video shows

Serata finale / Closing Event

   

 

 

 

Le Giornate dell’anno 2000 propongono un programma degno di tale data con centinaia di pellicole girate un secolo fa e mai più viste dopo la loro prima apparizione. Vedremo circa 240 titoli girati dalle filiali europee dell’American Mutoscope and Biograph Company, conservati dal National Film and Television Archive di Londra e dal Nederlands Filmmuseum di Amsterdam, che li hanno trasferiti dal loro formato originario a 68mm su copie a 35mm. A questi vanno aggiunti più di 40 film scoperti dalla Cineteca Italiana e attribuibili, secondo gli Archives du Film du CNC e secondo l’Association Frères Lumière, che hanno collaborato al progetto di restauro, a cameramen o concessionari Lumière operanti in Italia intorno al 1900. Salutiamo anche il secolo che sta per concludersi con un originale programma curato da Luke McKernan e Frank Gray "Il mondo nel 1900" e festeggiando il "duecentesimo" Méliès ritrovato. E c’è, dobbiamo ammetterlo, un centenario mancato. Durante le ricerche condotte per preparare il nostro omaggio all’animatore americano Walter Lantz, ci siamo resi conto di essere incappati in un errore: la sua data di nascita non è il 1900, come generalmente indicato nelle varie opere di consultazione, bensì il 1899, per cui abbiamo dovuto rinominare la rassegna a lui dedicata "Lantz 101".

La produzione dell’American Biograph Company ritorna — ma in una fase successiva rispetto a quella sopra citata — nel Progetto Griffith, la cui quarta parte comprende ben 86 film realizzati dal regista nel 1910.Come di consueto, titoli noti si affiancano a film quasi completamente sconosciuti e la loro visione, in ordine cronolgico, costituisce un’occasione unica per seguire, nel suo svolgersi, il processo creativo di Griffih, la sua continua esplorazione volta alla scoperta di nuove forme narrative.

Anche Louis Feuillade, cui quest’anno è dedicata la retrospettiva principale, fu un maestro della narrazione. Come Griffith, fu straordinariamente prolifico. Egli stesso dichiarò di aver girato un migliaio di film in diciotto anni d’attività, e almeno 600 di questi sono giunti fino a noi. In una sola settimana non possiamo che presentare una selezione del suo lavoro, crediamo tuttavia che i materiali prescelti riescano a dare la misura della sua maestria narrativa, della sua abilità di regista e scenografo, del suo affiatamento con gli attori e della sua capacità di creare personaggi. Mostreremo quattro dei suoi più importanti serial (di cui Fantômas in video, poiché il più recente restauro è per ora soltanto disponibile in questa forma). Ci auguriamo che la presentazione di un serial di Feuillade all’anno, man mano che procedono le ristampe, possa diventare una tradizione delle Giornate. Già quest’anno comunque siamo in grado di proiettare alcuni restauri portati felicemente a termine grazie alla collaborazione fra alcuni archivi (soprattutto il servizio degli Archives du Film du CNC, la Cinémathèque française e il Nederlands Filmmuseum), i discendenti di Feuillade Jacques e Jérôme Champreux, e la stessa casa di produzione Gaumont, esemplarmente impegnata a recuperare la propria eredità storica.

Dopo la panoramica sull’avanguardia americana degli anni Venti, vi proponiamo un’importante rassegna sul cinema tedesco d’avanguardia predisposta da Enno Patalas al fine di mettere in luce gli stretti rapporti che dopo la prima guerra mondiale — in un periodo ricco di fermenti culturali, politici e sociali — sono intercorsi tra i cineasti e gli artisti progressisti di altre discipline.

L’evento di apertura è una diretta continuazione dell’evento di chiusura dello scorso anno, un’altra brillante e troppo poco conosciuta commedia di Harold Lloyd, Speedy, con una nuova e (per i musicisti) tecnicamente assai impegnativa partitura di Carl Davis. La serata finale è invece affidata a Berlino, sinfonia di una grande città e Opus 1 accompagnati dalla musica originale scritta rispettivamente da Edmund Meisel e da Max Butting; dirigerà Mark Andreas.

Il numero complessivo dei film presentati è di circa 500 ed include altri gioielli (i disegni animati nordici, appendice del programma dello scorso anno; le comiche riscoperte; un western ritrovato di Buck Jones). Nonostante alcuni di questi durino meno di un minuto, gli ospiti del Festival di Sacile dovranno comunque affrontare una lunga maratona. I dodici giovani selezionati per il secondo Collegium Sacilensis saranno con ogni probabilità coloro che dovranno impegnarsi maggiormente; sulla base dell’esperienza, ancora sperimentale, dello scorso anno, abbiamo ideato un programma di studi finalizzato anche alla realizzazione di una pubblicazione collettiva su alcuni aspetti della salvaguardia del patrimonio cinematografico emersi durante le Giornate.

Infine vorremmo esprimere la nostra più profonda riconoscenza a tutti quegli archivi che, grandi o piccoli, pubblici o privati, rendono possibile con la loro collaborazione e illimitata generosità questa manifestazione. Non potremmo esistere senza di loro, e la nostra gratitudine non potrà mai essere sufficiente.

– David Robinson, Livio Jacob

 

 

The Giornate of the year 2000 is fortunate in being able to offer an appropriate and remarkable millennial presentation — literally hundreds of films made a century ago, and unseen by anyone since their first appearance. Some 240 films shot by the European branches of the American Mutoscope and Biograph Company and preserved in the National Film and Television Archive in London and the Nederlands Filmmuseum in Amsterdam have been transferred from their original 68mm format to 35mm. To these we can add more than 40 films discovered by the Cineteca Italiana and confidently believed by the Archives du Film du CNC and the Association Frères Lumière, who have collaborated on the restoration project, to have been shot by Lumière cameramen or concessionaires in Italy around 1900. The centennial theme is further pursued in the "Méliès 200" programme and in Luke McKernan and Frank Gray’s ingenious presentation "The World in 1900". There was, admittedly, a slight setback to our centennials — research in preparation for a tribute to mark the centenary of the inspired American animator Walter Lantz inconveniently revealed a persistent error in the reference books: he was actually born in 1899, so that we are obliged to restyle our programme "Lantz 101".

Later triumphs of the original American Biograph Company are celebrated, again, in the Griffith Project. This year’s fourth instalment comprises an astonishing 86 films made by Griffith in the twelve months of 1910. As in the previous presentations of the project, the familiar titles figure alongside almost completely unknown films; and the complete and chronological viewing of this body of work gives an extraordinary insight into the creative development of Griffith, his relentless exploration, experiment and discovery of new narrative resources.

Griffith and Louis Feuillade, the subject of this year’s principal retrospective, had in common a genius for storytelling. Both were phenomenally prolific. Feuillade himself claimed to have made one thousand films in the 18 years of his film-making activity, and something like 600 of these survive. In the space of a week, then, we can only hope to present a sampling of his achievement; but we think this programme gives a fair idea of his mastery of narrative, of mise-en-scène, of pictorial composition; his sympathy with actors and his acute perception of character. We are showing four of his great serials (Fantômas on video, since the most advanced restoration is at present only available in this form). As restoration of the heritage progresses, we hope that an annual Feuillade serial may become a tradition of the Giornate. The Feuillade retrospective offers some fine recent restorations, and the presentation is the result of a particularly happy collaboration between the archives concerned (notably the Archives du Film du CNC, the Cinémathèque Française, and the Nederlands Filmmuseum), Feuillade’s descendants Jacques and Jérôme Champreux, and the original producing company Gaumont, a firm which has an exemplary determination to retrieve its own historic heritage.

Following last year’s survey of the American Avant-Garde of the 1920s, we have a remarkable collection of German Avant-Garde cinema, assembled by Enno Patalas to illuminate the connections between film-makers and the progressive artists in the era of political, social and cultural ferment that followed the First World War.

The opening show is a direct follow-on from last year’s finale performance — another brilliant and too-little-known Harold Lloyd comedy, Speedy, with a (for the musicians) technically challenging new score by Carl Davis. The final evening is dedicated to two films by Walther Ruttmann: Berlin, Symphony of a City and Opus 1. The original scores by Edmund Meisel and Max Butting respectively will be performed live, under the direction of Mark Andreas.

With other incidental treats (Nordic animation as an appendix to last year’s programme; rediscovered comedies; a long-lost Buck Jones western), the number of titles is somewhere in the region of a record 500. Even if some of these are less than a minute long, it still means a lot of hard work for the dedicated Sacile festivalier. The hardest-worked are likely to be the 12 young people selected for the second Collegium Sacilensis. Building on last year’s experimental initiative, we have devised a scheme of study one of whose by-products will be a collaborative publication on aspects of retrieving the film heritage as reflected in the Giornate.

Finally, though they are all listed and acknowledged elsewhere in the catalogue, we would like to reiterate our deep sense of gratitude to all those archives — great and small, public and private — whose collaboration and unstinting generosity alone makes this event possible. We could not exist without them, and our thanks can never be sufficient.

Livio Jacob, David Robinson