Collezione Attilio Cappai

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Attilio Cappai, nato nel 1900 in provincia di Cagliari ma sin da giovane attivo nell'esercizio cinematografico nel Trevigiano con base a Conegliano, è stato uno dei maggiori collezionisti italiani. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1980, la sua preziosa collezione – un migliaio di lungometraggi di ogni epoca e nazionalità, tra cui film in copie uniche altrimenti introvabili – è rimasta invisibile per tre decenni. Nel gennaio 2013 un terzo di questo tesoro (circa 300 lungometraggi, tutti a 35mm comprendenti anche alcuni nitrati d’epoca, e altrettanti trailer, più 82 documentari, tutti corredati di manifesti e materiale pubblicitario), grazie alla figlia Dolores Cappai che li aveva custoditi con amore e rispetto della passione paterna, è stata depositato press l'Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia.

Comunicato stampa

Elenco lungometraggi
Elenco documentari

Dattiloscritto di Ciro Giorgini su Attilio Cappai
(courtesy Sergio M. Germani)

La collezione Cappai da Conegliano a Gemona
Quando le cineteche italiane offrivano ancora pochissimi film ai desideri delle riscoperte cinefile, e tra anni '60 e '70 nascevano in Italia i club-cinema affamati d visioni, fortunatamente c'erano dei collezionisti che per passione avevano salvato molte pellicole dalla distruzione e generosamente consentivano di proiettarle. E prima che delle collezioni si formassero anche per azione dei protagonisti di quell'era cineclubistica, quali Piero Tortolina, Baldo Vallero, Angelo Humouda, Sandro Ambrogio, e prima che La Cineteca del Friuli nascesse sulla scia del terremoto del 1976, uno dei maggiori collezionisti era stato Attilio Cappai, nato nel 1900 in provincia di Cagliari ma sin da giovane attivo nell'esercizio cinematografico nel Trevigiano con base a Conegliano. La collezione Cappai aveva riunito un migliaio di lungometraggi di ogni epoca e nazionalità, tra i quali si nascondevano film preziosi, anche in copie uniche altrimenti introvabili. Ma in coincidenza con la crescente crisi dei club-cinema, giunse nel 1980 la notizia della morte di Attilio Cappai. I nuovi collezionisti e le nuove e cineteche erano allora impreparati a rilevare questa collezione ed essa andò dispersa tra gli eredi e qualche occasionale acquirente di dettaglio. Per più di trent'anni la collezione fu mitizzata (anche in una dichiarazione del recente documentario su Tortolina) ma restò invisibile. Da un mese un terzo di questo tesoro (circa 300 lungometraggi, tutti a 35mm comprendenti anche alcuni nitrati d’epoca, e altrettanti trailer, più 82 documentari, tutti corredati di manifesti e materiale pubblicitario), grazie alla figlia Dolores Cappai che li aveva custoditi con amore e rispetto della passione paterna, è approdata a Gemona nei depositi dell'Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia presso la Cineteca del Friuli, dove è in fase di catalogazione a cura di Elena Beltrami e Alessandro De Zan. Però Sergio M. Germani, che con la collaborazione di Denis Zanette ha portato a termine l'acquisizione, non dispera di potervi aggiungere i due terzi ancora dispersi, e prepara un evento in omaggio a Cappai.
La collezione già ritrovata contiene copie uniche e rare di film italiani: uno degli ultimi film del regista triestino Giacomo Gentilomo Le verdi bandiere di AllahGli amanti del deserto di Goffredo Alessandrini (in coregia con Cerchio, Klimovsky e Vernuccio), così come un altro film a paternità plurima, Nel segno di Roma di Guido Brignone (in coregia con Riccardo Freda e Michelangelo Antonioni!) con Anita Ekberg di cui in periodo Dolce vita c'è anche Apocalisse sul fiume giallo di Merusi, e poi ancora un film disperso delle gloriose produzioni Venturini quale I misteri della giungla nera di Callegari, lo straordinario La nemica di Giorgio Bianchi finalmente visibile a 35mm, Mizar di Francesco De Robertis, Il mantello rosso di Scotese, I cinque dell'Adamello di Mercanti, L'ultima preda del vampiro di Regnoli (nella copia che poté essere proiettata nella retrospettiva Fant'Italia realizzata a Trieste da Lorenzo Codelli e Giuseppe Lippi), e poi bizzarri esempi di mondo-movies e film di montaggio quali Notti nude di Fecchi (con la cantante di culto Mary Di Pietro!), Mosca di giorno e di notte di Gandin, I 10 del Texas di Ferronetti, Destinazione Sanremo di Paolella (con Modugno e Jula De Palma), Canzoni bulli e pupe di Infascelli, senza dimenticare Il segreto delle tre punte di Bragaglia che consentirà alla Cineteca di riunire col già conservato A fil di spada il trittico girato sullo stesso set di La carrozza d'oro di Renoir. E tra i documentari c'è uno Zurlini introvabile, La favola del cappello, uno dei suoi primi cortometraggi.
Ma la collezione, non limitandosi al cinema italiano, riunisce anche molte copie uniche di quelli che ormai si considerano giustamente “gli originali delle versioni italiane dell'epoca d'oro del doppiaggio”: film come il genialmente rititolato Solo chi cade può risorgere di John Cromwell, insieme a due altri film con la magneticamente ambigua Lizabeth Scott, Volto rubato di Fisher e Il gigante di New York di Jacques Tourneur, del quale c'è anche lo straordinario La notte del demonio. E poi Sangaree di Edward Ludwig, Nel regno dei cieli di Duvivier, Prigioni di donne di Cloche, Il decamerone orientale di Wakamatsu, Killico il pilota nero di Haller e Corman, oppure Lo spretato di Joannon, anch'esso con la colonna italiana d'epoca che si riteneva perduta e perciò ridoppiato per i passaggi televisivi e l'edizione in dvd.
L'acquisizione della collezione Attilio Cappai si unisce così ad altre preziose raccolte di cinema italiano già recuperate dalla Cineteca del Friuli, e le consentirà di procedere nella mappa del cinema italiano ancora perduto su cui è costantemente impegnata, realizzando un attivo servizio per studiosi e appassionati, accessibile anche per i festival e le riproposte televisive. (12.2.2013)

 

 

 

 
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