Il fondo Augusto Genina

La Cineteca del Friuli ha costituito un fondo speciale dedicato al regista Augusto Genina (1892-1957), una personalità fondamentale del cinema italiano, ma insufficientemente conosciuta, cui già nel 1989 le Giornate del Cinema Muto avevano dedicato una retrospettiva e un volume, curati da Sergio Grmek Germani e Vittorio Martinelli.

Il nucleo del fondo Genina è costituito da una donazione di Betty Becker, vedova del regista, comprendente una versione della sceneggiatura, da lui scritta con Alberto Savinio, per il progetto non realizzato “San Francesco”, nonché una ricca documentazione fotografica sulla vita e le varie fasi dell'opera del cineasta, diversi manoscritti e la più ampia documentazione di testi critici sui film di Genina, che tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta fu attivo sia in Italia che all'estero. La Cineteca vi può già aggiungere una copia della ricostruzione del film Il corsaro , che potrà essere completata con un frammento successivamente ritrovato, e i restauri 35mm, su materiali acquisiti dalla collezione Attilio Giovannini, dell'unico frammento conservato di Debito d'odio nonché del film che, con la mediazione di Genina, segna l'esordio alla sceneggiatura del giovanissimo cugino Mario Camerini, Le mani ignote (collegandosi così alla ricerca su un altro grande regista, di cui la cineteca ha ritrovato anche Voglio tradire mio marito e Ma non è una cosa seria). Vi si é aggiunta l'acquisizione della versione inglese (modificata nella sola voce off) di Tre storie proibite . La raccolta geniniana è arricchita da altri materiali cinematografici e di documentazione in video.
L'interesse per Genina viene evidentemente a intrecciarsi con altre ricerche che la Cineteca ha nel frattempo avviato, come quella sull'opera di Lucio d'Ambra, dal cui spirito nasce la prima fase del cinema geniniano, e quella su una figura di rilevanza regionale, il commediografo cividalese Alessandro De Stefani, collaboratore per varie sceneggiature del regista, a conferma di come per la Cineteca la rilevanza regionale dei materiali possa intrecciarsi con valori universali (come anche nelle parallele ricerche su Siro Angeli e Cottafavi, David Maria Turoldo e Vito Pandolfi, Bonnard e il suo film sull'esodo istriano).

Il Fondo Genina si attiverà per promuovere la conoscenza di un autore insieme classico e moderno, intrecciato a lungo con le vicende del cinema italiano e europeo, e con personaggi della cultura come Savinio, Cambellotti e Sartre. Sono particolarmente memorabili le sue due versioni di Addio giovinezza , un Cirano de Bergerac del 1922, il gruppo dei film con Carmen Boni, il capolavoro assoluto Prix de beauté con Louise Brooks. La fase dei suoi film “propagandistici” degli anni Trenta/Quaranta va ancora definitivamente rivalutata nel suo non strumentalizzabile valore estetico. Infine, nell'opera del secondo dopoguerra, va data la posizione che meritano nella storia del cinema a capolavori come Cielo sulla palude , Tre storie proibite e Maddalena .
Emblematica delle tante scoperte ancora da fare su tutto il cinema italiano, l'opera di Genina può diventare un perno delle molteplici ricerche da promuovere e approfondire su questo patrimonio.
Il curatore del Fondo Genina è Sergio Grmek Germani.

 

 

 
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