29 aprile - 28 agosto 2000
Fotografie, manifesti, locandine e altre rarità sui film di Stanley Kubrick (26 luglio 1928 - 7 marzo 1999). I materiali esposti provengono, oltre che dagli archivi della Cineteca, dalla collezione di Isidoro Brizzi di Trieste, dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e della George Eastman House di Rochester (USA).
La mostra è stata inaugurata il 29 aprile da Michel Ciment, amico e biografo di Kubrick.

Incontri in Galleria
- Venerdì 30 giugno 2000, ore 18.30
"L'arrivo del 2001": relatore Giuseppe Lippi, direttore di Urania ed esperto di fantascienza.

- Martedì 25 luglio 2000, ore 21
"Tears and Roses: Lolita dalla sceneggiatura di Nabokov al film di Kubrick": presentazione della tesi di laurea multimediale di Martina Riva, Università di Udine.

- Lunedì 28 agosto 2000, ore 18.30
"Stanley Kubrick e io": relatore Alexander Walker, critico cinematografico del London Evening Standard e autore di numerose monografie tra cui Stanley Kubrick Directs.

Il file audio degli incontri con Michel Ciment e Alexander Walker è disponibile sul sito stanleykubrick.interfree.it/news.htm

Proiezioni in Galleria
- Mercoledì 21 giugno 2000, ore 21
SUL SET DI "THE SHINING" (1980), di Viviane Kubrick

- Martedì 27 giugno 2000, ore 21
STANLEY AND US (1999), di Mauro Di Flaviano, Federico Grieco, Stefano Landini

- Martedì 4 luglio 2000, ore 21
IN MEMORIAM OF STANLEY KUBRICK (1999), documentario della BBC

- Martedì 11 luglio 2000, ore 21
MATERIALI SU "2001: ODISSEA NELLO SPAZIO"

- Martedì 18 luglio 2000, ore 21
IL DOTTOR STRANAMORE (1964) di Stanley Kubrick

 

SK 2000
di Lorenzo Codelli

Le nostre ossa non sono ancora rimbalzate nel 2001, né ballano il valzer le astronavi in cielo, e Hal Kubrick dov'è?
Chi asserisce sia "scomparso" un paio d'anni prima del suo 2001 credo non tenga conto di tante cose. Anzitutto che egli continua a produrre: vedi A.I., che Steven Spielberg sta per dirigere dall'antico progetto fantascientifico di Kubrick. Poi che il controverso Eyes Wide Shut sta per battere ogni record - oltre ad aver già battuto il record mondiale d'incassi tra tutti i film di Kubrick - per quantità di esegesi favorevoli e/o contrarie rispetto a qualsivoglia creazione artistica contemporanea.
Inoltre, che la nuova uscita di Arancia meccanica in Gran Bretagna, suo paese d'adozione, sta riaccendendo polemiche estetiche e sociologiche che parevano obliate. Che i libri, i memoriali, le riedizioni, dedicati a Kubrick sono una vera, benefica valanga. Che noi tutti insomma, figli, nipoti, e pronipoti di Kubrick, lo scorgiamo ancora qui, più che mai vicino, attivo, inarrestabile, modello per il passato così come per il post-2001.
La mostra che la Cineteca del Friuli propone ha l'ambizione di "fotografare" una minima però esemplare sezione della sterminata fenomenologia kubrickiana nel suo secolare fluire. Appena un florilegio di quella notevole mole di materiali su/di Stanley Kubrick, e sui/dei suoi collaboratori, che gelosamente conserviamo nella sede di Palazzo Gurisatti a Gemona. Impossibile esporli tutti, ma tutti quanti a disposizione degli studiosi. I quali, garantito, vi troveranno più cose interessanti che non veleggiando in mezzo ai mille, spesso ripetitivi siti Internet dedicati al culto di Kubrick.
Tra quelle che avremmo dovuto esporre, ma che non si riescono purtroppo ad appendere al muro: le singole esperienze kubrickiane di ciascuno di noi, cinefili di varie generazioni. Come esprimere, ad esempio, la mia indelebile emozione nello scoprire in un cinemino di ultima visione, Orizzonti di gloria? Posso solo dire che ogni volta che passo di lì, guardo in su ove il manifesto del film stava appeso, e adesso c'è la finestra di una banca. Poco tempo dopo, alla metà degli anni '60, con gli amici del CUC Trieste ci azzardammo a presentare quel film in un cineforum a due passi dal monumento ai caduti di Redipuglia. Chi lo crederebbe oggi, che l'ostilità contro quel film (proibito in Francia per decenni), contro il suo trattamento sconvolgente dei massacri della Grande Guerra, rendeva allora il dibattito tesissimo?
Grazie all'amicizia con Michel Ciment, negli anni '80 ho avuto la fortuna di tradurre in italiano la sua Bibbia Kubrick. Il regista, da Borehamwood, stravolse quasi completamente il testo di talune sue risposte a Michel, e fu quindi una straordinaria esperienza star dietro ai mutamenti minuziosi di senso, di virgole, di paragrafi. Sarà ora proprio Michel Ciment, il massimo kubrickologo internazionale, a tenere a battesimo la nostra mostra introducendo la recente versione "definitiva" del suo classico tomo, giunto alla seconda edizione in tre mesi, e parlandoci di Kubrick, del quale era amico e consulente, oltre che studioso. Dopo di lui, nel periodo di apertura della mostra, intendiamo invitare altri fan e esperti dell'argomento, e presentare diverse opere restaurate assieme a rari videodocumenti.