PAOLO COSSI RACCONTA IL TERREMOTO

Mostra di tavole originali a fumetti
23 dicembre 2006 - 28 gennaio 2007
28 aprile - 13 maggio 2007
Orario di apertura:
sabato giorni festivi
11-13 / 15.30-19
Ingresso libero

 

Paolo Cossi folletto del fumetto, adolescente ricercatore, insoddisfatto sperimentatore, Paolo Cossi 26 anni, autore di libri, di biografie di personaggi viventi e non, persone uniche, che hanno lasciato un segno, che hanno determinato la storia, che sono storia.
Ed è la storia, le vicende narrate o meglio gli accadimenti divenuti proprietà di molti, che costituiscono l'incipit perché questo patrimonio incroci le dinamiche della comunicazione per svolgere il ruolo che le compete, permettere la sopravvivenza della memoria collettiva.
In questa dinamica entra in gioco, con autorità il fumetto con la sua complessità di elementi narrativi, stilemi e forme, tratti e colori.
Il fumetto come veicolo di trasmissione, il fumetto come sperimentazione, il fumetto come strumento di narrazioni e sintesi di emozioni.
Non c'è più il Paolo Cossi dell'ironia di Corona, del grottesco di Liut o di Osinan, dei sogni narrati di Tina Modotti, c'è un narratore crudo che, nell'essenzialità di una narrazione per quadri, evoca il vissuto dei momenti, i sentimenti delle situazioni.
Il libro, rappresenta un'ulteriore evoluzione delle intuizioni sperimentate, in altri lavori di Paolo come U na Bomber o La Storia di Mara, introducendo elementi che avvicinano l'opera a quella che negli Stati Uniti è definita Graphic Novel, è un libro che sfrutta le possibilità dell'arte sequenziale per sfruttare la plasticità dell'esecuzione a finalità di illustrazione.
Non è quindi un libro di fumetto in senso classico, è piuttosto una narrazione per immagini che attinge a piene mani alla flessibilità narrativa del fumetto.
Per fare questo mixa immagini con taglio fotografico, tecnica di illustrazione finalizzate a dare profondità alla vignetta, tratteggi così impressi sulla carta che sembra di toccarli, scale di grigi enfatizzate a dare tono e colore ai movimenti delle vignette.
Pur mantenendo una staticità narrativa, è una narrazione per sequenze, anche se si sperimentano: la tutta, insieme alla striscia o alla pagina di micro vignette.
Questo lavoro vive di una sua dinamica, tant'è che malgrado queste sperimentazioni è un lavoro che si legge facilmente e con soddisfazione.
È il racconto di simboli, come i campanili, contemporanei alla testimonianza di persone, che rifiutano di abbassare la testa e, assoluti in un mondo di rovine, si stagliano con orgoglio nel panorama di devastazione.
Paolo racconta molto bene gli istanti, è un sguardo sui dettagli, su quello che era la vita prima e quello che significherà dopo.
Strane cartoline quelle che Paolo illustra nel libro, un mondo ancorato a ritmi e vissuti, fuori dal tempo prima, a drammi nel caos della situazione, dopo; ma tutto si riconduce alle persone, persone che vengono oltraggiate, graffiate dagli eventi… guardate i cieli: non è un tratteggio quello che si vede, è una nuova condizione che, in tutta la sua drammaticità, si prepara a strappare il velo dell'esistenza di una terra per portarla alla cronaca… mai come prima.
La mostra è stata strutturata in modo dinamico, mettendo insieme tutti gli elementi per aggregazioni di quadri, aggregazioni che hanno un ruolo indipendentemente dal senso di lettura e dal punto di partenza.
Ancora la metafora del terremoto, evento che sconvolge la visione precedente, la quotidianità, le certezze, per introdurre, comunque, un nuovo modo di percepire la realtà trasformata.
La cronaca raccontata in questa mostra trova luce e risalto nella necessità di riconoscere, nelle rovine, gli elementi della storia che, anche se distrutti, modificati, trasformati, sopravvivono perché appartengono alla sfera delle persone, ai loro sentimenti.
È questa la forza di questo racconto: la possibilità di dimostrare come si possa fare fumetto raccontando di avvenimenti sicuramente tristi, lasciando al lettore una sensazione di coinvolgimento, partecipazione, ma anche di leggerezza profonda. – Vincenzo Bottecchia