Carlo Gaberscek su GLORIA (1921) e LE VIE DELLA VITTORIA (1922)

L’Italia vittoriosa e il culto corale della patria
La Cineteca del Friuli pubblica “Le vie della gloria”, dvd che raccoglie due rarità anni 20: l’apoteosi del Soldato Ignoto da Aquileia  a Roma e la visita del Re alla Venezia Giulia
Due rari documentari di quasi novant’anni fa, il momento storico dopo la prima guerra mondiale,  vengono riproposti in copia restaurata e musicata dalla Cineteca del Friuli in un DVD dal titolo “Le vie della gloria”, illustrati da un booklet a cura dello storico Lucio Fabi.  Si tratta di Gloria: Apoteosi del Soldato Ignoto (1921) e Sulle vie della Vittoria: Visita dei Reali d’Italia alla Venezia Giulia (1922), due lungometraggi della durata complessiva di 117 minuti . Nel primo sono documentate tutte le fasi della cerimonia del Milite Ignoto dal 28 ottobre al 4 novembre 1921 (terzo anniversario della vittoria): dalla scelta della salma in un’atmosfera mistica e solenne nella basilica di Aquileia alle tappe del viaggio del convoglio ferroviario con la carrozza-feretro che trasporta “la Sacra Reliquia”, alla tumulazione a Roma nel Vittoriano, il complesso monumentale costruito in onore di Vittorio Emanuele II°, primo re d’Italia. Un evento che rappresentò la più grande manifestazione patriottica dell’ancor giovane Stato italiano, l’apoteosi di quella religione della Patria che, elaborata sin dall’inizio dell’Ottocento, esaltando il sacrificio per la Patria come dedizione assoluta, trovava in questa cerimonia una compartecipazione e una condivisione da parte della collettività, che nella trasfigurazione simbolica del soldato sconosciuto riconosceva valori, virtù, significati, memorie. Questo documentario, privilegia l’aspetto corale delle varie fasi dell’evento, mostrando la partecipazione popolare imponente e commossa, le stazioni e le piazze imbandierate, gremite di autorità, ex combattenti, madri, vedove e orfani di guerra, alternando efficacemente immagini ricche di pathos e commozione ad aspetti coreografici e spettacolari, gente umile inginocchiata lungo il tracciato ferroviario e lo schieramento di alte gerarchie civili e militari, piccole stazioni di provincia e architetture fastose e monumentali delle città, riesce a fare dell’Italia “pubblica” e “privata” la protagonista di una grandiosa celebrazione di un lutto collettivo, di un rito corale di cordoglio nazional-popolare, di una vera e propria processione in cui, anche attraverso cerimonie collaterali in varie città italiane, tutta la nazione è mobilitata. Lo scopo di Gloria: Apoteosi del Soldato Ignoto, che fu proiettato anche all’estero, era quello di rendere partecipi milioni di persone di quegli stati d’animo, di quelle intense emozioni, e di trasmettere forti sentimenti di identificazione.
 Anche il secondo documentario è costruito sul tema del viaggio, e, più specificamente, su un filone nato con le origini stesse del cinema, quello della “visita” di capi di Stato. Già il primo documentario italiano, del dicembre 1895, ci mostra una visita di Vittorio Emanuele (futuro re d’Italia) e della principessa Elena al battistero di S. Giovanni a Firenze. Per realizzare Sulle vie della Vittoria gli operatori della Walter Film di Milano dal 21 al 25 maggio 1922 (era il settimo anniversario dell’inizio di quella guerra che avrebbe portato alla vittoria) seguono le tappe della coppia reale, accompagnata dalla figlia Jolanda, nelle terre annesse all’Italia in base al Trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, con il quale il Regno d’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Stati e le rispettive sovranità. Il documentario inizia con l’arrivo della famiglia reale a Trieste a bordo della corazzata “Cavour”. Il giorno seguente vengono visitati i cantieri di Monfalcone (costruiti nel 1908 nella frazione di Panzano dalla famiglia Cosulich) che la didascalia indica erroneamente come “cantieri di Ponzano”. Il re, la regina e un piccolo seguito rendono quindi omaggio ai caduti del Monte S. Michele. Da quel paesaggio aspro e spoglio che mostra con tragica evidenza  i segni della guerra il viaggio prosegue verso Gorizia imbandierata, lungo il Corso e poi nella Piazza Grande dove Vittorio Emanuele III° si affaccia al balcone del palazzo del Governo. Una didascalia accompagna la scena: “… Una voce Slovena grida al re: Dio ti benedica! Sei tu venuto per benedirci e tenerci come figli, nessun figlio ti sarà fedele come lo Slavo”, e viene specificato che si trattava di “Traduzione esatta da testimonianza sicura”. E’ l’unico accenno, in chiave molto tranquillizzante, ai circa 480.000 “allogeni”, sloveni e croati, che venivano a ritrovarsi entro i confini del Regno d’Italia. I festeggiamenti goriziani proseguono con lunghe parate ginniche e militari. Nella visita successiva al cimitero del colle Sant’Elia gli operatori cinematografici colgono la forza di suggestione di quell’ambiente caotico reso straordinariamente drammatico dall’accumulo di residuati bellici di ogni dimensione, cimeli, rocce carsiche, cippi, iscrizioni. Lasciata Redipuglia, la famiglia reale ritorna a Trieste per assistere a una grande parata militare. Dopo una visita alle celebri grotte di Postumia, il corteo reale parte, via mare, verso l’Istria, con sbarchi a Pirano, Pola, Lussinpiccolo e Zara. A dichiarare il diritto del Regno d’Italia su queste nuove province viene scelta l’inquadratura, ripresa da una sequenza precedente, con la grande bandiera italiana con stemma sabaudo sul Monte San Michele, vigilata da due sentinelle rigide sull’attenti. (Messaggero Veneto, 24.10.2010)

Articolo pubblicato in occasione della presentazione del film Gloria al Cinema Sociale di Gemona.

 

 
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