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Anno festival |
Sezione festival |
2023 |
HARRY CAREY
“STELLA SPLENDENTE DEL PRIMO FIRMAMENTO WESTERN” |
Titolo film |
LE P’TIT PARIGOT |
Titolo alternativo 1 |
[The Little Parisian] |
Titolo alternativo 2 |
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Titolo alternativo 3 |
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Paese |
France |
Data uscita |
08 ottobre 1926 |
Produzione |
Les Films Luminor |
Regista |
René Le Somptier |
Formato |
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Velocità (fps) |
35mm |
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24 |
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Lunghezza |
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Durata |
6800 m. |
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103' (ep.1) + 45' (ep. 2) + 46' (ep. 3) + 46' (ep. 4) + 45' (ep. 5) + 41' (ep.6) |
Fonte copia |
CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, Bois d’Arcy |
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Note copia |
did./titles: FRA |
Cast |
[Georges] Biscot (Georges Grigny-Latour, “le P’tit Parigot”, rugby captain), Marquisette Bosky (Lucy Mesnil), Georges Melchior (Robert de Monterval), Suzanne Christy (Suzanne Grigny-Latour), Henri-Amédée Charpentier (Paul Mesnil), Jeanne Marie-Laurent (Jeanne Grigny-Latour), Bouboule (Louisette Mesnil), André Dubosc (Anicet Grigny-Latour, Georges’s father), Lionel Salem (Napoléon III), Fernand Billard (Simon), Suzanne Wurtz (Betty), Pauline Carton (Aunt Prudence), Émile Vervet (executioner), Gabrielle Rosny (Sidonie Cazoules), Violette Napierska (Gilberte d’Aragon), Suzanne Lenglen (herself, tennis champion), Marcelle Rahna (the dancer), Georges Pelletier-Doisy (himself, aviator), Marcel Achard (young writer), Yves Du Manoir (himself, rugby player), Frantz Reichel (himself, sportsman & journalist) |
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Altri credits |
scen: Paul Cartoux, Henri Decoin. photog: Léon Morizet, Henri Barreyre. scg/des: Robert Mallet- Stevens, Robert Delaunay, Sonia Delaunay. cost: Sonia Delaunay, Philippe & Gaston (dresses for Mmes. Bosky, Christy, & Marie- Laurent), Camille (Biscot’s clothes). dist: Les Etablissements Jacques Haïk (Paris) / Pathé Consortium Cinéma. |
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Altre informazioni |
6 episodi/episodes: 1. Première epoque; 2. La belle inconnue; 3. Le complot; 4. Le mystère du Val d’Enfer; 5. Zarka la sorcière; 6. La loi des jeunes |
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Scheda film |
Le P’tit Parigot del regista René Le Somptier è un serial in sei episodi, il primo dei quali esordì a Parigi l’8 ottobre 1926. I diritti furono venduti al quotidiano della sera L’Intransigeant, che accompagnò ad ogni episodio un adattamento giornalistico della vicenda. Thriller nella tradizione dei film à suivre, ricco di cliffhanger ma anche di interludi comici e melodrammatici, Le P’tit Parigot narra la storia del “piccolo parigino” (Georges Biscot), capitano della nazionale di rugby francese, il cui padre milionario odia gli sport e lo esorta a intraprendere una carriera “seria”. In linea con i soggetti di alcuni quadri di Robert Delaunay il tema degli sport è sviluppato con brevi apparizioni di celebri atleti come il rugbista Yves du Manoir, la nuotatrice Suzanne Wurtz, l’aviatore Georges Pelletier d’Oisy e la campionessa olimpica di tennis Suzanne Lenglen. Nei primi tre episodi del serial Biscot tenta di arrivare a Parigi in tempo per partecipare alla partita di rugby tra Francia e Galles; in quelli successivi rimane coinvolto in una trama alquanto inverosimile, comprendente tra l’altro il rapimento della sua fidanzata Lucy. Sonia Delaunay disegnò i costumi e le stoffe per la protagonista femminile Gilberte d’Aragon (interpretata dall’attrice tedesca Violetta Napierska), che è coinvolta nel rapimento, e per la vasta schiera dei suoi ospiti alla moda. In alcune scene chiave, ella offre un ricevimento elegantissimo, che una didascalia definisce “une soirée extrêmement parisienne”. Secondo i titoli d’apertura, le scene degli interni della sua sfarzosa dimora Art Deco furono disegnate da “[Robert] Delaunay”. Al centro dell’elegante abitazione sta un’immensa sala da ballo con un salottino intimo in un angolo e un balcone, oltre alle stanze vicine tra cui il bagno, la cucina e una palestra con una scala che conduce al tetto da cui si gode la vista sulla torre Eiffel, monumento raffigurato anche in molti dipinti di Robert Delaunay, tra cui La Ville de Paris, la femme et la Tour Eiffel (1925), che adorna il set insieme al suo Les Coureurs (1925) e ad opere di André Lhote e Albert Gleizes. I cerchi concentrici che nascondono come nuvole la cima della torre Eiffel nel quadro di Delaunay riecheggiano il primo dipinto di Sonia Delaunay intitolato Disque (1912), una grande opera formata da cerchi concentrici intrecciati, che sovrasta anch’esso l’immensa sala da ballo. I cerchi non compaiono soltanto sulle tele (rettangolari), balzano anche dai muri e dal soffitto – evocando fiori astratti in vasi dai disegni concentrici – sotto forma di plafoniere e di un enorme lampadario con quattro livelli di dischi. Tutti questi elementi compongono un Gesamtkunstwerk comprendente anche drappeggi elaborati, tende e cuscini recanti disegni di dischi intrecciati e affascinanti motivi a zig zag disegnati da Sonia Delaunay. In questo ambiente immerso nell’arte si pavoneggia il personaggio di Violetta Napierska, una maestosa intrigante che alterna almeno sei completi differenti: un abito da sera, una vestaglia, tre abiti da giorno e un cappotto con un cappellino coordinato. L’abito da sera ricorda il motivo a spina di pesce visto in L’Elélégance, mentre il cappotto assomiglia a quello simultaneista disegnato da Delaunay per l’attrice Gloria Swanson nel 1923-24. Anche la cameriera e alcuni prestigiosi invitati alla festa, tra cui lo stesso “P’tit Parigot” indossano vistosi costumi di stile altrettanto modernista, che travalicano i confini delle classi sociali e dell’importanza narrativa. Chiaramente i moderni capi d’abbigliamento, le opere d’arte moderna e il design modernista della magione servono a evocare un mondo pervaso di modernità industriale, colto in straordinarie riprese di folle urbane, orchestre jazz, eventi sportivi e mezzi di trasporto meccanizzati, tra cui treni, imbarcazioni, biciclette, automobili, motociclette, automobili da corsa e aeroplani. Particolare molto interessante, quando riappare in scene successive, il personaggio interpretato da Napierska – abbigliato in un abito da giorno di Sonia Delaunay con cappotto e cappellino coordinati – è sempre associato ad automobili, e quindi alle ruote e ai cerchi che rappresentano il movimento dinamico della modernità. Nel film però l’ambiente multi-artistico delle opere of Delaunay funge principalmente da elemento sensazionale, un’attrazione che nuoce all’impulso narrativo. Non appena l’azione si sposta nella dimora di Napierska, la storia si blocca: i personaggi assumono pose statuarie, che invitano a esaminarne attentamente l’abbigliamento; gruppi di persone immobili formano armoniche composizioni frontali di disegni e costumi in una mise-en-scène statica che ricorda i tableaux degli albori del cinema. Una serie di primi piani guida l’occhio dello spettatore verso un mondo di oggetti assortiti, un cappellino coordinato, il dettaglio di un gioiello… Anziché portare avanti la narrazione, Delaunay e Le Somptier richiamano l’attenzione sull’abbondanza di forme e motivi geometrici, pubblicizzando l’ultima novità del design moderno e stuzzicando l’appetito dei consumatori. La lunga scena della soirée in Le P’tit Parigot costituisce quasi un film sulla moda all’interno della più ampia narrazione del serial. Costumi e stoffe diventano spettacoli performativi, esplicitamente nel caso della danza-esibizione del Pierrot-Éclair che indossa una tuta con disegni a zig-zag che raffigurano un lampo sui fuseaux e un colletto a forma di disco, o in quello della danza del velo, vista attraverso una tenda diafana posta davanti a un sipario con disegni a zig-zag. Se nei dipinti Robert e Sonia Delaunay evocavano il movimento e il ritmo per mezzo di forme statiche e colori, i loro contributi al film fanno pensare che essi fossero ugualmente affascinati dall’immobilità: l’uso di tableaux nella mise-en-scène, l’onnipresenza di opere d’arte moderniste e la presentazione di esposizioni di stoffe e tessuti che bloccano l’azione. Questi interludi sono caratterizzati tutt’al più da un movimento pittorico anziché cinematografico. Come il disco rotante in varie tonalità di grigio alle spalle della modella in L’Elélégance o le porte dell’ascensore che si aprono e si chiudono nel nightclub di Le Vertige, l’abbagliante composizione di motivi geometrici su stoffe, costumi, tendaggi e oggetti di scena nell’“angolo intimo” di Le P’tit Parigot rappresenta una stupefacente esposizione bidimensionale in un momento di stasi narrativa, piuttosto che un’azione drammatica in grado di alimentare la vicenda. La dinamica del film dipende in primo luogo dalla giustapposizione di motivi e disegni nella mise-en-scène, anziché dall’energia delle riprese e del montaggio. - Hilde D’haeyere, Steven Jacobs |
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