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Anno festival Sezione festival
2018 SAUNDO-BAN – 2 FILM GIAPPONESI MUTI POSTSINCRONIZZATI

Titolo film TOKYO ONDO
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese Japan
Data uscita 1932
Produzione Shochiku
Regista Hotei Nomura

Formato   Velocità (fps)
35mm   24
     
Lunghezza   Durata
2390 m.   127'

Fonte copia National Film Archive of Japan, Tokyo
   
Note copia sd.; did./ titles: JPN

Cast
Nobuko Fushimi (Nobuko Yajima), Hideo Fujino (Kyutaro, il padre/the father), Fumiko Katsuragi (Osai, la madre/the mother), Mitsuko Ichimura (Namiko, la sorella/ the sister), Joji Oka (Susumu Saito), Sumiko Mizukubo (Sumiko Shimura), Ken’ichi Miyajima (Butler), Ryoichi Takeuchi (Nakamura), Kenji Oyama (Futo’o Oyama), Akio Isono (Ken’ichi Maruyama), Yoshiko Okada (Yoshiko, dancer), Shizue Tatsuta (Shizue, dancer), Yukiko Inoue (Yukiko, dancer).
 
Altri credits
SOGG/STORY: Hotei Nomura. SCEN: Shigeshi Suyama. PHOTOG: Shin’ichi Nagai. MUS. DIR: Haruyo Shimada
 
Altre informazioni
 
Scheda film
Tokyo ondo è un altro caratteristico esempio di saundo-ban basato su una celebre canzone del momento. Al pari di Shima no musume (La figlia dell’isola, 1933), presentato a Pordenone nel 2017, il film fu diretto da Hotei Nomura (1880-1934), un veterano che esercitò un ruolo fondamentale nello sviluppo dei melodrammi Shochiku con protagoniste femminili, e contiene una canzone di successo registrata dalla più famosa cantante degli anni Trenta, Katsutaro Kouta (1904-1974). Katsutaro proveniva dal quartieri delle case di piacere di Yoshicho a Tokyo, dove lavorò come geisha interpretando motivi tradizionali con accompagnamento di shamisen prima di essere scoperta da un manager della società discografica Victor, che la ingaggiò per la sua prima registrazione per quell’etichetta nel 1931.
Grazie a Tokyo ondo la compagnia di produzione Shochiku si assicurò un contratto esclusivo con la Victor; questo film, interpretato da numerose celebrità dell’epoca (fra esse Nobuko Fushimi nel ruolo di Nobuko Yajima e Joji Oka in quello della sua fidanzata Susumu Saito), costituisce la seconda collaborazione fra Nomura e il direttore musicale Haruyo Shimada dopo Shima no musume. La trama del melodramma (le vicissitudini di due amanti che cercano di superare l’opposizione dei rispettivi genitori) può essere letta come una velata critica alle differenze di classe e alle aspirazioni dei genitori nei riguardi dei figli.
La canzone che dà il titolo al film fu il più grande successo nell’estate del 1933, e fu largamente diffusa sia su disco e alla radio che al cinema. Secondo lo storico del cinema Shuhei Hosokawa, “le parole della canzone celebrano Tokio in quanto capitale con il palazzo imperiale al suo centro, e di conseguenza il Giappone in quanto centro del mondo”; in effetti, il tono della canzone è coerente allo spirito nazionalistico che pervadeva il Giappone un anno dopo l’annessione della Manciuria.
Hosokawa ha osservato che il film utilizza la sua canzone in modo più articolato di quanto non accada in Shima no musume, dove il motivo musicale era legato al contenuto di specifiche sequenze; qui, scrive Hosokawa, “quel che conta per la trama non è il testo della canzone, ma piuttosto il suo tono di festeggiamento”, e in effetti la canzone è a volte eseguita in allegre variazioni per soli strumenti. La scena madre del film, inoltre, “sembra andare al di là delle convenzioni del cinema muto, con l’utilizzo di diverse fonti musicali a seconda dello spazio filmico in cui esse sono utilizzate”, creando ardite soluzioni acustiche in cui diverse melodie sono contrapposte a momenti di silenzio. Nel riconoscere come la musica e gli occasionali effetti speciali fossero utilizzati ben oltre le convenzioni dell’accompagnamento musicale al cinema muto, Fuyuhiko Kitagawa – critico della rivista Kinema Junpo – elogiò questo saundo-ban con le seguenti parole: “ecco un vero film sonoro”.
Un anno dopo, la canzone “Tokyo ondo” fu seguita da un’altra non meno fortunata, “Sakura ondo”. Essa ispirò ben cinque film: quasi tutte le grandi società di produzione giapponesi erano ansiose di sfruttarne l’enorme successo. Tutte le versioni saundo-ban di Sakura ondo sono purtroppo perdute; ne rimane conservata una del periodo sonoro. – Alexander Jacoby, Johan Nordström