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Anno festival |
Sezione festival |
2013 |
Labbra sigillate: gli anni dimenticati del cinema svedese, 1925-1929 |
Titolo film |
POLIS PAULUS’ PÅSKASMÄLL |
Titolo alternativo 1 |
The Smugglers |
Titolo alternativo 2 |
[Lo scherzo pasquale del poliziotto Paulus] |
Titolo alternativo 3 |
[Constable Paulus’ Easter Crackers] |
Paese |
Sweden |
Data uscita |
1925 |
Produzione |
AB Svensk Filmindustri |
Regista |
Gustaf Molander |
Formato |
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Velocità (fps) |
35mm |
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18 |
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Lunghezza |
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Durata |
2104 m. |
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103' |
Fonte copia |
Filmarkivet vid Svenska Filminstitutet, Stockholm |
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Note copia |
col. (imbibito/tinted, Desmet method) Didascalie in svedese / Swedish intertitles |
Cast |
Carl Schenstrøm (Lunken), Harald Madsen (Paulus Storm, il capo della polizia/chief of police), Gucken Cederborg (Klara Storm, la proprietaria dell’albergo/ hotel proprietress), Stina Berg (Miss Dina Björnbom), Vilhelm Bryde (Baron von Lanck, il contrabbandiere/smuggler) |
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Altri credits |
scen: “Three gentlemen having a drink” [Gustaf Molander, Oscar Hemberg, Paul Merzbach]; f./ph: Axel Lindblom |
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Scheda film |
Il film vede protagonisti i due attori danesi Carl Schenstrøm e Harald Madsen, che diedero vita a uno dei più celebri numeri comici dell’epoca con il nome di “Fyrtornet og Bivognen” o “Pat & Patachon”, come erano conosciuti internazionalmente. Il nome originale del duo, “Fyrtornet og Bivognen”, che letteralmente significa “il faro e il piccolo rimorchio”, è divenuto nel linguaggio corrente scandinavo un modo per definire una coppia sbilanciata dove uno dei due partner è molto alto e l’altro molto basso. Molti conoscono tuttora questa espressione senza avere la più vaga idea della sua origine o senza aver mai visto un film dei nostri, e questo ci dà la misura di quanto fossero popolari ai loro tempi. Come “Pat & Patachon”, Schenstrøm e Madsen interpretarono tra il 1921 e il 1940 circa 50 film. Nel periodo del muto lavorarono prevalentemente nel loro paese d’origine, la Danimarca, ma dopo l’avvento del sonoro apparvero in film tedeschi e austriaci. Presero parte anche a tre film svedesi, due dei quali muti. Di questi, il primo fu Polis Paulus’ Påskasmäll, realizzato e distribuito nella prima metà del 1925. Molti dei loro film sono invecchiati piuttosto male; a volte si fatica perfino a capire come all’epoca abbiano potuto essere così popolari. Ma, diversamente dalla maggior parte dei film di “Pat & Patachon”, Polis Paulus’ Påskasmäll fu affidato a un bravo regista, Gustaf Molander: era la prima volta che i due non erano diretti dal compatriota Lau Lauritzen e le loro monellerie si integrano bene con l’azione del film, il che spiega perché è ancora oggi pienamente godibile. I due sono leggermente fuori parte, essendo entrambi schierati a favore della legge, ma Molander valorizzò al meglio le loro qualità plastiche, comprese le movenze bizzarre di Schenstrøm, che sono abilmente usate in funzione comica, come nella sequenza slapstick notturna nell’albergo della località di montagna in cui si svolge la vicenda. Nei titoli di testa del film la sceneggiatura è attribuita a “tre signori davanti a un drink”. Secondo Molander, gli uomini in questione erano lui stesso, il produttore Oscar Hemberg e il regista/sceneggiatore austriaco Paul Merzbach, che nel corso degli anni ’20 scrisse svariate sceneggiature per la AB Svensk Filmindustri, ivi compresi i film di Molander Hans engelska fru (1927), Förseglade läppar (1927) e Synd (1928), tutti inclusi nell’edizione delle Giornate di quest’anno. Il restauro Il film è stato preservato nel 2009 a partire da una copia nitrato imbibita con le didascalie in tedesco custodita dal Filmarchiv di Vienna e da un interpositivo di sicurezza in bianco e nero senza didascalie appartenente alle collezioni del Danske Filminstitut di Copenaghen. Nessuno dei due elementi era completo, ma fortunatamente l’uno integrava l’altro, permettendo così la creazione di un duplicato negativo della lunghezza originale. La serie completa dei cartelli con le didascalie originali figurava nelle collezioni dello Svenska Filminstitutet. Questi cartelli sono stati scannerizzati e poi riversati su pellicola e inseriti nel nuovo negativo. I colori sono stati ricreati col metodo Desmet, usando come riferimento i colori della copia austriaca. – Jon Wengström
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