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Anno festival |
Sezione festival |
2013 |
Eventi speciali - Ichiro Kataoka, Benshi |
Titolo film |
CHOKON |
Titolo alternativo 1 |
[Un rancore indelebile] |
Titolo alternativo 2 |
[An Unforgettable Grudge] |
Titolo alternativo 3 |
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Paese |
Japan |
Data uscita |
1926 |
Produzione |
Nikkatsu Taishogun |
Regista |
Daisuke Ito |
Formato |
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Velocità (fps) |
35mm |
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16 |
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Lunghezza |
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Durata |
875 ft. |
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15' |
Fonte copia |
National Film Center, Tokyo |
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Note copia |
orig. l: 6 rl. 35mm Restauro digitale / digitally restored 2010. col. (imbibito/tinted) Didascalie in giapponese, con sottotitoli in inglese / Japanese intertitles, with English subtitles
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Cast |
Denjiro Okochi (Kazuma Iki), Yuzuru Kume (Tsugio Iki), Utagoro Onoue (Sozaemon Numata), Yayoi Kawakami (Yukie), Momonosuke Ichikawa (Tomigoro);, |
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Altri credits |
scen., sogg./story: Daisuke Ito; f./ph: Rokuzo Watarai |
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Altre informazioni |
Commento benshi / Benshi commentary: Ichiro Kataoka; mus: John Sweeney. |
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Scheda film |
Chokon fu il primo film realizzato da Daisuke Ito dopo il suo passaggio sotto l’egida della casa di produzione Nikkatsu, e riveste un particolare valore perché fu anche la sua prima collaborazione con l’attore Denjiro Okochi. Ambientato nel tardo periodo Edo, Chokon descrive la tragica vita di due fratelli, Kazuma e Tsugio Iki, entrambi innamorati della stessa ragazza, Yukie; il titolo è una parola mutuata dal cinese, che significa “il rancore che non si può dimenticare”. Quando Tsugio, il fratello minore di Kazuma, resta ferito durante un duello alla spada diventando cieco, Yukie lo assiste nella convalescenza e se ne innamora. Avendo perduto tutto ciò che gli è più caro, Kazuma affronta un duello disperato, e dopo aver liquidato molti avversari finisce ucciso a sua volta. Il film era costituito in origine da 6 rulli; il frammento dell’unico rullo sopravvissuto è incentrato sulla scena clou del duello finale, che in origine era di 3 rulli (oltre 30 minuti). In questa scena, come ha fatto notare Hiroshi Komatsu, “il regista Daisuke Ito dispiega in pratica ogni elemento del cinema impressionista: veloci movimenti di macchina, angolazioni di ripresa insolite, montaggio rapido, sovrimpressioni, ecc.”. Daisuke Ito (1898-1981) fu uno dei più ammirati e influenti registi di jidai-geki (film in costume). Diresse quasi un centinaio di film e in Giappone spesso è chiamato dai critici e dai cinefili “il padre dei jidai-geki”. Pur se la maggior parte dei suoi film muti è andata perduta, gli esemplari che sono sopravvissuti (uno soltanto nella sua interezza, insieme con alcuni frammenti di una certa lunghezza) rivelano il suo stile energico e fiammeggiante, descritto da David Bordwell come “calligrafico”, contraddistinto da azione veloce, montaggio rapido e virtuosistici movimenti di macchina. Spesso Ito ritrasse i suoi eroi come vagabondi nichilisti e emarginati dalla società, permeando molti suoi lavori di una coscienza di classe che fu spesso presente nei jidai-geki degli anni ’20 e dei primi anni ’30. Già presentato alle Giornate del 2001 nella retrospettiva “La luce dell’Oriente: cinema muto giapponese”, il film appare ora in una nuova copia, restaurata digitalmente e imbibita dal National Film Center di Tokio nel 2010. – Johan Nordström
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