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Anno festival |
Sezione festival |
2011 |
Muti del XXI secolo |
Titolo film |
THE FORCE THAT THROUGH THE GREEN FIRE FUELS THE FLOWER |
Titolo alternativo 1 |
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Titolo alternativo 2 |
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Titolo alternativo 3 |
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Paese |
G B |
Data uscita |
2011 |
Produzione |
Fargone Films |
Regista |
Otto Kylmälä |
Formato |
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Velocità (fps) |
DigiBeta |
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Lunghezza |
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Durata |
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8' |
Fonte copia |
Fargone Films, London |
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Note copia |
sd. Didascalie in inglese / English intertitles |
Cast |
Michael Eden (Ian), Carolyn Lyster (Maggie), Edward French (giovanotto/young man), Sarah Wolff (ragazza/young girl), Emma Packer (signora del karaoke/karaoke lady), Nick Hoad (barista/bartender), Alan Smith (dottore/doctor) |
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Altri credits |
prod., scen: Otto Kylmälä; f./ph: Joni Juutilainen, asst: Ruby Kobayashi, James Chegwyn; scg./des: Saule Norkute; mus: Stephen Horne; aiuto regia/asst. dir: Jonas Trukanas; storyboard, poster artist: Marga Doek; hair, make-up: Monica Rossi |
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Altre informazioni |
(presentato muto, con accompagnamento dal vivo/Giornate showing silent, with live musical accompaniment) |
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Scheda film |
È questo un debutto straordinario da ogni punto di vista, sia del cinema muto che del sonoro. Il titolo è un’affascinante parafrasi di una delle prime poesie di Dylan Thomas, “The Force That Through the Green Fuse Drives the Flower” (La forza che attraverso il verde stelo sospinge il fiore). Il metodo dello stesso Otto Kylmälä è eminentemente poetico. In 8' ci parla di due vite, di amore, delusione, rimpianto, solitudine, mortalità. Tutto attraverso scene minimali, con mots trouvés, parole e frasi apparentemente trovate per caso, scritte su tazze o sottobicchieri di birra o nell’aria. Ogni sequenza o frase è, come sa esserlo la vera poesia, precisa ed esatta, pienamente espressiva – giusta. Kylmälä non crea un “nuovo” cinema muto e neppure esplora o imita le sue convenzioni storiche: ha semplicemente composto il suo poema visivo nel linguaggio che gli era più consono, e questo ha portato a un film senza parole. Le immagini di Kylmälä hanno ispirato la musica di Stephen Horne, che costituisce la colonna sonora del film e che alle Giornate sarà eseguita dal vivo. – DAVID ROBINSON Scrive Otto Kylmälä: “Dopo una lunga love story con il cinema muto, e dopo aver partecipato al Collegium pordenonese dell’anno scorso, ho deciso di passare dalla teoria alla pratica. Il film è pertanto un tentativo di cinema muto in un contesto contemporaneo con una storia contemporanea. Ho notato che i cineasti contemporanei che fanno film muti spesso inventano motivazioni fantastiche per la mancanza dei dialoghi, cosa che ho voluto evitare. Io sono partito dall’idea di raccontare una storia di tutti i giorni, cui si è rivelata congeniale la forma muta. L’esigenza di adattare e aggiornare alcune delle convenzioni ha portato a forme nuove e interessanti, ma nel profondo c’è la storia di un uomo in conflitto con i propri ricordi. Dopo aver optato per la forma muta, il procedimento in sé mi ha molto divertito, e il racconto attraverso mezzi puramente visivi mi è apparso del tutto naturale.”
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