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Anno festival |
Sezione festival |
2011 |
Pionieri del cinema d’animazione giapponese |
Titolo film |
UBASATEYAMA |
Titolo alternativo 1 |
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Titolo alternativo 2 |
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Titolo alternativo 3 |
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Paese |
Japan |
Data uscita |
1925 |
Produzione |
Tokyo Manga Club |
Regista |
Sanae Yamamoto |
Formato |
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Velocità (fps) |
35mm |
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18 |
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Lunghezza |
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Durata |
1070 ft. |
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16' |
Fonte copia |
National Film Center, Tokyo |
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Note copia |
Didascalie in giapponese, con sottotitoli in inglese / Japanese intertitles, with English subtitles |
Altri credits |
anim: Sanae Yamamoto |
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Scheda film |
Il termine ubasate (o abasute) fa riferimento a una leggendaria usanza giapponese che prevedeva l’abbandono dei vecchi e degli infermi su una montagna dove li si lasciava morire. La leggenda popolare dell’Ubasuteyama (o Obasuteyama), la “montagna dell’abbandono”, è ampiamente diffusa in Giappone in varie versioni, una delle quali è alla base della storia di questo film, che fu concepito per promuovere il rispetto delle persone di età avanzata. Il film celebra la saggezza di una donna anziana che salva il proprio paese. Anni dopo, la leggenda dell’abbandono ispirò il romanzo di Shichiro Fukazawa Le canzoni di Narayama, che sarà adattato per lo schermo due volte, con lo stesso titolo di Narayama bushi-ko (La ballata di Narayama), da Keisuke Kinoshita nel 1958 e da Shohei Imamura nel 1983. Entrambi i film sono considerati due capolavori del cinema giapponese. Il regista Sanae Yamamoto (1898-1981), che si era formato alla scuola dell’animatore Seitaro Kitayama, riprese la favola di Esopo La lepre e la tartaruga in un altro anime muto che è sopravissuto. Negli anni dell’anteguerra, lavorò per il governo nipponico, producendo oltre una dozzina di film d’animazione su commissione di vari ministeri. In seguito co-fondò e diresse il primo importante studio d’animazione del Giappone, il Toei Doga, al quale si devono molti titoli classici, e tra questi Hakujaden (La leggenda del serpente bianco) del 1958, il primo lungometraggio giapponese d’animazione a colori. -- ALEXANDER JACOBY & JOHAN NORDSTRÖM
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