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Anno festival Sezione festival
2010 Tre maestri della Shochiku: Yasujiro Shimazu, Hiroshi Shimizu, Kiyohiko Ushihara

Titolo film SHINGUN
Titolo alternativo 1 [In marcia]
Titolo alternativo 2 [Marching On]
Titolo alternativo 3
Paese Japan
Data uscita 1930
Produzione Shochiku
Regista Kiyohiko Ushihara

Formato   Velocità (fps)
35mm   20
     
Lunghezza   Durata
3253 m.   142'

Fonte copia National Film Center, Tokyo
   
Note copia Didascalie in inglese / English intertitles

Cast
Denmei Suzuki (Koichi Shinohara), Hideo Fujino (Shosaku, Koichi’s father), Utako Suzuki (Otoki, Koichi’s mother), Kinuyo Tanaka (Toshiko Yamamoto), Haruo Takeda (Hiroyuki, Toshiko’s father), Minoru Takada (Shiro, Toshiko’s brother), Eiji Oshimoto (Owada, the pilot), Tokuji Kobayashi (Chui Kobayashi), Dekao Yoko (Kumakichi Kushiki), Mariko Aoyama (Oshima-chan), Eiran Kikawa (chauffeur), Shoichi Kofujita (boy in the village), Hisao Yoshitani (postman), Takeshi Sakamoto (Soldier A), Atsushi Watanabe (Soldier B);
 
Altri credits
prod: Shiro Kido, Tomojiro Tsutsumi, Osamu Rokusha; aiuto regia/asst. dir: Hiromasa Nomura, Kazuo Ishikawa, Tokiro Miyata, Akihiko Kitamura, Eijiro Nagatomi; scen: Koga Noda; f./ph: Bunjiro Mizutani; fotografia aerea/aerial cinematography: Kenji Ochi, Isamu Aoki, Iyokichi Takahashi, Kinya Ogura; consulente/aerial cinematography art advisor: Shigeyoshi Suzuki, Rin Masutani; scg./des: Yoneichi Wakita
 
Altre informazioni
(Il National Film Center ha restaurato questo film nel 1967, ottenendo un internegativo 35mm da una copia nitrato restituita al Giappone dalla Library of Congress di Washington. / The National Film Center restored and made the 35mm internegative in 1967 from a nitrate print which had been returned to Japan from the Library of Congress in Washington, D.C.)
 
Scheda film
Shingun è senza dubbio il film più prestigioso cui abbia posto mano Ushihara, oltre che il più famoso frutto della sua collaborazione con gli attori Denmei Suzuki e Kinuyo Tanaka. Girato per celebrare il decimo anniversario dell’esordio della Shochiku nella produzione cinematografica, quest’epico film di amore e guerra costò l’equivalente di parecchi miliardi di yen odierni, e per portarlo a termine fu necessario più di un anno.
La pellicola racconta la storia di Koichi Shinohara, il cui più grande desiderio è quello di diventare aviatore ed è innamorato di Toshiko, sorella del pilota militare Shiro. Ushihara intreccia con eleganza i travagli amorosi dell’eroe che cerca di conquistare la sua bella ai suoi sforzi per riuscire a padroneggiare l’arte aviatoria. Alla fine scoppia la guerra con un paese imprecisato, e Shiro, Koichi e il suo rivale in amore Kobayashi si dirigono tutti al fronte, ove l’azione del film giunge al suo culmine spettacolare.
Benché chiaramente ispirato a due classici del cinema di guerra hollywoodiano, The Big Parade (La grande parata; 1925) di King Vidor e Wings (Ali; 1927) di William Wellman, Shingun segna un nuovo punto di partenza per il cinema muto giapponese. Le ambiziose scene di battaglia su vasta scala della seconda parte del film non hanno, a quanto risulta, alcun precedente nella storia del cinema giapponese. Esse furono rese possibili grazie alla cooperazione dell’esercito imperiale giapponese, che mobilitò aerei e carri armati per consentire la realizzazione delle scene al fronte. La Shochiku sfruttò le competenze di tutti gli operatori dello studio di Kamata per produrre quella che è considerata la prima ripresa aerea del cinema giapponese. Benché il materiale dal vero sia stato interpolato con inquadrature effettuate con modellini, il film rappresenta comunque un importante contributo all’evoluzione tecnica del cinema giapponese. Shigechika Ikeda, critico di Kinema Junpo, nella sua recensione pubblicata il 1° aprile 1930 scrisse che “il contenuto, il colore, la tecnica, ecc., sono tratti unici connotanti il cinema di Ushihara.”
Shingun anticipa i temi dei film di guerra girati negli anni del militarismo, e l’imprecisato paese nemico è normalmente inteso come la Cina. Tuttavia, il fatto che sia stato girato prima dell’incidente della Manciuria gli consente di dar voce a un’etica umanistica che in seguito sarebbe diventata insostenibile. Come osserva Peter High, Shingun “evita di conformarsi a quei modelli che si sarebbero rapidamente cristallizzati nei cliché della pletora di film militari sfornati all’epoca degli incidenti in Manciuria e poi in Cina”. Nonostante la magniloquenza visiva delle scene di battaglia, questo film resta in ultima analisi un’opera cinematografica ricca di commovente umanità.
ALEXANDER JACOBY & JOHAN NORDSTRÖM