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Anno festival Sezione festival
2010 Tre maestri della Shochiku: Yasujiro Shimazu, Hiroshi Shimizu, Kiyohiko Ushihara

Titolo film MINATO NO NIHON MUSUME
Titolo alternativo 1 [Ragazze giapponesi al porto]
Titolo alternativo 2 [Japanese Girls at the Harbor]
Titolo alternativo 3
Paese Japan
Data uscita 1933
Produzione Shochiku
Regista Hiroshi Shimizu

Formato   Velocità (fps)
35mm   22
     
Lunghezza   Durata
1956 m.   78'

Fonte copia National Film Center, Tokyo
   
Note copia Didascalie in inglese / English intertitles

Cast
Michiko Oikawa (Sunako Kurokawa), Yukiko Inoue (Dora Kennel), Ureo Egawa (Henry), Ranko Sawa (Yoko Sheridan), Yumeko Aizome (Masumi, a barwoman), Tatsuo Saito (Miura, a painter), Yasuo Nanjo (Harada, a gentleman)
 
Altri credits
aiuto regia/asst. dir: Takeshi Sato, Isao Numanami, Tai Ogiwara, Yasushi Sasaki; scen: Mitsuru Suyama; f./ph: Taro Sasaki; scg./des: Takashi Kanasu
 
Altre informazioni
 
Scheda film
Non a caso il film più famoso della produzione muta di Shimizu, Minato no Nihon musume, con il suo fasto visivo e la creativa fusione di temi, stili e tecniche giapponesi e occidentali rappresenta uno dei capolavori dello stile Kamata della Shochiku. Il talento di Shimizu come regista di vitalità melodrammatica raggiunge il suo apice in questa vicenda di gelosia, violenza e trasgressione sessuale, in cui la potenza emotiva della trama di fondo è resa ancor più intensa dalla fantasia espressiva della regia. Il buon esito della costruzione drammatica dipende in larga misura dalla maestria con cui Shimizu padroneggia la composizione e il montaggio, oltre che dal suo notevole gusto per la sperimentazione formale; ma il film trae vantaggio anche dalle splendide interpretazioni di Michiko Oikawa, Yukiko Inoue e Ureo Egawa, nonché di Tatsuo Saito (uno degli attori preferiti di Ozu). Quando il film uscì, il critico Fuyuhiko Kitagawa scrisse che i ruoli interpretati da Oikawa e Saito (rispettivamente la signora della notte e il pittore) “dimostrano l’impareggiabile sensibilità di Shimizu”.
Il film, tratto da un racconto di Toma Kitabayashi, si svolge in gran parte nel porto cosmopolita di Yokohama e si concentra sulla vita di due donne, Sunako e Dora. La prima è innamorata di Henry, ma questi si unisce a una banda di criminali e viene sedotto da Yoko Sheridan; Sunako, spinta dalla gelosia, spara alla rivale e deve fuggire da Yokohama, per darsi poi alla prostituzione. Henry intanto sposa Dora e inizia una vita stabile e regolare. Ma quando Sunako ritorna a Yokohama, i destini delle due donne si incrociano nuovamente…
La lavorazione del film durò quattro mesi e mezzo, periodo di insolita lunghezza per Shimizu, che aveva fama di regista veloce. A causa di altri impegni di lavoro dell’attrice Michiko Oikawa, le riprese subirono un’interruzione durante la quale Shimizu realizzò il suo primo film sonoro, Nakinureta haru no onna yo (Donna che piange a primavera; 1933).
Mitsuyo Wada-Marciano ha scritto che il film “mette in scena i contrasti fra donne perdute e donne sposate, corpi giapponesi e corpi eurasiatici, spazi domestici e strade di Yokohama”. Per ottenere una maggiore autenticità, Shimizu perlustrò il quartiere a luci rosse di Yokohama insieme all’autore Kitabayashi. Nelle riprese in studio come in quelle in esterni, egli ama sottolineare l’atmosfera di una città multiculturale con transatlantici, chiese cristiane, dipinti di gusto occidentale e personaggi di sangue misto. Yukiko Inoue, che interpreta Dora, era a metà olandese, mentre Ureo Egawa (Henry) era in parte di origine tedesca. Michiko Oikawa (Sunako), era cristiana. Tuttavia, come osserva William M. Drew, “nonostante la presenza di tanti elementi di derivazione occidentale, il film rimane profondamente giapponese sia per quanto riguarda la gran parte del suo poetico linguaggio figurativo sia nell’etica prevalente”. Siamo di fronte a una delle opere più importanti della carriera di Shimizu e dell’intero cinema muto giapponese.
ALEXANDER JACOBY & JOHAN NORDSTRÖM