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Anno festival Sezione festival
2009 ALBATROS -- Evento speciale

Titolo film HARMONIES DE PARIS
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese France
Data uscita 1929
Produzione Films Albatros
Regista Lucie Derain

Formato   Velocità (fps)
35mm   18
     
Lunghezza   Durata
578 m.   28'

Fonte copia Cinémathèque française, Paris
   
Note copia Didascalie in francese / French intertitles

Cast
 
Altri credits
scen: Lucie Derain; f./ph: Nicolas Roudakoff
 
Altre informazioni
première: 5.12.1928, Vieux Colombier, Paris, con/with Les Deux Timides (presentazione alla stampa/press screening)

Solo domenica/Sunday only: accompagnamento musicale dal vivo di / live musical accompaniment by Touve R. Ratovondrahety (piano) & Patrick Carloni (voce/vocals).

La famiglia di Carloni è di Monteaperta in Friuli, anche se lui è nato e cresciuto a Parigi. Vincitore del concorso “Cité-Chansons” di Le Mans, combina lirica e blues nelle sue originali interpretazioni del repertorio delle canzoni e dei versi parigini. Touve è accompagnatore del balletto dell’Opéra Garnier a Parigi e organista della Église de Saint Eugène. Il suo accompagnamento pianistico è un “omaggio impressionistico a Debussy, Ravel, Satie”. / Carloni’s immediate family are from Monteaperta, in Friuli, though he was himself born and raised in Paris. Lauréat of the Le Mans “Cité-Chansons” competition, he combines lyric and blues in his original interpretations of the Parisian song and verse repertory. Touve is accompanist for the ballet of the Opéra Garnier, Paris, and organist of the Église de Saint Eugène. His piano accompaniment is an “impressionistic tribute to Debussy, Ravel, and Satie”.
 
Scheda film
Negli anni venti, la giornalista Lucie Derain svolse un ruolo non marginale nelle attività dei circoli cinematografici progressisti di Parigi, tra i seguaci di Delluc e Canudo, e collaborò spesso con le riviste di cinema d’avanguardia. Fu anche co-fondatrice del Ciné-Club de la Femme e, negli anni trenta, una fedele collaboratrice della neonata Cinémathéque, dove aiutò Henri Langlois nella programmazione dei film muti. La Derain ebbe un penchant particolare per la Albatros e per i suoi scenografi, che espresse in articoli quali “Un grand decorateur: Lochakoff” (Cinéa-Ciné pour tous, n. 28, 1° gennaio 1925) e “Les bons artisans du cinema. Nos décorateurs de films français. Boris Bilinsky” (Cinématographie française, 1° ottobre 1927).
Kamenka probabilmente volle premiare la sua fedeltà, producendole questo piccolo documentario, significativamente denominato “Harmonies” in luogo di un più altisonante “Sinfonia cittadina”. Uno dei migliori cameraman della Albatros, Nicolas Roudakoff, le fornì una prestazione magnifica, con inquadrature sorprendenti e sinuosi movimenti di macchina, panoramiche e carrelli – spesso organizzati a bordo di un’automobile – di straordinaria stabilità. Con le sue distorsioni à la mode, le sovrimpressioni e il rapido montaggio delle luci notturne della città, la Derain si impegna a fondo per dimostrare la sua asserzione che “il cinema è di per sé una forma d’arte moderna”. (“L’art moderne à l’écran, Décoration, architecture sous les lumières”, in Cinémagazine, n. 4, 27 gennaio 1928).
Ma sotto l’eleganza di superficie, la sua immagine della città è piuttosto convenzionale e prevedibile. Il film si apre spiritosamente con il primo piano del nome stampato su muso di un aereo da trasporto: “Albatros”. Le brevi sequenze che seguono offrono: “Notre Dame de Paris, anima della nostra città. Febbre moderna. Dovunque, a Parigi sorge il passato. Ville con giardini, angoli romantici… Sobborghi, il cuore tumultuoso di Parigi. Prospettive incomparabili. Montparnasse. ELEGANZA! LAVORO. Notturno… La dolcezza del vivere. Armonia!”
Il risultato è una serie di gradevoli e nostalgiche cartoline, e benché il giudizio comparativo di Jacques Aumont a favore di Ruttmann (in La persistance des images, Cinémathèque française, 1996) appaia eccessivamente severo nei confronti della Derain, non è tuttavia del tutto infondato: “… a chi si rivolge tutto questo? Aprendo il proprio film [Berlin, Symphonie einer Grosstadt, 1927] con l’immagine di un treno che trasporta gli operai dai sobborghi cittadini, Ruttmann dà una risposta chiara: Lucie Derain, nel suo modo garbato, ci dà anche lei una risposta, ma non è propriamente la stessa. Le prime sequenze del film ci mostrano alcuni aerei di linea (all’epoca usati esclusivamente dal turismo di lusso); poi vediamo scendere a terra i passeggeri borghesi nelle loro mises dell’epoca, talmente brutti e penosamente ridicoli da indurci quasi a perdonarli per la loro rovinosa calata in città, portatori di una visione stereotipata che non gli permetterà di vedere alcunché, pronti a far danni e a ripartire senza nemmeno aver capito dove sono stati… Quaranta anni dopo, Tati dirà la verità su questo tipo di turismo, in Playtime. Lucie Derain sembra quasi rimpiangere di non essere arrivata sullo stesso aereo coi turisti; o almeno fa del suo meglio per farcelo credere.”
Il film è stato restaurato nel 1995 a partire da una copia nitrato in bianco e nero depositata alla Cinémathèque française dal produttore Alexandre Kamenka. – DAVID ROBINSON