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Anno festival Sezione festival
2009 ALBATROS

Titolo film CE COCHON DE MORIN
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese France
Data uscita 11 aprile 1924
Produzione Films Albatros
Regista Viatcheslav Tourjansky

Formato   Velocità (fps)
35mm   18
     
Lunghezza   Durata
1397 m.   68'

Fonte copia Cinémathèque française, Paris
   
Note copia Didascalie in francese / French intertitles

Cast
Nicolas Rimsky (Morin), Denise Legeay (Henriette), Jacques Guilhène (Labarbe), Louis Montfils (zio/uncle Tonnelet), René Donnio (pianista/nightclub pianist), K. Melnikova (Madame Morin);
 
Altri credits
scen: V. Tourjansky, Nicolas Rimsky, dal racconto di/from the short story by Guy de Maupassant (1882); f./ph: Nicolas Toporkoff; scg./des: Alexandre Lochakoff, Édouard Gosch
 
Altre informazioni
 
Scheda film
Adattata tre volte per lo schermo (nel 1923, 1932 e 1956), la novella di Guy de Maupassant Ce cochon de Morin apparve per la prima volta sul quotidiano Gil Blas il 21 novembre del 1882, sotto il ‘nom de plume’ di Maufrigneuse – malgrado Maupassant all’epoca fosse già uno stimato novelliere. L’adattamento di Tourjansky e Rimsky ne segue abbastanza fedelmente la storia. Morin, un piccolo commerciante di La Rochelle, come strascico della sbronza notturna che ha concluso una trasferta di lavoro parigina, aggredisce, sul treno del ritorno, una giovane donna, Henriette, nel maldestro tentativo di rubarle un bacio. La punizione si risolverà in un’accusa per violazione della pubblica decenza e nel poco vezzeggiativo “quel porco di Morin” che gli verrà affibbiato in eterno dai suoi concittadini.
Perfino alcune delle didascalie dialogate del film riprendono, parola per parola, il testo di Maupassant. L’unica differenza riguarda la trama, che nella seconda parte del film si discosta dall’originale, pur rispettandone lo spirito. Morin si rivolge al suo amico Labarbe, editore del quotidiano locale, perché lo aiuti a uscire da quella situazione disastrosa convincendo l’irascibile zio della vittima a ritirare la sua denuncia. Nella novella, Labarbe si reca dallo zio offeso nella tenuta di Mauzé in compagnia del suo co-editore. Quest’ultimo perde il capo per Henriette e si lancia in un assalto erotico à la Morin, pur se, obtorto collo, decide infine di lasciarla in pace. Il film, nondimeno, aggiunge alla vicenda un tocco di esilarante malizia e anche un’appendice romantica: Labarbe si reca a Mauzé con lo stesso Morin, dove Labarbe riconosce in Henriette una sua vecchia fiamma, di cui otterrà la mano, dopo una nottata di farseschi scambi di persona.
Malgrado l’aggiornamento temporale della vicenda e questi cambiamenti – ma forse si potrebbe addirittura parlare di miglioramenti – la trama del film non tradisce affatto lo spirito della novella di Maupassant e, in particolare, le sue sardoniche riflessioni sulle reazioni contrastanti alle molestie sessuali se queste sono commesse da un attempato commerciante o da un affascinante trentenne. Sia nella novella che nel film, Henriette dice tranquillamente a Labarbe: “Oh, vous ce n’est pas la même chose”. Anche le scene farsesche del gioco degli equivoci finale – che i critici dell’epoca ammirarono come “una farsa di Feydeau diretta da Firmin Gémier o Jacques Copeau”. (Jean Pascal in Cinémagazine, 7 marzo 1924) – sono esattamente come le descrive Maupassant.
Fedele allo spirito, se non sempre alla lettera, il film si avvale in compenso di una interpretazione visiva assai vivace e affatto originale. Tourjansky abbraccia con entusiasmo le ultimissime tecniche di montaggio e di ripresa, dallo stravagante tour-de-force della sequenza iniziale, dove viene descritta una notte di bagordi senza freni, di crescente ubriacatura e di fantasie sessuali vista completamente in soggettiva attraverso gli occhi di Morin. Le scenografie sono disegnate dai russi Ivan Lochakoff e Eduard Gosch, con il talento e attenzione per i dettagli che sono loro consueti; mentre gli esterni di La Rochelle sono valorizzati al meglio dal virtuosismo del cameraman Nicolas Toporkoff: veloci movimenti di macchina e carrellate seguono in modo impeccabile il tragitto disperato di Morin attraverso la città.
Inevitabilmente, il film ruota intorno a Nicolas Rimsky e al suo ritratto di Morin, che lanciò la sua carriera di attore comico. Rimsky (1886-1941) iniziò la propria carriera cinematografica in Russia, nel 1916, con un piccolo ruolo al fianco di “Poxon”, il John Bunny russo, ma a partire dalla fine di quello stesso anno lavorò in esclusiva per la società di Ermoliev, con cui girò oltre 30 film da protagonista prima di emigrare in Francia. Nel 1920 si trasferì con Ermoliev a Parigi, dove fu una stella fissa della Albatros, per la quale diresse anche quattro film. Purtroppo nulla sappiamo invece dell’altra russa nel cast del film, K. Melnikova, che interpreta la moglie terribile di Morin.
DAVID ROBINSON