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Anno festival Sezione festival
2009 ALBATROS

Titolo film LA NUIT DU 11 SEPTEMBRE
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese France
Data uscita 1 settembre 1919
Produzione Ermolieff-Films
Regista Dominique Bernard-Deschamps

Formato   Velocità (fps)
35mm   18
     
Lunghezza   Durata
957 m.   47'

Fonte copia Cinémathèque française, Paris
   
Note copia lg. or./orig. l: ?
Didascalie in francese e inglese / French & English intertitles
col. (imbibizione/tinted)

Cast
Vera Karally (Renée de Brucourt), Eugénie Boldireff (Sophie Sterouska), Séverin-Mars (Jean Malory), Paul Vermoyal (Ivan Goubine), Henri Svoboda (Daniel de Maldrée)
 
Altri credits
scen: Dominique Bernard-Deschamps; dal romanzo/from the novel Le Crime de Jean Malory di/by Ernest Daudet (1877); f./ph: [Joseph-Louis Mundviller]
 
Altre informazioni
riprese/filmed: inverno/winter 1919
 
Scheda film
Prima ancora che Lenin firmasse il decreto di nazionalizzazione dell’industria cinematografica privata, Joseph Ermolieff (Josif Yermoliev), all’epoca al lavoro a Yalta, aveva già deciso di trasferire la sua società di produzione in Francia. Il 4 aprile 1919 partì alla volta di Parigi, dove siglò un accordo commerciale con i suoi ex datori di lavoro Pathé. Di li a breve fondò la sua “Ermolieff-Films. Moscou-Paris-Yalta”, e nel giro di pochi mesi varò la sua prima produzione francese, La nuit du 11 septembre (La notte dell’11 settmbre). Il film fu completato prima che Ermolieff tornasse a Yalta nel gennaio del 1920, per riportare con sé in Francia i suoi principali collaboratori russi. A causa dei problemi sorti con la censura, il film venne tuttavia distribuito solo il 1° settembre 1922, poco prima che la compagnia diventasse la Albatros. Il film figura nell’inventario della Albatros, ma le informazioni relative alla sua produzione sono molto scarse.
Ermolieff scelse un soggetto e un regista francesi. Le Crime de Jean Malory era stato scritto nel 1877 da Ernest Daudet (1837-1921), un prolifico scrittore di notevole talento, ma eternamente perseguitato dalla qualifica di “fratello maggiore di Alphonse Daudet”. Il regista Dominique Bernard-Deschamps (1892-1966) ebbe una carriera molto sporadica, e della dozzina di film da lui girati tra il 1908 e il 1940 in genere si ricordano solo alcuni titoli sonori, tra cui l’eccellente Le rosier de Madame Husson, Monsieur Coccinnelle (1938), garbata satira della piccola borghesia francese, e, forse solo grazie alla bizzarra performance di von Stroheim in un cast all-star, Tempête (1940). Molto probabilmente fu Pathé a raccomandare il giovane regista, che aveva appena realizzato due film per la loro società.
La copia sopravvissuta del film dura all’incirca 45 minuti – in origine risulta che raggiungesse i 70 minuti – ma i segni di brusche spezzature sono molto pochi. Nondimeno, una versione così stringata del romanzo di Daudet, diventa, dal punto di vista stilistico-narrativo, una sorta di graphic-novel, soprattutto nelle scene di puro horror della parte finale.
La storia inizia su un campo di battaglia, dove l’ufficiale Jean Malory incontra un sinistro spazzino, Ivan Goubine, che si rivela in grado di rispecchiare e stimolare la parte più oscura della sua personalità. Un ufficiale morente, il comandante Maldrée, lo implora di aiutare la sua fidanzata a prendersi cura del suo figlioletto orfano di madre, ma Malory ne approfitta per derubare la donna e bruciarle la casa. Lei riesce a mettersi in salvo, ma perde la ragione. Anni dopo, grazie alla ricchezza acquisita in modo illecito, Malory, ora barone de Brucourt, vive in un castello insieme alla sorella Renée. Caso vuole che Renée incontri il figlio del comandante Maldrée e se ne innamori. Però Malory/Brucourt ha promesso la mano della sorella al sinistro principe Bebleden, che poi altri non è se non Ivan Goubine…
Goubine è interpretato da Paul Vermoyal (1888-1925), che ha lo stesso sguardo di Conrad Veidt e che, nei contorcimenti corporei e facciali, anticipa le più stravaganti e orripilanti interpretazioni dell’espressionismo tedesco: non a caso era stato uno degli attori del Grand Guignol, tra le cui file fu scoperto da Abel Gance che lo volle nel suo Le droit à la vie (1917). Jean Malory è il flemmatico Sévérin-Mars (1873-1921), primo attore di Gance in J’accuse e La Roue, che lavorerà nuovamente con Bernard-Deschamps in L’agonie des aigles (1922), da una sceneggiatura di Julien Duvivier. Per completare il cast principale, Ermolieff scritturò invece alcuni celebri attori russi émigrés, a quanto pare casualmente di passaggio a Parigi nello stesso periodo. Renée è interpretata da una delle più grandi star di Bauer e dello studio Khanzhonkov, Vera Karalli (1889-1972), che era stata anche una ballerina solista del teatro Bolshoi. (In quanto amante del granduca Dmitri Pavlovich, la Karalli fu sempre sospettata di far parte dei congiurati e di aver assistito all’omicidio di Rasputin nel dicembre del 1916, anche se il suo nome non fu mai rivelato dagli esecutori materiali, il principe Dmitry e il principe Felix Yusupov.) Henri Svoboda, che qui interpreta il giovane Maldrée, era anch’egli un celebre ballerino solista dell’Imperial Ballet. Comœedia (7 dicembre 1919) annunciò che la Karalli e altri tre primi ballerini dell’Imperial Ballet – Svoboda, Eugenia Boldireff e Tourievsky (il cui ruolo nel film non è stato identificato) – sarebbero apparsi in La nuit du 11 septembre, e che avevano in programma di partecipare ad altri film, tra cui Madelon e La marche funèbre, nessuno dei quali risulta essere mai stato realizzato. La Karalli, col nome di Vera Caroly, avrebbe interpretato solo un altro film, il tedesco Die Rache einer Frau (1921).
Pur non disponendo Ermolieff del suo staff abituale di scenografi, il film è visivamente magnifico, in primis le suggestive riprese di sagome che si stagliano contro il cielo nella sequenza iniziale del campo di battaglia. Non è invece ben chiarito dove furono girati gli interni, anche se è assai probabile (dato l’uso di set angusti con una visione prospettica lunga e stretta) che Ermolieff abbia usato lo studio Pathé di Montreuil, che prenderà in affitto il 16 luglio del 1920 dopo la fondazione della Société-Ermolieff-Cinéma. Studi recenti accreditano la fotografia a Nicolas Toporkov, ma all’epoca Toporkov era uno dei cameraman al seguito dell’armata “bianca” del generale Wrangel, e arrivò in Francia solo nel 1920, unendosi a Ermolieff nel 1921. Pertanto è molto più verosimile che Ermolieff abbia usato lo staff tecnico di Pathé.
Il titolo si giustifica solo con l’iscrizione che appare incisa sulla tomba della moglie di Jean Malory, che muore all’inizio del film: “Jeanne Malory …11 settembre 1919”.
Il film fu restaurato nel 1994 da una copia di distribuzione canadese dell’epoca, acquisita nei primi anni di attività della Cinémathèque Française, con didascalie in francese e in inglese. L’imbibizione originale è stata riprodotta nel 2009. – DAVID ROBINSON