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Anno festival Sezione festival
2009 Sherlock e gli altri: il detective inglese nel cinema muto -- Prog. 7

Titolo film INSCRUTABLE DREW, INVESTIGATOR: Ep. 5, “The Moon Diamond”
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese GB
Data uscita 1926
Produzione F.H.C. Pictures
Regista A.E. Coleby

Formato   Velocità (fps)
35mm   22
     
Lunghezza   Durata
1762 ft.   21'

Fonte copia BFI National Archive, London
   
Note copia Didascalie in inglese / English intertitles

Cast
Henry Ainley (Ispettore/Inspector Victor Drew)
 
Altri credits
prod: George H. Cricks; scen: Eliot Stannard, A.E. Coleby; f./ph: Stanley Mumford
 
Altre informazioni
 
Scheda film
Inscrutable Drew, Investigator apparve tra il 1924 ed il 1926 come una serie in 12 episodi. Discendente dagli investigatori alla Sherlock Holmes e Martin Hewitt, lo spiccio detective Victor Drew risolve col ragionamento metodico i vari casi criminali affidatigli da poliziotti meno intelligenti: ha “capacità di concentrazione” come dichiara una didascalia in “The Moon Diamond”. Ha anche i segni esteriori tipici del personaggio assistito com’è da Dracos, il fedele aiutante di indefinibile provenienza, in un ufficio arredato quel tipo di mobilio pesante e di spade appese come decorazione alle pareti che rafforzano la gravità del nostro. In effetti, si vorrebbe che Drew sorridesse almeno un pochino, ma allora non sarebbe più “imperscrutabile”.
“The Moon Diamond” è il quinto episodio della serie e, benché diretto con poca immaginazione da A.E. Coleby verso la fine della sua carriera, suscita interesse per come mette insieme eventi d’attualità e pregiudizi comuni. Il generale Fang arriva a Londra dalla Cina con un diamante rubato, sottratto ad un tempio conquistato durante un recente assedio. Progetta di vendere la gemma e, con il ricavato, comprare armi che poi rispedirà verso Est per aiutare la sua causa. Il 1926 fu un anno particolarmente difficile per la Cina, già divisa dai signori della guerra ed impantanata in un crescente settarismo. “The Moon Diamond” non spiega nei dettagli la causa di Fang, ma il nodo del mistero sta decisamente nelle forze cinesi di opposizione segretamente attive sul suolo britannico, anche se, a differenza di Fu-Manchu, non sono interessate a dominare il mondo.
Il tema cinese permette a Coleby (e al suo scenografo, non citato nei titoli) di indulgere in un po’ di visite ai bassifondi delle fumerie d’oppio post Fu-Manchu, dove gente dell’alta società in abito da sera cerca brividi mischiandosi nei cubicoli a coolies drogati. Oltre ad alimentare la paura del Pericolo Giallo, “The Moon Diamond” gioca anche la carta del russo dalla doppia faccia, nella persona di una donna senza scrupoli di nome Olga che si rivela in combutta con Li Chang, il domestico del generale Fang.
Coleby aveva da poco lasciato la Stoll per formare la F.H.C. Pictures – le iniziali inglesi stanno per Fede, Speranza e Carità, nome piuttosto strano per una casa di produzione. A lui è attribuita la sceneggiatura di “The Moon Diamond”, scritta insieme con Eliot Stannard, meglio noto oggi come lo sceneggiatore di gran parte dei film muti di Hitchcock. Le storie di crimini e misteri erano già congeniali a Stannard prima di Hitchcock – aveva curato l’adattamento della prima versione britannica dell’influente lavoro di Fergus Hume The Mystery of a Hansom Cab (1915) e, in una simpatica unione dei nostri temi, nello stesso anno aveva scritto la trama di London’s Yellow Peril.
La copia del BFI, una ristampa della Crest Films, contiene un cartello di chiusura molto sorprendente, ovviamente anomalo: “Un film 20th Century Fox”. – JAY WEISSBERG