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Anno festival Sezione festival
2007 Fuori quadro

Titolo film [KALEIDOSCOPE]
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese USA
Data uscita circa 1925
Produzione Kodak Research Laboratories
Regista Loyd A. Jones

Formato   Velocità (fps)
35mm   22
     
Lunghezza   Durata
220 m.   c.9'

Fonte copia George Eastman House, Rochester, NY
   
Note copia colore/colour
Senza didascalie; titolo di testa in inglese / No intertitles; main title in English.

Cast
 
Altri credits
Prod.,Loyd A. Jones
 
Altre informazioni
 
Scheda film
La fonte per questo restauro sono stati due film su supporto nitrato donati alla George Eastman House dai Laboratori di Ricerca Kodak nel 1961. Entrambi i film, un negativo in bianco e nero e un positivo a colori, erano privi di titoli ed apparivano incompleti. Il negativo era composto di due brevi sezioni e parte del positivo era stata precedentemente rimossa a causa di decomposizione. Entrambe le scatole mostravano però lo stesso titolo, Kaleidoscope. La scatola contenente il positivo a colori indicava anche la tecnica di colorazione del film, Kodachrome a due colori, e l’autore dell’esperimento, dott. Jones. Di conseguenza, all’arrivo alla George Eastman House, il positivo fu facilmente identificato mentre il negativo, che mostrava coppie di fotogrammi esposti attraverso due diversi filtri colorati, fu originariamente considerato un negativo ottenuto con il procedimento Kinemacolor.
Attorno alla metà degli anni Venti, Loyd A. Jones, capo del Dipartimento di Fisica dei Laboratori di Ricerca Kodak, lavorava alla produzione di immagini colorate in movimento usando prismi di vetro e dischi ricoperti di uno strato di gelatina variamente pigmentata. Il movimento rotatorio di questi dischi veniva poi fotografato con la tecnica Kodachrome a due colori, un procedimento che, diversamente dal successivo Kodachrome reversal, presupponeva il passaggio negativo-positivo.
Kaleidoscope fu il risultato di uno di questi esperimenti. In un saggio pubblicato nel 1928 dalla Società degli Ingegneri Cinematografici e intitolato La riproduzione di forme e colori in movimento attraverso il Caleidoscopio Cinematografico, lo stesso Jones spiega: “Utilizzando il principio del caleidoscopio altamente perfezionato sotto l’aspetto ottico ed un disco riproducente forme colorate che ruota con moto uniforme a bassa velocità, è possibile ottenere disegni dinamici di straordinaria bellezza e simmetria che mostrano una successione di variazioni davvero notevoli. Gli effetti così ottenuti possono essere filmati mediante la cinematografia a colori e poi normalmente proiettati su uno schermo appropriato.”
Forse Kaleidoscope non fu mai proiettato per un pubblico pagante; eppure in quegli stessi anni simili film sperimentali prodotti dalla Kodak raggiunsero il pubblico. Nel saggio citato, lo stesso Jones scrive che “Mobile Color, un film che mostra queste immagini caleidoscopiche, è stato proiettato a Rochester nel corso della regolare programmazione del Teatro Eastman”. Il New York Times riporta inoltre che al Teatro Cameo, la sera del 19 marzo 1926, Color Dynamics, “un affascinante studio di forme prismatiche” prodotto dai Laboratori di Ricerca Kodak, faceva parte, assieme a The Pilgrim di Charlie Chaplin e Ballet mécanique di Fernand Léger e Dudley Murphy, del programma d’apertura per The Three Wax Works [Das Wachsfigurenkabinett] di Paul Leni.
I colori insoliti e le evoluzioni psichedeliche di Kaleidoscope non mancheranno di affascinare anche il pubblico di oggi. – DANIELA CURRÒ