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Anno festival Sezione festival
2005 La luce dell’oriente: omaggio al cinema giapponese
Shochiku 110 - Naruse 100 -- Prog. 4

Titolo film KAGIRINAKI HODO
Titolo alternativo 1 [LA STRADA SENZA FINE]
Titolo alternativo 2 [STREET WITHOUT END]
Titolo alternativo 3
Paese Japan
Data uscita 26 aprile 1934
Produzione Shochiku
Regista Mikio Naruse

Formato   Velocità (fps)
35mm   24
     
Lunghezza   Durata
7835 ft.   87'

Fonte copia
   
Note copia Didascalie in giapponese sottotitolate in inglese / Japanese intertitles, English subtitles

Cast
Setsuko Shinobu, Akio Isono, Hikaru Yamanouchi, Nobuko Wakaba, Fumiko Katsuragi, Shinichi Tanaka, Chiyoko Katori, Ichiro Yuki, Yukiko Inoue
 
Altri credits
sogg./story: dal romanzo di/from the novel by Komatsu Kitamura; adatt./adapt: Jitsuzo Ikeda; f./ph: Suketaro Ikai
 
Altre informazioni
 
Scheda film
Mentre si reca ad un appuntamento con il fidanzato Harada, Sugiko è investita da un’auto e viene portata all’ospedale. L’ignaro Harada crede erroneamente di essere stato tradito e se ne torna nella sua città natale. Yamauchi, il conducente dell’auto che ha investito Sugiko, le chiede di sposarlo. La ragazza accetta, salvo scoprire che lo stile di vita borghese della famiglia di lui non le si addice. Così lo lascia e ritorna al suo lavoro di cameriera. Yamauchi non vuole perderla, ma muore e Sugiko ricomincia una nuova vita.
Naruse aveva esordito come regista nel 1930: se si fosse trovato a lavorare in Nord America o in Europa, avrebbe subito diretto film sonori. Benché fosse stata la prima casa cinematografica giapponese a mettere a punto, nel 1931, un proprio sistema sonoro (lo Tsuchihashi), la Shochiku continuò a produrre sia film muti che parlati – oltre a molte ibride “versioni sonore” – fino al 1936, quando venne chiuso lo studio di Kamata. La società continuò a tenere Naruse nel ruolo ufficiale di assistente alla regia, senza dargli la possibilità di dirigere un vero film sonoro, cosicché egli decise di passare alla P.C.L., la futura Toho. Fu questo pertanto il suo ultimo film per la Shochiku ed il suo ultimo film muto. Anche se non ha la stessa levatura dei suoi precedenti lavori – Kimi to wakarete (Dopo la nostra separazione) e Yogoto no yume (Sogni di una notte) –, possiamo ugualmente apprezzarne il cosiddetto “modernismo alla Kamata” (si veda, in proposito, nel prog. 8, la nota per il film del 1929 di Shimizu, Fue no shiratama [Un cuore eterno]), espresso tramite personaggi quali la protagonista che cambia spesso partner e la sua amica che vuol fare l’attrice di cinema. – FUMIKO TSUNEISHI