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Anno festival Sezione festival
2003 Mosjoukine: i sentieri dell'esilio

Titolo film LA MAISON DU MYSTÈRE
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese France
Data uscita 1921-23
Produzione Ermolieff-Cinéma / Films Albatros
Regista Alexandre Volkoff

Formato   Velocità (fps)
35mm   18
     
Lunghezza   Durata
3260m   159'

Fonte copia Cinémathèque Française
   
Note copia Didascalie in francese / French intertitles.

Cast
Ivan Mosjoukine, Charles Vanel, Nicolas Koline, Hélène Darly, Francine Mussey, Wladimir Strijewsky, Simone Genevois, Bartkevich
 
Altri credits
sc.: Alexandre Volkoff, Ivan Mosjoukine, based on the novel by Jules Mary (1921); ph.: Joseph-Louis Mundwiller, Nicolas Toporkoff; art dir.: Alexandre Lochakoff, Edouard Gosch
 
Altre informazioni
released: 15.3.1929 (feature film version)
 
Scheda film
La Maison du mystère appartiene a quel manipolo di serial muti francesi che sono sopravvissuti e di cui sono stati restaurati sia i singoli episodi della versione originale sia il lungometraggio in cui sono stati condensati. Benché i serial (chiamati in Francia "cinéromans" o "films à episodes") costituissero un pezzo forte dell'industria cinematografica francese durante e dopo la Grande Guerra, le case di produzione (specie la potente Société des Cinéromans, affiliata alla Pathé) erano costrette a prepararne versioni ridotte per l'esportazione e per successive ridistribuzioni nazionali. L'esule russo Joseph Ermolieff produsse in Francia tre serial, tutti nel 1921 e tutti adattati da "roman-feuilletons" di Jules Mary, uno specialista del genere che ebbe un fenomenale successo e che scrisse molti famosi melodrammi sul tema dell'errore giudiziario, argomento cui coloro i quali avevano subito l'ingiustizia dell'esilio come i tecnici e gli artisti che avevano lavorato negli studi di Ermolieff a Mosca e Yalta devono essere stati parecchio sensibili. I primi due serial, La Pocharde e La Fille sauvage, furono diretti entrambi dall'attore francese, divenuto regista, Henri Etiévant, con cast misti franco-russi, ma non hanno lasciato tracce negli annali della storia del cinema né negli archivi.
Iniziata nell'estate 1921 da Alexandre Volkoff (con l'importante - sebbene non citato nei credits - apporto dato come regista della seconda unità da un collega dello studio, Viatcheslav Tourjansky), la lavorazione di La Maison du mystère dovette essere sospesa per sei mesi quando Ivan Mosjoukine contrasse la febbre tifoide. Completata finalmente nell'estate del 1922 (sotto l'egida di Alexandre Kamenka e Noë Bloch, i nuovi signori della colonia cinematografica russa di Montreuil dopo che Ermolieff aveva deciso di fare base a Monaco), la pellicola fu presentata agli esercenti solo in novembre ed uscì (in 10 puntate, una alla settimana) a partire dal marzo del 1923.
Il successo fu immediato ed enorme. Critici che prima avevano bollato il serial come rozzo e triviale esagerarono perfino con gli elogi per l'elegante aggiornamento dei cliché melodrammatici praticato in La Maison, per la sua squisita eleganza pittorica e l'immaginazione narrativa, per non parlare della completa credibilità delle interpretazioni. Per Mosjoukine segnò, dopo quattro successi di stima, la consacrazione definitiva e servì, ancora una volta, come vetrina per il suo multiforme talento. Il serial lanciò anche Charles Vanel (che diede nuova linfa alla melodrammatica scuola dei cattivi imprecanti "Maledizione! Sconfitto di nuovo!") ed il prodigioso Nicolas Koline, un ex comico del Teatro dell'Arte di Mosca giunto in Francia con il famoso cabaret di Nikita Balief "Il pipistrello" e poi passato a Montreuil.
Quella proposta dalle Giornate è la versione condensata del serial, il lungometraggio uscito nel 1929 e nel 1985 amorevolmente restaurato da Renée Lichtig (che nel 1992 avrebbe concluso la sua accurata ricostruzione della versione originale a episodi). È riduzione fatta abbastanza abilmente - da 8800 metri si passa a 3200 - che acquista in ritmo quanto perde in particolari e chiarezza narrativa. I pezzi forti ci sono quasi tutti (dalla magnifica scena delle nozze presentate come un gioco d'ombre nello stile di Beardsley alla fuga dalla colonia penale), anche se a volte sono stati accorciati (come la lotta omerica tra Mosjoukine e Vanel nella casa sulla rupe). Il comico corteggiamento di Hélène Darly ad opera di Mosjoukine, sotto l'albero, è stato eliminato, come il ritorno dell'eroe nei panni di un clown - un'interpolazione drammatica del romanzo originale che Mosjoukine e Volkoff dovettero lottare per imporre all'autore, il quale morì prima della fine delle riprese. - Lenny Borger