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Anno festival Sezione festival
2003 Mosjoukine: i sentieri dell'esilio

Titolo film CASANOVA
Titolo alternativo 1
Titolo alternativo 2
Titolo alternativo 3
Paese France
Data uscita 1927
Produzione Ciné-Alliance / Société des Cinéromans
Regista Alexandre Volkoff

Formato   Velocità (fps)
35mm   20
     
Lunghezza   Durata
3600m   158'

Fonte copia Cinémathèque Française
   
Note copia Didascalie in francese / French intertitles.

Cast
Ivan Mosjoukine, Diane Karenne, Rina de Liguoro, Suzanne Bianchetti, Jenny Jugo, Olga Day, Rudolph Kleine-Rogge, Paul Guidé, Carlo Tedeschi, Nina Kochitz, Raymond Bouamerane, Albert Decoeur
 
Altri credits
sc.: Alexandre Volkoff, Ivan Mosjoukine, Norbert Falk; ph.: Léonce-Henri Burel, Nicolas Toporkoff, Fedote Bourgassoff; art dir.: Alexandre Lochakoff, Vladimir Meingart, Edouard Gosch
 
Altre informazioni
released: 13.9.1927
 
Scheda film
Sontuoso, agile, traboccante d'arguzia ed immaginazione, Casanova fu il regalo d'addio di Mosjoukine all'Europa prima della sfortunata avventura professionale americana. Nel 1927 l'attore era sulla cresta dell'onda: Michel Strogoff non solo aveva riscosso un enorme successo in Europa, ma era anche stato scelto per essere distribuito in America (dalla Universal, che al contempo offrì a Mosjoukine un contratto per la realizzazione a Hollywood di più film, contratto che si sarebbe rivelato peggiore di un patto col diavolo).
Sul versante della critica, le cose stavano diversamente: molti ammiratori di Mosjoukine storsero il naso nel vederlo sprecare il suo talento in un filmone commerciale come Strogoff, e Casanova non fece altro che peggiorare la situazione: era una superproduzione ancor più spettacolarmente vuota (ed altrettanto lunga!) di Strogoff e non poteva vantare neanche l'alibi letterario di Giulio Verne. Per critici nobili come Léon Moussinac, Casanova non era riuscito ad essere "una descrizione critica della decomposizione sociale della Venezia del XVIII secolo, la denuncia di un'epoca di bassi piaceri e vili crudeltà".
Ma gli autori di Casanova non avevano mai preteso di avere nobili scopi. E il pubblico, giustamente, prese il film per quello che era: un divertissement tra i più grandi, gustosi ed eleganti mai prodotti in Francia o in Europa. Casanova non era un film biografico, ma una fantasia storica, una commedia epica basata su un libertino storicamente esistito che sfruttava tutte le possibilità del film in costume facendosi contemporaneamente beffe delle sue convenzioni (per esempio, la splendida gag sullo strascico assurdamente lungo di Caterina la Grande). Volkoff, qui al massimo della classe, superò se stesso scena dopo scena, mescolando commedia raffinata e farsa, momenti di sbalorditiva spettacolarità e marivaudage, inseguimenti picareschi e crogiolamento nostalgico (ancor più di Strogoff, Casanova offrì a Volkoff e compagni d'esilio il destro per rievocare la patria perduta nelle Alpi francesi e sulle rive della Senna).
Per Mosjoukine il ruolo di Casanova fu un momento di pura détente comica, fino alla parodia di sé. È evidente che egli si diverte un mondo a parodiare i grandi seduttori di Cinelandia, incluso se stesso. Casanova è l'anti-Kean ed al tempo stesso una tra le migliori interpretazioni comiche di Mosjoukine. Stranamente, uno dei sostenitori del film e del suo interprete fu Jean Mitry, che ne scrisse in termini lusinghieri in una recensione del 1927. Quarant'anni dopo avrebbe però rinnegato entrambi nella sua monografia sull'attore, riducendolo al ruolo di "élégant mannequin, régisseur des élégances".
Casanova è stato nell'era del muto il precursore - assai più riuscito - di quello che oggi si definisce con disprezzo "Europudding". I produttori, Noë Bloch e Gregor Rabinovitch, avendo creato la Ciné-Alliance dalle ceneri della Ciné-France-Film, con il sostegno finanziario della Société des Cinéromans e dell'UFA, decisi a realizzare il sogno di un cinema europeo che potesse opporsi allo strapotere di Hollywood. I titoli di Casanova sembrano un "Chi è?" cinematografico, con collaboratori russi, francesi, tedeschi ed italiani nei posti chiave, dal miglior sceneggiatore dell'UFA, Norbert Falk, alla diva russa Nina Kochitz. Purtroppo, partito Mosjoukine, la Ciné-Alliance entrò in crisi. La spettacolare produzione successiva, Geheimnisse des Orients o anche Shéhérezade (La meravigliosa notte), ispirata alle Mille e una notte non reggeva il confronto con Casanova. Peggio ancora, induceva a pensare che il talento di Volkoff no bastasse senza la presenza e il contributo artistico di Mosjoukine. Quando questi rientrò da Hollywood per ottemperare al resto del suo contratto con la Universal negli studi berlinesi, era ormai troppo tardi. Manolescu (Manolesco) e Der weisse Teufel (Il diavolo bianco), diretti rispettivamente da Tourjansky e Volkoff, rappresentarono un discreto ritorno di forma, ma nel frattempo era arrivato il cinema sonoro: per Mosjoukine e per molti dei suoi compagni d'esilio la festa era finita. - Lenny Borger