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Anno festival Sezione festival
2001

Titolo film KURUTTA IPPEIJI
Titolo alternativo 1 PAGE OF MADNESS, A
Titolo alternativo 2 [PAGINA FOLLE, UNA]
Titolo alternativo 3
Paese Japan
Data uscita 1926
Produzione Shin Kankaku-Ha Eiga Renmei
Regista Kinugasa, Teinosuke

Formato   Velocità (fps)
35mm   24
     
Lunghezza   Durata
5299 ft.   59'

Fonte copia George Eastman House
   
Note copia Senza didascalie / No intertitles.

Cast
Masao Inoue (tuttofare / odd job man)
Yoshie Nakagawa (sua moglie / his wife)
Ayako Iijima (sua figlia / his daughter)
Hiroshi Nemoto (un giovane / a young man)
Misao Seki(medico / a doctor)
Minoru Takase (primo pazzo / first madman)
Kyosuke Takamatsu (secondo pazzo / second madman)
Tatsu Tsuboi (terzo pazzo / third madman)
Eiko Minami (una ballerina / a dancing girl)
 
Altri credits
Kinugasa, Teinosuke (prod., ed., sc.)
Kawabaya, Yasumari (sc.)
Minoru Inuzuka (sc.)
Banko Sawata (sc.)
Sugiyama, Kobei (ph.)
Ozaki, Chiyo (art dir.)
 
Altre informazioni
Accompagnamento musicale di / Musical accompaniment by Teho Teardo.
Il film, realizzato nel 1926, è ambientato in un manicomio: rappresenta un dramma familiare legato alla perdita degli affetti, alla follia e alla reclusione. Sorprendentemente attuale, è stupefacente sia per il montaggio veloce e dinamico, sia per la capacità espressiva degli attori. La colonna sonora, scritta ed eseguita dal vivo in occasione delle Giornate da Teho Teardo, lungi dal voler ricreare atmosfere legate al Giappone degli anni 20, ha cercato un parallelo emotivo, piuttosto che filologicamente cronologico, ottenendo sonorità decisamente contemporanee, alcune derivanti dalla sintesi digitale, altre da strumenti tradizionali, quali ad esempio gli archi, il flauto e il pianoforte, in un continuo incontro tra elettronico ed acustico, tra contemporaneità e tradizione. Per raccontare in modo autentico sentimenti sempre presenti sono nati suoni di oggi, con la musica e gli strumenti che appartengono al nostro presente: computer, campionatori, mixer, sintetizzatori La musica elettronica diventa quindi un tramite sincero di scrittura e narrazione per seguire e commentare immagini anche lontane nel tempo e nello spazio.
Mauro Teho Teardo sperimenta nel campo della amusica elettronica da molti anni. Nel 1985, a 19 anni, registra e pubblica in Inghilterra il suo primo album, che vede la partecipazione di illustri esponenti dell'avanguardia inglese. Nel 2000 realizza la colonna sonora per il film di Gabriele Salvatores Denti. Nel 2001 scrive le musiche e collabora con Lawrence Ferlinghetti, Lydia Lunch, Gabriele Salvatores ed altri artisti per la realizzazione di un album di poesie di Pier Paolo Pasolini.
/ Made in 1926, the film is set in a lunatic asylum and tells a familiar tale of disappointed love, madness, and incarceration. Surprisingly modern, it is astonishing both for its rapid and dynamic montage and for the expressiveness of the actors. The accompanying musical score for the Giornate live performance has been composed and will be perfomed by Teho Teardo. Far from attempting to recreate atmospheres relevant to Japan of the 1920s, he has sought a parallel that is emotive rather than philologically chronological, seeking distinctively contemporary resonances, some deriving from digital synthesis, others from traditional instruments, such as strings, flute, and piano, in a sustained confrontation of electronic and acoustic, contemporary and traditional. To describe in an authentic way sentiments that are still wholly relevant, sounds of today are created, with the music and instruments which belong to our present: computer, sampler, mixer, synthesisers. Electronic music thus becomes a sincere means of writing and narration to follow and commentate images that are distant in time and space.
Mauro Teho Teardo has long been involved with electronic music making. His earliest album, produced in 1985 when he was 19, associated him with noted members of the English avant-garde.
Last year Teardo created the soundtracks for Denti, the latest film by Oscar-winner Gabriele Salvatores. Currently he is working with Lawrence Ferlinghetti, Lydia Lunch, Gabriele Salvatores and other artists on a an album of poems by Pier Paolo Pasolini.
 
Scheda film
In una terra tanto lontana quanto il Giappone una ricerca simile per gli elementi fondamentali dell'arte cinematografica sfociò nel sorprendente film Kurutta Ippeiji (Una pagina folle). Nasce spontaneo supporre che il gruppo di giovani scrittori e cineasti che produssero questa pellicola avessero un poco di familiarità, grazie a riviste specializzate, con alcune delle nuove teorie cinematografiche. Kurutta Ippeiji era così diverso dal cinema giapponese che fu distribuito nei cinematografi specializzati in film stranieri. Ciò nonostante, questo film rappresenta una sorta di punta massima della tendenza verso forme più libere introdotta con l'importazione di film americani dopo la [prima] guerra mondiale, esattamente come era successo in Europa. Teinosuke Kinugasa, che aveva debuttato come attore teatrale e cinematografico di ruoli femminili (una tradizione giapponese per certi tipi di teatro), fu il protagonista di Ikeru Shikabane (Il cadavere vivente) di Eizo Tanaka, il film che è stato definito uno dei primi "tentativi di integrare nel cinema giapponese tecniche cinematografiche di origine straniera" (Robert Cohen, "A Japanese Romantic, Teinosuke Kinugasa", Sight and Sound, estate 1976). In un'intervista (con Hubert Niogret apparsa su Positif, maggio 1973) successiva alla riscoperta di Kurutta Ippeiji, Kinusaga affermò che i film americani furono la massima fonte di ispirazione dell'industria giapponese di quel tempo. "Adoravo i film di Rupert Julian, che era regista, soggettista, attore, ed egli mi ha influenzato." Egli ammise (in Sight and Sound, estate 1976) che all'inizio fu influenzato dai film Bluebird della Universal perché "dimostravano che si poteva rappresentare in maniera visiva la psicologia umana elementare".
Kinugasa era conscio della difficoltà di impersonare ruoli femminili sullo schermo, quando, in particolar modo durante le scene in esterno, l'artificio contrastava troppo con la realtà, e così divenne regista. Kurutta Ippeiji è il frutto del lavoro di un circolo di letterati riuniti attorno al periodico Bungei Jidai (L'età delle lettere). Essi costituirono un gruppo di produzione cinematografica indipendente, che più tardi sarebbe diventato la Kinugasa Film Federation. Tra i tanti film, la Kinugasa Film Federation produsse anche Jujiro di Kinugasa (1928), il film che lo fece conoscere all'estero trent'anni prima di Gigoku-mon. Come regista di film commerciali, Kinugasa riscosse molto successo in Giappone; era il più importante regista di riduzioni cinematografiche di romanzi romantici e godeva fama di creatore di stati d'animo e di romanticismo. La sua opera prima, Kurutta Ippeiji, rimase quasi del tutto sconosciuta; si erano perse le tracce del positivo fino a quando nel 1971 lo stesso Kinugasa lo ritrovò nel capanno degli attrezzi nel suo giardino.
Il film venne girato nello studio Shimokama della Shochiku Film Production, approfittando di un momento in cui lo studio non era attivo. Poiché sia i mezzi tecnici che le finanze a disposizione del gruppo di produzione del film erano decisamente limitati, si sopperì a questi svantaggi con la creatività: i set vennero dipinti d'argento per aumentare la luce e questo diede alle immagini una luminosità misteriosa; angolazioni insolite della macchina da presa permisero di utilizzare al meglio lo spazio ristretto, offrendo allo stesso tempo punti di osservazione imprevedibili. Kinugasa credeva nell'improv-visazione. Girava per lo studio raccogliendo tutto quello che trovava, visto che non aveva denaro per acquistare materiale nuovo. In seguito affermò (nell'intervista con Hubert Niogret, Positif, maggio 1973): "Sono fermamente convinto che la creazione inizi solo quando si è girato il film. Giorno dopo giorno, si accumula negativo ed è solo dopo le riprese che diventa creativo. Io tuttora credo nella necessità di improvvisare, ma questo non è più possibile con i film sonori." Di Kurutta Ippeiji Kinugasa disse che durante le riprese non si era reso conto che la vera creazione del film sarebbe arrivata solo durante le fasi di montaggio. Egli sviluppò un montaggio connotativoche sotto certi aspetti si avvicina a quello che stavano facendo i cineasti sovietici in quel momento. L'esplorazione del mondo distorto dei malati di mente si ricollega a Das Cabinet des Dr. Caligari (Il gabinetto del dottor Caligari) e all'espressionismo tedesco, le carrellate in soggettiva della macchina da presa ricordano Der letzte Mann (L'ultima risata) e l'uso di primi piani e di sovrimpressioni evocano l'impressionismo francese. Eppure, nonostante tutto questo, Kinugasa non aveva mai visto nemmeno uno di questi film. Nel 1928, dopo Jujiro, si recò prima in Unione Sovietica, dove incontrò Ejzenstejn e vide i nuovi film sovietici, e poi in Germania e in Francia, dove vide il lavoro dell'avanguardia e fece vedere Jujiro. Di ritorno in Giappone, scrisse degli articoli sul suo viaggio e presentò alcune delle nuove idee ai suoi colleghi.
La caratteristica d'avanguardia di Kurutta Ippeiji deriva in parte dalla natura insolita del tema e dallo sforzo per esprimerlo. Il filo narrativo è costituito dagli stati del subconscio, tra cui non solo ci sono le visioni pazze ma anche flashback e sogni a occhiaperti. A turno, viene utilizzato il punto di vista particolare di ciascun personaggio. Un povero, che si guadagna di che vivere facendo lavori saltuari, diventa il portinaio di un ospedale psichiatrico per stare vicino alla moglie ammalata. Persino la sua mente, presumibilmente razionale, viene descritta in modo soggettivo e le sue fantasie appaiono tangibili come quelle degli ammalati di mente. é un film molto strano e molto bello. Chissà che reazione avrebbe suscitato se Kinugasa l'avesse portato con sé in Europa negli anni venti insieme a Jujiro. (Eileen Bowser, dalla scheda per la rassegna "Art of the Twenties: Films from the Archives", The Museum of Modern Art, 1980.)