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Anno festival Sezione festival
2001

Titolo film JUJIRO
Titolo alternativo 1 [CROSSWAYS] / [CROSSROADS]
Titolo alternativo 2 [SHADOWS OF THE YOSHIWARA]
Titolo alternativo 3 [INCROCI]
Paese Japan
Data uscita 1928
Produzione Kinugasa Eiga Renmei [Shimogamo Studio Kyoto]
Regista Kinugasa, Teinosuke

Formato   Velocità (fps)
35mm   18
     
Lunghezza   Durata
5857 ft.   65'

Fonte copia National Film Center
   
Note copia Didascalie in inglese / English intertitles.

Cast
Junosuke Bando
Akiko Chihaya
Ippei Soma
Misao Seki
Yoshie Nakagawa
Yukiko Ogawa
 
Altri credits
 
Altre informazioni
Antonio Coppola, pianoforte.
prima proiezione / released 11.5.1928
 
Scheda film
Una trama esile con motivi profondamente giapponesi: la sorella maggiore che si prende cura del fratello minore; le due creature ingenue e pure che vengono ingannate, aggirate e distrutte dallo sporco mondo di cinici adulti. Una realizzazione che si muove nel solco dell'avanguardia internazionale degli anni Venti avvalendosi di procedimenti sperimentali come intensi primissimi piani, cinepresa mobile, Leitmotive di natura grafica, sottolineature in soggettiva, messinscena e scenografie antinaturalistiche. Ricusati i dettami del genere: la vicenda è ambientata in un Giappone premoderno, area del jidai geki, sottraendosi al diktat delle scene di lotta (tachimawari) con il crescendo di combattimenti con la spada. Quelle che più si imprimono nella memoria sono immagini isolate di grande suggestione: gli alluci sporchi di Ippei Soma, un coltello che cade, le gocce d'acque che imperlano i capelli di Akiko Chihaya addormentata.
Mentre per il primo esperimento di Kinugasa - Kurutta Ippeiji del 1926 - a essere costitutive sono apertura, eterogeneità, rotture, il secondo, Jujiro del 1928, si segnala per compattezza e levigatezza. Compattezza dello spazio della fiction e dello spazio della realizzazione (gli studios notturni), levigatezza dell'impeccabile composizione dell'immagine.
Dopo Kurutta Ippeiji (e con l'équipe di tecnici e attori nata ad hoc), Kinugasa produsse jidai geki per la Shochiku; e dopo Jujiro viaggiò per due anni in Europa e la sua, nominalmente, indipendente "Kinugasa Eiga Renmei" passò definitivamente alla Shochiku. Nel maggio del 1929 ebbe luogo la prima berlinese di Jujiro con il titolo Im Schatten des Yoshiwara (All'ombra dello Yoshiwara); il film circolò poi in numerosi paesi europei; perduto in Giappone, è sopravvissuto in Europa in almeno due copie. Per decenni rimase l'unico film muto giapponese che si conoscesse in Occidente, l'unico ad avere cittadinanza nella storia immaginaria dell'arte cinematografica e nel canone improntato alle esigenze dell'avanguardia. Solo nelle retrospettive degli anni Settanta la produzione corrente giapponese dell'epoca del muto - nella misura in cui era materialmente conservata - venne recepita in Occidente. Ma anche questa tardiva ricezione si colloca nel segno dell'avanguardia, in quanto - da Burch a Bordwell - la produzione giapponese viene sempre vista come alternativa o deviazione da una norma occidentale, come se nel panorama filmico non potessero esistere molteplici e compiute identità autonome.
Nel 1975 Kinugasa preparò una nuova edizione di Jujiro, accorciata di 450 metri, sonorizzata e con velocità di proiezione accelerata. La cosa potrà irritare come una mutilazione gli specialisti del cinema muto attenti alla dimensione storica; va intesa tuttavia come un tentativo del regista di far circolare nel Giappone odierno una pellicola del 1928. - MLF