NERONE E AGRIPPINA (Film Artistica "Gloria", Italia 1914)
Dir.: Mario Caserini; asst. dir.: Emilio Petacci, Alberto
Degli Abbati, Giuseppe De Liguoro; sc.: Luigi Marchese (con motivi
dal / partially based on Nerone di/by Arrigo Boito); ph.:
Angelo Scalenghe, Giacomo FarŽ; cast: Vittorio Rossi Pianelli
(Nerone), Maria Caserini Gasparini (Agrippina), Lydia
De Roberti (Poppea), Letizia Quaranta (Ottavia), Gian
Paolo Rosmino (Britannico), Emilio Petacci (Claudio),
Mario Bonnard (Petronio), Aldo Sinimberghi (Vibus), Fernanda
Sinimberghi (Atte), Camillo De Riso (Chilone); 35mm, 1.805m
(orig.: 2.000m), 84 (18fps); copia restaurata del 1999
/ copy restored in 1999, Norsk Filminstitutt. Didascalie in danese
/Danish titles.
Intorno alla metà del 1913, i film italiani erano allavanguardia
nella definizione degli standard di durata delle pellicole e nellintroduzione
dei lungometraggi. Mentre negli altri paesi molte case producevano ancora
film da una bobina, gli italiani immettevano regolarmente film di più
bobine sul mercato londinese, che era ancora il centro della distribuzuione
cinematografica mondiale... In questo periodo, le meraviglie del cinema
italiano sembravano senza fine. Il 6 ottobre del 1913, il debutto di
Gli ultimi giorni di Pompei dellAmbrosio fu accolto da
recensioni entusiastiche. La fama di questo film sarebbe stata presto
oscurata da quella di Nerone e Agrippina della Gloria, diretto
da Mario Caserini, uscito in Inghilteraa nel luglio del 1914. Il film
si era meritato due intere pagine su The Bioscope del 16 aprile
1914, con il titolo "A Noble Masterpiece": "Definire
Nerone e Agrippina come un capolavoro non è affatto unesagerazione...
La verità è che ogni opera darte realmente eccezionale,
qual è questa, ha uno stile troppo specifico, a prescindere dal
tema di cui tratta, per poter permettere qualunque analisi comparativa.
Nerone e Agrippina presenta il segno indelebile della mano di
un nuovo artista del cinema - un artista il cui genio per molti versi
è forse, più sviluppato di quello di qualunque altro dei
suoi colleghi... Nerone e Agrippina ci ha affascinati prima di
tutto per le sue qualità spettacolari; in secondo luogo, per
la rappresentazione meravigliosamente intensa di unepoca passata,
che è stata ricostruita con eccezionale realismo e ricchezza
di dettagli; in terzo luogo, in quanto fulgido esempio dei grandi risultati
dell'arte cinematografica; e in quarto luogo per una vicenda umana molto
coinvolgente, i cui protagonisti sembrano più delle persone reali
in un drammatico episodio di vita vissuto, che personaggi in unopera
di finzione. Il film puŽ essere analizzato da così tanti punti
di vista, che non è possibile considerare un unico aspetto come
quello predominante. Per molti versi, si avvicina alla perfezzione -
e forse addirittura vi perviene - come nessun altro film prima di questo."
Anche questo successo, tuttavia, sarebbe stato eclissato da Cabiria
dellItala, recensito solo due settimane più tardi. - David
Robinson, ("I film italiani in Gran Bretagna, 1909-1914",
in Cabiria e il suo tempo, a cura di P. Bertetto, G. Rondolino,
Torino, Museo Nazionale del Cinema, 1998)
For the British public, the marvels of the Italian cinema seemed
without end. On 6 October 1913, Ambrosios Gli Ultimi giorni
di Pompeii opened to ecstatic reviews. This was soon to be eclipsed
howefer by Glorias Nerone e Agrippina, directed by Mario
Caserini and released in Britain in July 1914. It rated two pages in
the Bioscope of April 16 1914, headed "A Noble Masterpiece":
"To describe Nero and Agrippina as a masterpiece is in no
way an over-statement ... The truth is that any really magnificent piece
of work , such as this, is too distinctive and individual in its style,
no matter what its theme, to admit of comparative criticism. Nero
and Agrippina bears the impress throughout of the hand of a new artist
in picture-making - and an artist whose genius in several directions
is perhaps even further developed than any of his fellow-workers...
"Nero and Agrippina attracted us primarily as a majestic
spectacle or series of spectacles; secondly, as a wonderfully vivid
picture of a past age which has been reconstructed with almost unequalled
realism and completeness of detail, thirdly as a notable example of
the triumphs in the pictorial art within the reach of the cinematographer,
and fourthly, as a very enthralling human story whose figures are less
characters in a play than living personages in a dramatic chapter of
real life. The film may be regarded from so many different points
of view, however, that one cannot put forward any single aspect as being
the most striking. In most respects it approaches as near to perfection
as any film yet seen - and in some ways, perhaps, a little nearer."
Yet even these superlatives were swiftly to be eclipsed by Italas
Cabiria, reviewed in London only two weeks later. - David Robinson,
("I film italiani in Gran Bretagna, 1909-1914", in Cabiria
e il suo tempo, a cura di P. Bertetto, G. Rondolino, Torino, Museo
Nazionale del Cinema, 1998)