Le Giornate
del Cinema Muto

18th Pordenone
Silent Film Festival
Teatro Zancanaro, Sacile
9 - 16 October 1999

director: David Robinson

Sezioni /Festival Features
Nerone e Agrippina

REDISCOVERIES AND RESTORATIONS


NERONE E AGRIPPINA
(Film Artistica "Gloria", Italia 1914)
Dir.: Mario Caserini; asst. dir.: Emilio Petacci, Alberto Degli Abbati, Giuseppe De Liguoro; sc.: Luigi Marchese (con motivi dal / partially based on Nerone di/by Arrigo Boito); ph.: Angelo Scalenghe, Giacomo FarŽ; cast: Vittorio Rossi Pianelli (Nerone), Maria Caserini Gasparini (Agrippina), Lydia De Roberti (Poppea), Letizia Quaranta (Ottavia), Gian Paolo Rosmino (Britannico), Emilio Petacci (Claudio), Mario Bonnard (Petronio), Aldo Sinimberghi (Vibus), Fernanda Sinimberghi (Atte), Camillo De Riso (Chilone); 35mm, 1.805m (orig.: 2.000m), 84’ (18fps); copia restaurata del 1999 / copy restored in 1999, Norsk Filminstitutt. Didascalie in danese /Danish titles.
Intorno alla metà del 1913, i film italiani erano all’avanguardia nella definizione degli standard di durata delle pellicole e nell’introduzione dei lungometraggi. Mentre negli altri paesi molte case producevano ancora film da una bobina, gli italiani immettevano regolarmente film di più bobine sul mercato londinese, che era ancora il centro della distribuzuione cinematografica mondiale... In questo periodo, le meraviglie del cinema italiano sembravano senza fine. Il 6 ottobre del 1913, il debutto di Gli ultimi giorni di Pompei dell’Ambrosio fu accolto da recensioni entusiastiche. La fama di questo film sarebbe stata presto oscurata da quella di Nerone e Agrippina della Gloria, diretto da Mario Caserini, uscito in Inghilteraa nel luglio del 1914. Il film si era meritato due intere pagine su The Bioscope del 16 aprile 1914, con il titolo "A Noble Masterpiece": "Definire Nerone e Agrippina come un capolavoro non è affatto un’esagerazione... La verità è che ogni opera d’arte realmente eccezionale, qual è questa, ha uno stile troppo specifico, a prescindere dal tema di cui tratta, per poter permettere qualunque analisi comparativa. Nerone e Agrippina presenta il segno indelebile della mano di un nuovo artista del cinema - un artista il cui genio per molti versi è forse, più sviluppato di quello di qualunque altro dei suoi colleghi... Nerone e Agrippina ci ha affascinati prima di tutto per le sue qualità spettacolari; in secondo luogo, per la rappresentazione meravigliosamente intensa di un’epoca passata, che è stata ricostruita con eccezionale realismo e ricchezza di dettagli; in terzo luogo, in quanto fulgido esempio dei grandi risultati dell'arte cinematografica; e in quarto luogo per una vicenda umana molto coinvolgente, i cui protagonisti sembrano più delle persone reali in un drammatico episodio di vita vissuto, che personaggi in un’opera di finzione. Il film puŽ essere analizzato da così tanti punti di vista, che non è possibile considerare un unico aspetto come quello predominante. Per molti versi, si avvicina alla perfezzione - e forse addirittura vi perviene - come nessun altro film prima di questo."
Anche questo successo, tuttavia, sarebbe stato eclissato da Cabiria dell’Itala, recensito solo due settimane più tardi. - David Robinson, ("I film italiani in Gran Bretagna, 1909-1914", in Cabiria e il suo tempo, a cura di P. Bertetto, G. Rondolino, Torino, Museo Nazionale del Cinema, 1998)
For the British public, the marvels of the Italian cinema seemed without end. On 6 October 1913, Ambrosio’s Gli Ultimi giorni di Pompeii opened to ecstatic reviews. This was soon to be eclipsed howefer by Gloria’s Nerone e Agrippina, directed by Mario Caserini and released in Britain in July 1914. It rated two pages in the Bioscope of April 16 1914, headed "A Noble Masterpiece": "To describe Nero and Agrippina as a masterpiece is in no way an over-statement ... The truth is that any really magnificent piece of work , such as this, is too distinctive and individual in its style, no matter what its theme, to admit of comparative criticism. Nero and Agrippina bears the impress throughout of the hand of a new artist in picture-making - and an artist whose genius in several directions is perhaps even further developed than any of his fellow-workers...
"
Nero and Agrippina attracted us primarily as a majestic spectacle or series of spectacles; secondly, as a wonderfully vivid picture of a past age which has been reconstructed with almost unequalled realism and completeness of detail, thirdly as a notable example of the triumphs in the pictorial art within the reach of the cinematographer, and fourthly, as a very enthralling human story whose figures are less characters in a play than living personages in a dramatic chapter of real life. The film may be regarded from so many different points of view, however, that one cannot put forward any single aspect as being the most striking. In most respects it approaches as near to perfection as any film yet seen - and in some ways, perhaps, a little nearer."
Yet even these superlatives were swiftly to be
eclipsed by Itala’s Cabiria, reviewed in London only two weeks later. - David Robinson, ("I film italiani in Gran Bretagna, 1909-1914", in Cabiria e il suo tempo, a cura di P. Bertetto, G. Rondolino, Torino, Museo Nazionale del Cinema, 1998)

 

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