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Comunicato n°10
JOHN CANEMAKER, PREMIO OSCAR PER L’ANIMAZIONE
ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO
Programma di giovedì 11 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone
John Canemaker, uno dei maestri dell’animazione, vincitore di un
premio Oscar nel 2006 per il cortometraggio animato The Moon and
the Son, è ospite della 26.ma edizione delle Giornate del Cinema Muto
di Pordenone, dove terrà una lectio magistralis in ricordo del
fondatore e direttore del New Zealand Film Archive, Jonathan Dennis,
storico amico delle Giornate scomparso prematuramente qualche anno fa.
Canemaker ha scelto di dedicare la sua relazione a “la vita e l’arte
di Winsor McCay”, pioniere del fumetto e dell’animazione,
padre di Little Nemo e del dinosauro Gertie. Canemaker è anche
docente di animazione e saggista, e ha al suo attivo numerose pubblicazioni,
dedicate agli artisti dello studio Disney, al gatto Felix e allo stesso
Winsor McCay, considerato il suo ideale mentore artistico. Con lui condivide
l’eleganza pittorica e lo humour, come si evince chiaramente proprio
dal cortometraggio che gli ha fruttato l’Oscar, dove padre e figlio
hanno una conversazione immaginaria sul loro rapporto. Per le Giornate,
le cui radici affondano nella proiezione di film animati e a trucchi, è logicamente
un grande piacere ed onore la presenza di Canemaker. Se aggiungiamo che
in questi giorni sono presenti al festival di Pordenone anche un altro
premio Oscar (per Roger Rabbit), Richard Williams, e il creatore di Wallace
e Gromit e delle Galline in fuga, Peter Lord, di recente nominato Commendatore
dell’Impero Britannico, si può ben affermare che alle Giornate
di quest’anno è presente il gotha del cinema d’animazione
internazionale.
Nel programma delle Giornate 2007 un ampio rilievo viene dato alla figura
del mago dei pupazzi animati, Ladislas Starewitch, con una fantastica
mostra delle sue “marionettes” e una rassegna di 20 film
girati tra il 1919 e il 1928, il periodo francese, organizzata in collaborazione
con la nipote dell’artista, Léona Béatrice Martin
Starewitch che , assieme al marito Francois Martin, conserva e restaura
l’opera del nonno. Starewitch, dalla Russia dove già si
era segnalato anche come regista di film dal vero, dopo la rivoluzione
si era trasferito definitivamente in Francia. Nello studio di Parigi
in Avenue Foch, creò un suo mondo di pupazzi antropomorfi ricoperti
di pelle di camoscio che aderiva al corpo dei personaggi intagliato nel
legno, offrendo loro una straordinaria levigatezza unita ad una efficacissima
fotogenia. In una delle fotografie della mostra, che rimane a Pordenone
fino a domenica 14 ottobre e che si può visitare al secondo piano
del foyer del Teatro Verdi, Starewitch appare circondato da una moltitudine
di insetti, animali, soldatini e altri buffi personaggi, un mago circondato
dalle sue creazioni, orgoglioso di aver tradotto in realtà i suoi
sogni poetici. Vedendo le meravigliose marionettes della mostra, a ragione
Starewitch può essere considerato il nonno di Tim Burton.
Evento musicale di oggi, giovedì 11 ottobre, la proiezione del
capolavoro di René Clair, Un cappello di paglia di Firenze, del
1927, con le musiche di Nino Rota eseguite al pianoforte da Angela Annese.
Rota fu ispirato dalla visione del film di Clair per comporre la sua
opera più nota, Il cappello di paglia di Firenze appunto, che
andò in scena nel 1955 a Palermo e poi, per tre stagioni di seguito,
alla piccola Scala di Milano con la regia di Giorgio Strehler. Un
chapeau de paille d’Italie tratto dall’omonima piéce teatrale
di Labiche, è da considerarsi una delle più brillanti ed
eleganti commedie mai girate, un film che anche i detrattori di Clair
non hanno potuto fare a meno di ammirare. Il cappello rappresenta un
film di svolta nella carriera del regista, e un grande successo commerciale
dovuto alle formidabili gag visive e alla comicità dell’azzeccato
cast di attori. (10 ottobre 2007)
Ufficio Stampa
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