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Panorama italiano / Italian
Panorama
Mario Quargnolo (1922-2003), storico
e critico del cinema, socio fondatore dellassociazione Le Giornate
del Cinema Muto e presidente onorario della Cineteca del Friuli, è
scomparso il 13 ottobre 2003, proprio mentre a Sacile si svolgeva la XXII
edizione del festival. Quargnolo fu pioniere di studi cinematografici
sugli "uomini forti", sul serial, sul western, sul passaggio
dal muto al sonoro, sulle versioni multiple, sulla censura, ma svolse
anche un ruolo fondamentale nelle ricerche e nella divulgazione dei film
e dei documentari realizzati nella regione Friuli Venezia Giulia.
In uno scritto pubblicato su Cinegrafie n. 7 nel 1994, in risposta
a un questionario su "Quel che manca nel cinema italiano", Quargnolo
esprimeva, fra gli altri, questo desiderio: "Ricordandomi di aver
scritto una biografia di Luciano Albertini, vorrei rivedere il suo film
più celebre, quel Ponte dei sospiri che gli diede fama europea.
Da ragazzo lho visto e rivisto in unedizione condensate
quella integrale è in quattro episodi e malamente sonorizzata
(tre o quattro dischi di musica varia gettati a casaccio sul piatto dalloperatore
di cabina). Ricordo ancora certe scene (laccecamento del vecchio
doge e la sua generosità quando ferma la mano al carnefiche che
sta per far subire al suo odioso avversario lo stesso supplizio), ma in
sostanza siamo nella famigerata critica di memoria, così
giustamente deplorata da Glauco Viazzi in un suo famoso scritto."
In molte altre occasioni Quargnolo è tornato su questo film ed
era al corrente del complesso lavoro di ricostruzione intrapreso dalla
Cineteca Nazionale per riportarlo alla sua forma originale, ma non ha
fatto in tempo a vederne i tanto attesi risultati. Livio
Jacob
The cinema historian and critic Mario Quargnolo
(1922-2003), a founder-collaborator of the association of Le Giornate
del Cinema Muto and honorary president of the Cineteca del Friuli, died
on 13 October 2003, during the XXII edition of the festival. Quargnolo
was a pioneer of cinema studies of "strongmen", the serial,
the western, the transition from silents to sound, multiple-language versions,
and censorship. He also played a fundamental role in the research and
popularisation of films and documentaries made in the Friuli-Venezia Giulia
region.
In a text published in Cinegrafie no. 7 in 1994, in response
to a questionnaire on "What the Italian cinema lacks”, Quargnolo
expressed, among other things, this wish: "Remembering having written
a biography of Luciano Albertini, I would like to see again his most famous
film, The Bridge of Sighs, which brought him European celebrity. From
childhood I saw and re-saw it in a condensed version in its full
form it is in four episodes and with a bad sound accompaniment
(three or four discs of assorted musical fare thrown at random on the
turntable by the man in the projection box). I still recall certain scenes
(the blinding of the old doge and the generosity with which he stays the
hand of the executioner who is about to submit his odious adversary to
the same torment), but in substance we are in the notorious "criticism
of memory" so justly deplored by Glauco Viazzi in one of his famous
essays.”
On many other occasions, Quargnolo returned to this film, and he was involved
in the complex work of reconstruction undertaken by the Cineteca Nazionale
to restore it to its original form, but alas he did not live to see the
eagerly awaited results.Livio Jacob
IL PONTE DEI SOSPIRI (Pasquali-Film,
Torino, I 1921)
Dir: Domenico Gaido; sc: Giovanni Bertinetti, dal romanzo / from
the novel Le pont des soupirs di/by Michel Zévaco; cast: Luciano
Albertini, Antonietta Calderari, Onorato Garaveo, Carolina White, Vittorio
Pieri, Armand Pouget, Agostino Borgato, Carlo Cattaneo, Giuseppe Falcini,
Luigi Stinchi, Romilde Toschi; lunghezza originale / orig. length: 6907
m.; copia restaurata/restored copy: 35mm, 4 episodi / episodes (compresi
prologhi e riassunti / including episode prologues/summaries): 6669 m.,
288 (20 fps), imbibito / tinted, Centro Sperimentale di Cinematografia
/ Cineteca Nazionale.
Didascalie in italiano / Italian intertitles.
4 episodi / episodes:
1 - La bocca del leone 1469 m., 65 [con / including 36" prologo
/ prologue]
2 - La potenza del male 1489 m. + 78m. (riassunto prima serie / summary
of first episode), total: 1567 m., 68
3 - Il Dio della vendetta 1810 m. + 162 m. (riassunto seconda serie /
summary of second episode), total: 1972 m., 78
4 - Il trionfo dellamore 1573 m. + 449 m. (riassunto terza serie
/ summary of third episode), total: 2022 m., 77
Il ponte dei sospiri, che figura ininterrottamente nei tamburini
dei giornali di tuttItalia fino alla fine del muto ed oltre (ne
fu allestita anche una versione sonorizzata allinizio degli anni
Trenta) e risultò, nel 1925, il quinto film nella classifica della
popolarità e, secondo i risultati del concorso bandito dalla rivista
torinese Al cinemà, può essere considerato il film di maggior
successo degli anni Venti in Italia.
Secondo una testimonianza fornitami da Anna Gorilowa, un danzatrice ungherese
che fu compagna di Luciano Libertini in numerosi film interpretati in
Germania dal celebre atleta, questi considerava il ruolo sostenuto ne
Il ponte dei sospiri tra i più adatti al suo temperamento, benché
la critica non fosse stata molto tenera con lui. Il film venne esportato
in tutta Europa, in Unione Sovietica e nelle Americhe. Molto minuziose
furono le imposizioni della censura, che pretese la soppressione, nel
secondo episodio, della scena dellaccecamento del doge e precisamente
quella che segue la didascalia "Accecato", in cui si vede lapplicazione
della maschera e il primo piano del Doge accecato abbandonato sulla strada.
Altri interventi riguardarono scene di carattere erotico, come la didascalia:
"Suscitò fremiti nella carne della cortigiana". Nel terzo
episodio venne soppressa lapparizione di Imperia che si denuda "mostrando
le forme posteriori al pubblico." Vittorio Martinelli
"La spettacolosa film Il ponte dei sospiri suddivisa in quattro lunghe
serie tenne il cartello per ben quindici giorni. Ladattazione cinematografica
del vasto e intricato romanzo storico di Michel Zévaco ha avuto
abili artefici nel riduttore Bertinetti e nel direttore artistico Gaido,
il quale ha saputo realizzare, con animo di poeta, con tocchi da pittore,
dei quadri magnifici per lemotività dellazione, per
la fedele ricostruzione ambientale cinquecentesca, per lottima inquadratura
degli esterni di rimarchevole bellezza. Nei riguardi dellinterpretazione
devesi rilevare che i ruoli secondari sono riusciti migliori dei protagonisti."
Carlo Fischer, Cine-Fono, 25 giugno 1922
"Mi trovo assai perplesso nel constatare il poco slancio dato dalla
stampa cinematografica nazionale a questo Ponte dei sospiri, capolavoro
dei capolavori fino ad oggi presentati al pubblico, mentre ho visto portare
al settimo cielo lavori esteri i quali, benché buoni e grandiosi,
non possono marciargli accanto." C. Chistè, La rivista
cinematografica, 10 marzo 1922
Il restauro è stato completato nel 2002 dalla Fondazione Centro
Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale a partire da un negativo
originale integrale proveniente dalla Cineteca Italiana di Milano, privo
di cartelli ma completo di puntuali annotazioni sui bordi relative alle
colorazioni e di segni editoriali relativi allinserimento delle
didascalie.
Il testo integrale di queste ultime, reperito nei visti di censura depoca
conservati al Museo del Cinema di Torino, è stato rivisto e, quando
necessario, emendato filologicamente a cura di Sergio Raffaelli. Sono
state quindi ricostruite ex novo quattro serie di didascalie per un totale
di quasi 600 cartelli. La restituzione delle colorazioni, ottenuta con
il metodo Desmet, ha avuto come base le annotazioni sui bordi del negativo
originale. E stato possibile anche effettuare un riscontro con una
copia depoca messa a disposizione dalla Cinémathèque
Suisse di Losanna, incompleta, con didascalie franco-tedesche e con viraggi
e imbibizioni (talvolta anche tra loro combinati).
Insieme al negativo originale, la Cineteca Italiana di Milano ha messo
a disposizione per il restauro anche i duplicati negativi depoca
dei tre "riassunti delle puntate precedenti", preziosi elementi
di corredo, evidentemente apprestati per la presentazione dei singoli
episodi del film. In assenza dei testi originari dei cartelli, quelli
dei riassunti sono stati redatti a cura di Sergio Raffaelli, inserendoli
in corrispondenza dei segni editoriali evidenti nei negativi.–Mario
Musumeci, Maria Assunta Pimpinelli
Il ponte dei sospiri (The Bridge of
Sighs), which featured uninterruptedly in the entertainment columns of
the newspapers of all Italy until the end of the silent era and beyond
(there was even a sonorised version at the beginning of the 1930s) was
voted the fifth most popular film of 1925, and, according to
the results
of a poll conducted by the Turin journal Al cinemà,
can be regarded
as the most successful Italian film of the 1920s.
According to information from Anna Gorilow, a Hungarian
dancer who appeared
with Luciano Libertini in numerous films made in Germany, the
celebrated
athlete considered his role in Il ponte dei sospiri as one of the best
suited to his temperament, even though the critics were not very kind
to him. The film was exported throughout Europe, the USSR,
and the Americas.
The censors were very severe on it, demanding the suppression, in the
second episode, of the scene of the blinding of the Doge, and
in particular
what follows the intertitle "Blinded", when we see
the application
of the mask and the close-up of the blind Doge abandoned in the street.
Other cuts involved scenes of erotic character, like the
intertitle "He
causes shudders in the flesh of the courtesan". In the
third episode,
the appearance of Imperia, who undresses "revealing her posterior
form to the public", was cut. Vittorio Martinelli
"The spectacular film Il ponte dei sospiri, divided into four long
episodes, runs for a whole fortnight. The cinematographic adaptation of
the massive and intricate historical novel by Michel Zévaco has
found able authors in the adaptor Bertinetti and the artistic director
Gaido, who has succeeded in realising, with the soul of a poet and the
touches of a painter, magnificent pictures for the emotional character
of the action, through the faithful recreation of the
16th-century
ambiance, through the pictorialisation of exteriors of
remarkable beauty.
As for the acting, it must be said that the secondary roles
are more successful
than the protagonists." Carlo Fischer, Cine-Fono, 25 June
1922
"I am quite puzzled by the slight enthusiasm of the
national cinema
press for this Ponte dei sospiri, masterpiece of masterpieces, up until
now presented to the public, while I have seen praised to
Seventh Heaven
foreign works which, though good and grandiose, cannot stand
beside it."
C. Chistè, La rivista cinematografica, 10 March 1922
The restoration was completed in 2002 by the Fondazione
Centro Sperimentale
di Cinematografia / Cineteca Nazionale, from an integral
original negative
held by the Cineteca Italiana in Milan, lacking intertitles
but complete
with precise annotations on the edges of the film for the tinting and
the placing of the titles.
The integral text of the titles, found in the censorship records of the
period preserved in the Museo del Cinema in Turin, have been
remade, and
when necessary linguistically corrected by Sergio Raffaelli.
In this way,
four series of title cards, totalling around 600, have been newly made.
The restoration of the tinting, using the Desmet method, was based on
the annotations on the edges of the original negative. It has also been
possible to refer to an incomplete positive print of the period, made
available by the Cinémathèque Suisse in
Lausanne, with French
and German intertitles and with tinting and toning, sometimes
in combination.
Along with the original negative, the Cineteca Italiana in
Milan has also
made available for the restoration the period dupe negatives
of the three
"summaries of the story till now", precious
additional elements,
evidently prepared for the presentation of the separate episodes of the
film. In the absence of the original texts of the titles for
these summaries,
the texts have been edited by Sergio Raffaelli, and inserted according
to the original indications in the negative. Mario
Musumeci, Maria
Assunta Pimpinelli
TEODORA (Ambrosio-Zanotta,
Turin, I 1922)
Dir: Leopoldo Carlucci; sc: Leopoldo Carlucci, Arturo Ambrosio, dal dramma
/ from the play Théodora di / by Victorien Sardou; ph: Giovanni
Vitrotti, Giuseppe Vitrotti, Gaetano Ventimiglia; cast: Rita Jolivet,
Ferruccio Biancini, René Maupré, Emilia Tosini, Lara Valerio,
Adolfo Trouchè; lunghezza originale / orig. length: 2748 m.; 35mm,
2492 m., 109 (20 fps), imbibito e virato / tinted & toned, Centro
Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale.
Didascalie in italiano / Italian intertitles.
"Teodora bisogna vederla due volte. E bisognerebbe amare larchitettura
come si ama la musica, la danza, la pittura, la parola parlata in ritmo
ed in rima, per sentire tutta la bellezza e la potenza di questa costruzione
cinematografia, che è riuscita nobilissima opera darte italiana.
Dopo Cabiria e con Cabiria che fu perfezione, mai più attinta di
favola, di scenografia e di interpretazione, Teodora tiene il più
alto vertice della nostra capacità artistica. La falsità
storica del dramma di Sardou del resto notevolmente variato nella
riduzione cinematografica è sopraffatta e sommersa dalla
impetuosa bellezza dellelemento prettamente cinematografico, e cioè
dalle scenografie, dalle luci e dalla folla. Rita Jolivet è una
bellissima Teodora, forse molto più bella che imperiale. Nelle
vesti di Myrta, sotto il velo nei furtivi convegni, con londa fosca
e morbosa dei capelli sciolti, quando getta in faccia allimperial
consorte i gioielli e il diadema, ella è veramente la femmina,
la creatura morbida e dolce del voluttuoso amore e la donna audace e violenta
dellamore mortale." Aurelio Spada, Film, 9 febbraio
1922
Il restauro è stato completato nel
2001 dal Centro
Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale di Roma
in collaborazione
con la Cineteca Italiana di Milano, sulla base di un negativo originale
(conservato presso questa ultima) pressoché integrale, privo di
didascalie originali, recante una serie parziale di didascalie flash in
tedesco (residuo della edizione estera) e contenente
ulteriori segni editoriali,
per quanto parziali, per linserimento dei cartelli
originari mancanti.
Le didascalie italiane sono state riprese in parte (circa 2/3 dei testi
originari) da un positivo nitrato incompleto, conservato alla Cineteca
Nazionale. Le residue lacune testuali, solo ove
indispensabile per consentire
la fruizione del film, sono state integrate da cartelli redatti sulla
scorta del testo delle didascalie tedesche, ritrovate da Martin Koerber
nel visto di censura originario in Germania e ritradotte da
Riccardo Redi.
Le colorazioni, imbibizioni e viraggi, sono state riprodotte
con il metodo
Desmet a partire dalle indicazioni depoca riportate in margine al
negativo e sulla base del riscontro con il positivo nitrato
della Cineteca
Nazionale.Mario Musumeci, Maria Assunta Pimpinelli
"Teodora must be seen twice. It is necessary
to delight in the architecture as well as the music, the
dance, the image,
the words spoken in rhythm and in rhyme, to feel all the
beauty and power
of this cinematographic creation, which is the outcome of the
most noble
Italian work of art. After Cabiria, and Cabiria was
perfection, Teodora,
again drawn from legend, with its design and acting, attains
the highest
peak of our artistic capability. The historic untruth of Sardous
play notably altered in the cinematographic adaptation is
overcome and submerged by the impetuous beauty of the
decidedly cinematographic
element, and that of the design, the lighting, and the crowd.
Rita Jolivet
is a very beautiful Teodora, perhaps much more beautiful than imperial.
In the costume of Myrta, veiled in the secret meetings with
dark, morbid
waves of flowing hair, when she throws the jewels and diadems into the
face of her imperial consort, she is truly woman, the soft,
sweet creature
of voluptuous love and the bold, violent woman of mortal
love."
Aurelio Spada, Film, 9 February 1922
The restoration was completed in 2001 by
the Centro
Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale in Rome,
in collaboration
with the Cineteca Italiana of Milan, from an almost complete original
negative preserved by the latter lacking the original
intertitles,
but with a partial series of German flash titles remaining
from a foreign
release print, and containing later, again partial, editorial
indications
for the insertion of the lacking original titles. Around two-thirds of
the original Italian intertitles have been restored in part
from an incomplete
nitrate positive, conserved at the Cineteca Nazionale. Where essential
to the comprehension of the film, the remaining textual
lacunae have been
recreated from the text of the German titles, discovered by
Martin Koerber
in the original German censorship records and re-translated
into Italian
by Riccardo Redi.The tinting and toning have been reproduced
by the Desmet
method, with the guidance of the indications on the edge of
the negative
and by comparison with the nitrate positive print in the
Cineteca Nazionale.–Mario
Musumeci, Maria Assunta Pimpinelli
LINFERNO (Milano
Films, I 1911)
Dir: Giuseppe De Liguoro, Adolfo Padovan, Francesco Bertolini; ph: Emiliano
Roncarolo; des: Sandro Properzi, Francesco Bertolini; cast: Salvatore
Papa (Dante Alighieri), Arturo Pirovano (Virgilio / Virgil), Giuseppe
De Liguoro (Farinata / Pier Delle Vigne / Conte Ugolino), Attilio Motta,
Emilise Beretta, A. Milla (Lucifero / Lucifer); premiere: 22.3.1911; lunghezza
originale / orig. length: 1200m. (3 parti/parts, 54 sceni/scenes); Digital
video, 71, sonoro / sound (mus: Tangerine Dream), Eye4Films.
Didascalie in inglese / English intertitles.
LINFERNO (Helios
Film, Velletri, I 1911)
Dir: Giuseppe Berardi, Arturo Busnengo; ph: Ferdinando Politi; cast: Giuseppe
Berardi (Dante Alighieri), Armando Novi (Virgilio / Virgil); rel: 1.1911;
35mm, 400 m., 19 (24 fps), versione sonora / sound (Italian narration
+ music track). Filmoteca Vaticana.
Didascalie in tedesco con narrazione italiana / German intertitles, with
Italian narration.
Sembra la storia di Davide e Golia. Da una parte una
grande casa di produzione cinematografica, che impiega tre
anni per lanciare
sul mercato un Kolossal come fino ad allora non si era mai
visto. Dallaltra
una piccola società di provincia, che brucia sul tempo
la concorrenza
e invade il mercato con un film di argomento analogo, ovviamente meno
costoso e ambizioso, ma capace di conquistare le platee di mezzo mondo.
Succedeva in Italia nel 1911 e a contendersi il pubblico e infuocare le
polemiche era Dante Alighieri.
Lidea di fare un film sullInferno dantesco era venuta nel
1909 alla società Saffi-Comerio di Milano, che
lanno successivo
sarebbe diventata Milano Films: quasi tre anni di riprese,
100 mila lire
di spese (si disse) e un lancio internazionale affidato a
Goffredo Lombardo,
futuro fondatore della Titanus: doveva essere il primo film
italiano lungo
cinque bobine, cioè il primo lungometraggio nazionale
(i manifesti
pubblicitari assicuravano uno spettacolo lungo due ore), il primo che
avesse usufruito di una campagna pubblicitaria iniziata quasi un anno
prima delluscita.
E proprio questa lunga attesa aveva convinto i dirigenti della Helios
Film di Velletri che si poteva battere sul tempo il
concorrente: un film
molto più corto, molto più economico (ottomila
lire il budget
dichiarato), ma capace di arrivare prima sul mercato e quindi sfruttare
lattesa creata dai concorrenti. E non solo in Italia, ma anche in
Francia, in Spagna, in Germania, negli Stati Uniti. Come puntualmente
avvenne. Nel gennaio 1911 LInferno della Helios
sbarcò sugli
schermi, tre mesi prima di quello di Milano Films, a cui non
restò
che minacciare gravi sanzioni a chi confondeva i due
prodotti. Ma il risarcimento
sarebbe arrivato solo col tempo, quando le indubbie qualità del
film lungo lavrebbero avuta vinta su quelle del
concorrente corto.
Anche sulle pagine delle storie del cinema.
Almeno fino ad oggi, quando il film della Helios, che molti
storici davano
per perduto, è tornato alla luce in un fondo della
Filmoteca Vaticana
e, grazie allentusiasmo del regista Ettore Pasculli e
alla lungimiranza
del Gruppo Bayer, che ne ha finanziato il restauro realizzato
da Cinecittà,
è diventato un dvd che Agiscuola si incaricherà
di distribuire
negli istituti superiori di tutta Italia. Permettendo
così al piccolo
Davide di riprendersi la rivincita sul grande (ma
difficilmente vedibile)
Golia.
Lungo quindici minuti, girato nelle campagne intorno a
Velletri, nei pressi
del lago di Giulianella, dichiaratamente ispirato alle illustrazioni di
Gustavo Doré, con Giuseppe Berardi nella doppia
funzione del protagonista
Dante Alighieri e del coregista del film (con Arturo Busnengo), il film
della Helios racconta in 23 quadri e 18 didascalie le "principali,
e più cinematografabili visioni dellInferno
dantesco
quanto di vero interesse si possa proiettare al
pubblico", come diceva
una comunicato della stessa casa di produzione. E
così, dopo lincontro
tra Beatrice e Virgilio e lingresso in una grotta su
cui cè
scritto Inferno, ecco Caronte, Paolo e Francesca, Minosse,
Farinata degli
Uberti, gli usurai sotto la pioggia di fuoco, Malebolge,
Odisseo e Diomede,
Pier da Medicina, il conte Ugolino e Lucifero che sbrana Giuda.
I filologi constateranno che ci sono molti "buchi"
nella storia,
in compenso cè un tocco sexy (Francesca a seno
nudo) e molte
scene di indubbio fascino visivo, come il volo dei lussuriosi (dove si
capisce che la lezione dei trucchi di Méliès
è stata
perfettamente acquisita) o le figure "fuori scala" di Minosse
e dei Giganti sepolti fino allombelico. Ma quello che
colpisce è
soprattutto la netta preponderanza delle immagini sulle didascalie, a
riprova che nel 1911 il cinema (e il suo pubblico) non si preoccupavano
di spiegare ogni cosa, ma puntavano soprattutto sulla forza visiva per
conquistare lo spettatore. Contando anche sul fatto che almeno
in quei tempi La Divina Commedia facesse davvero parte
del patrimonio
culturale di tutti gli italiani.Paolo Mereghetti,
Corrieredella
Sera, 9 luglio 2004
It is like the story of David and Goliath. On one
side, a major cinema production house, which invests 3 years to launch
on the market an epic spectacle such as had never been seen up to that
time. On the other, a little provincial firm, which wins the
competition
on time, invading the market with a film with a similar
story, obviously
less costly and ambitious, but still capable of conquering
the audiences
of half the world. It happened in Italy in 1911. And to
excite the public
and inflame polemics, there was Dante Alighieri.
The idea of making a film of Dantes Inferno began in 1909 at the
Saffi-Comerio company of Milan, which the following year would become
Milano Films: almost 3 years of shooting, a budget of 100,000 lire (so
they said), and an international launch entrusted to Goffredo Lombardo,
the future founder of Titanus. It was the first Italian
5-reel film, which
made it the nations first feature-length film (the
posters promised
a show lasting 2 hours), and the first to profit from a
publicity campaign
begun almost a year before the films release.
And it was precisely this long wait which convinced the
directors of Helios
Film of Velletri that they could beat the rival on time: a
film much shorter,
much more economical (the declared budget was 8,000 lire),
but which could
be launched on the market first, and so take advantage of the
anticipation
aroused by Milanos production. And not only in Italy, but also in
France, Spain, Germany, and the USA. So, punctually, it happened. The
Inferno of Helios burst onto cinema screens 3 months before
that of Milano
Films, whose only resource was to threaten with grave sanctions anyone
who confused the two productions. Compensation came only with time, as
the unquestionable superiority of the longer film triumphed over that
of the short rival. Also in the pages of cinema history.
At least until now, when the Helios film, which many
historians took for
lost, has come to light in a collection in the Filmoteca
Vaticana. Thanks
to the enthusiasm of director Ettore Pasculli and the far-sightedness
of the Bayer Group, which has financed its restoration by
Cinecittà,
it is now a DVD, which Agiscuola has undertaken to distribute
in all the
institutions of higher education of Italy. Thus permitting the little
David again to take up the fight against the big Goliath. [The Milano
LInferno has also just become available on DVD, in a restoration
from material held by the National Film and Television Archive and the
Library of Congress, issued by Eye4Films, London, with music
by Tangerine
Dream.]
Fifteen minutes long, shot in the countryside around
Velletri, near Lake
Giulianella, expressly inspired by the illustrations of
Gustave Doré,
with Giuseppe Berardi in the dual function of protagonist Dante
Alighieri and co-director of the film, with Arturo Busnengo, the
Helios film presents, in 23 shots and 18 titles, the
"principal and
most cinematographable visions of Dantes Inferno, that which is
of true interest to be exhibited for the public", in the words of
a press release from the films original producers. And so, after
the meeting between Beatrice and Virgil, and the entry into a cave on
which is inscribed "Inferno", here are Charon,
Paolo and Francesca,
Minos, Farinata of the Uberti, the usurers under the rain of
fire, Malebolge,
Odysseus and Diomedes, Pier da Medicina, Count Ugolino, and
Lucifer tearing
Judas to pieces.
Philologists might complain that there are many
"holes" in the
story. In compensation it is a touch sexy (with a
bare-breasted Francesca),
with many scenes of undoubted visual fascination, like the
flight of the
lustful (in which it is clear the lesson of Méliès
tricks has been perfectly studied) or the
out-of-scale figures of Minos and the Giants, buried up to
their navels.
But what is most striking is the clear preponderance of
images over titles,
further evidence that in 1911 the cinema (and its public)
were not concerned
with explaining everything, but relied above all on visual
power to conquer
the spectator. They also counted upon the fact that at least in
those times The Divine Comedy was truly a part of the cultural
patrimony of every Italian.Paolo Mereghetti, Corriere della
Sera, 9 July 2004
RESTAURI A CURA DI / RESTORATIONS
BY
LA CINETECA DEL FRIULI / CINETECA DI BOLOGNA / ARCHIVE FILM AGENCY
STELLA MARINA / STELLA (Cines, Roma, I 1912)
Dir: ?; cast: Enna Saredo (Stella), Gustavo Serena (Totò); 35mm,
259 m., 4 (16 fps), Cineteca del Friuli.
Didascalie in inglese / English intertitles.
TOTÒ DIMAGRISCE / TOTO BECOMES THINNER (Itala Film, Torino,
I 1911)
Dir/sc: Emilio Vardannes; cast: Emilio Vardannes (Totò); 35mm,
146 m., 8 (16 fps) , Cineteca del Friuli.
Didascalie in inglese / English intertitles.
LIGURIA (Cines, Roma, Italy, c.1912)
Dir: ?; 35mm, c.60 m., 3 (16 fps), Cineteca del Friuli.
Didascalie in inglese / English intertitles.
La Cineteca del Friuli e quella del Comune di Bologna hanno avviato dal
2004 un progetto pluriennale di restauro di circa una ventina di film
muti italiani (la maggior parte dei quali considerati perduti) rinvenuti
presso la collezione privata inglese Archive Film Agency di Bob Geoghegan.
Il programma di questanno prevede la presentazione al Cinema Ritrovato
di: / In 2004, the Cineteca del Friuli and the Cineteca of the Comune
of Bologna embarked on a multi-year project to restore some 20 Italian
silent films (the major part of them hitherto considered lost) which have
come to light in the English private collection of Bob Geoghegan, the
Archive Film Agency. This years restoration programme has already
made possible the presentation at the Cinema Ritrovato: Amore sentimentale
(Cines, 1911), [Lago Maggiore e Lago di Como] (Ambrosio, 1907), Dramma
giudiziario a Venezia (Cines, 1907), Duello allo Shrapnell (Itala Film,
1913) e alle Giornate del Cinema Muto di Stella Marina (Cines, 1912),
Totò dimagrisce (Itala Film, 1911), Liguria (Cines, 1912 circa).
I film sono stati restaurati nel 2004 nei laboratori dellImmagine
Ritrovata di Bologna. /The films were restored at the Immagine Ritrovata
lab in Bologna in 2004. Livio Jacob
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