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Il programma della 23a edizione delle Giornate del Cinema Muto (9-16 ottobre
2004), che avrà al centro una grande rassegna dedicata a Dziga
Vertov, celebrato a cinquant’anni dalla morte, sarà
il più ampio sinora realizzato e impegnerà al massimo sia
il Teatro Zancanaro che il Cinema Ruffo. L’apertura sarà
affidata al capolavoro comico The General (1927;
titolo dell’edizione italiana: Come vinsi la guerra) di
Buster Keaton con l’accompagnamento dell’Alloy Orchestra (l’evento
sarà replicato il giorno seguente a Cinemazero, a Pordenone), e
la chiusura al thriller brillante The Cat and the Canary
(1927; distribuito in Italia come Il castello degli spettri)
con la partitura composta da Neil Brand, diretta da Timothy Brock e presentata
a Sacile in anteprima mondiale. Ma gli eventi musicali non si limitano
a questi due classici. Tra gli altri accompagnamenti speciali, quello
della band Tillie’s Nightmare che mercoledì 13 suonerà
per Tillie’s Punctured Romance (Il
romanzo di Tillie; 1914) di Mack Sennett, primo lungometraggio slapstick
della storia del cinema, con Mabel Normand, Marie Dressler e un giovane
Charlie Chaplin; mentre venerdì 15 il duo composto da Ulrich Kodjo
Wendt e Anne Wiemann interpreterà musicalmente Vesnoi
(A primavera; 1929) di Mikhail Kaufman.
LE RETROSPETTIVE
Cine-Occhio: Dziga Vertov e gli anni '20
Dziga Vertov (1896-1954), il cineasta che negli anni '20 del grande cinema
sovietico ha portato alle estreme conseguenze la volontà rivoluzionaria
di trasformare le forme della visione e della vita, lascia un'opera di
grande invenzione visiva, che per la prima volta potremo conoscere in
tutta la sua completezza, dai primi cinegiornali del 1918 all'enciclopedico
L'uomo con la macchina da presa (Chelovek
s kinoapparatom) che nel 1929 conclude la fase muta della sua opera,
la più libera dalle normalizzazioni del potere. Ma vedremo anche
la versione muta da lui ricavata da uno dei suoi maggiori film sonori,
Tre canti su Lenin (Tri pesni o Lenine)
completato tra il 1935 e il 1938, quando alcune sale sovietiche ancora
proiettavano solo versioni mute. Scopriremo inoltre l'opera del grande
fratello minore Mikhail Kaufman, suo operatore fino al 1929, anno in cui
il film da lui diretto Vesnoi (A primavera)
risponde al capolavoro di Vertov decantandolo classicamente. Vedere a
breve distanza i due film sarà sicuramente una grande esperienza
paragonabile alla compresenza in una mostra di due dipinti sullo stesso
soggetto che arrivano a soluzioni opposte.
Nato Denis Arkadievich (o, secondo la variante ebraica, David Abelevich)
Kaufman, a Bialistok (oggi in territorio polacco), Dziga Vertov assume
già con lo pseudonimo ("trottola") la volontà
di un libero movimento nelle forme creative, prima con la scrittura, poi
nel cinema. Ispirandosi alla radicalità futurista, raggiunge la
massima bellezza a partire dalla distruzione delle forme arretrate. E
la sua volontà di politicizzazione fino alla negazione dell'arte
stessa ci lascia un cinema di incessante invenzione e dal fascino incontrollato.
Non a caso i cineasti moderni più visionari, da Makavejev a Pelesjan,
partono dalla libertà del montaggio di Vertov.
Con Vertov scopriremo nella rassegna le figure di suoi collaboratori come
l'artista Aleksandr Rodchenko (realizzatore dei titoli) e la montatrice
Elisaveta Svilova, moglie del regista. Ma in una visione allargata dei
fermenti di fine decennio vedremo anche due film scritti da Lilia Brik,
tra cui Opium (1929), opera di radicale propaganda antireligiosa,
e K scastlivoj gavani (Verso il porto felice), 1930, di Vladimir
Erofeev, provocatoria premonizione della nazificazione tedesca.
La rassegna, resa possibile grazie alla generosa collaborazione dell’Archivio
Russo di Stato del Documentario e della Fotografia di Krasnogorsk (RGAKFD)
e del Filmmuseum di Vienna, è curata da Yuri Tsivian, massimo conoscitore
del cinema muto russo ben noto ai frequentatori del festival, che pubblicherà
per l'occasione un volume antologico edito dalle Giornate, Lines of
Resistance: Dziga Vertov and the Twenties.
Asquith e gli altri: cinema inglese da riscoprire
In aperto contrasto con il programma vertoviano – rispetto al quale
si colloca all’estremo opposto sia politicamente che artisticamente
– è la sezione dedicata ai “dimenticati” del
cinema inglese. Il periodo muto di questa cinematografia, con l’eccezione
di Alfred Hitchcock, rimane uno dei territori ancora inesplorati dalla
storia del cinema. Per decenni si è ipotizzato che non ci fosse
nemmeno stato un cinema muto inglese, e solo grazie all’annuale
Nottingham Silent Weekend l’equivoco è stato definitivamente
rimosso. La selezione che sarà presentata a Sacile a cura di Bryony
Dixon, del British Film Institute e co-organizzatrice dell’appuntamento
di Nottingham, mostrerà al pubblico internazionale di quale energia
e capacità inventiva fossero capaci i registi inglesi di quel periodo.
Un’autentica scoperta sarà l’opera giovanile di Anthony
Asquith (1902-1968): Underground (1928), Shooting
Stars (1928) e A Cottage on Dartmoor (1929), girati a soli
26-27 anni. Graham Cutts, che ebbe una certa influenza
sul giovane Hitchcock, sarà rappresentato dal thriller Triumph
of the Rat (1926), mentre del genio dimenticato di Guy Newall
ci saranno due esempi, The Lure of Crooning Water (1920) e Fox
Farm (1922). Altri due film notevoli, ingiustamente oscurati dal
remake in versione sonora, sono The Ghost Train (1927) e The
Informer (1922), rispettivamente di Geza von Bolvary
e Arthur Robison, autori temporaneamente emigrati in
Gran Bretagna.
Il centenario di Fort Lee (1904-2004)
Fort Lee, New Jersey, può vantare il titolo di prima capitale americana
del cinema. Alle Giornate 2004, una rassegna celebrerà sia il centenario
dell’annessione del distretto che l’uscita di una ricca antologia
di Richard Koszarski, Fort Lee: The Film Town.
Fin dal XIX secolo meta di gite ed escursioni per la grande varietà
paesaggistica, il distretto di Fort Lee cominciò a richiamare i
cineasti a partire dal 1907. Arrivò per prima la Kalem Company,
subito seguita da Biograph, Pathè, IMP, NYMPCo e più tardi
da Champion Company. L’American Eclair, lo studio Solax di Alice
Guy e i Peerless Studios di Charles Jourjon diventarono presto il centro
di una nuova comunità di emigrati francesi, tra cui emergevano
le personalità creative di Maurice Tourneur, Albert Capellani,
Ben Carré, Emile Cohl and Léonce Perret. Il complesso di
laboratori e teatri di posa fatto costruire nel 1913 da Doc Willat fu
utilizzato da Fox, Triangle e Fine Arts, mentre nel 1915 la Universal
creò il più grande studio a vetrate allora esistente, che
più tardi sarebbe passato alla Goldwyn Corporation. L’ultimo
dei grandi studi di Fort Lee fu il Paragon, eretto nel 1917, dove Maurice
Tourneur girò Poor Little Rich Girl (Una
povera bimba troppo ricca) con Mary Pickford, che si vedrà
alle Giornate. Altri titoli appassionanti della rassegna saranno He
Did and He Didn't di e con Roscoe Arbuckle insieme a Mabel
Normand, The Flapper (Gli zaffiri di Kim,
1920), con l'affascinante Olive Thomas (sulla quale si potrà vedere
un documentario presentato nella sezione video) alla vigilia della sua
scomparsa, e The Vampire (1913) realizzato dalla
Kalem in risposta a Theda Bara. Lo studio Paragon sarebbe diventato il
quartier generale nel New Jersey della Famous Players-Lasky e infine della
Selznick Pictures. Verso la fine dell’era del muto e nei primi anni
del sonoro, quando le maggiori case di produzione si erano spostate all’Ovest,
Fort Lee ospitava produzioni indipendenti come quelle del regista afro-americano
Oscar Micheaux.
Progetto Griffith, parte VIII
Giunto all’ottavo anno, il Progetto affronta la produzione del 1914-15
che coincide con l’inizio dell’era di D.W. Griffith regista
e supervisore di lungometraggi. L’opera chiave di questo periodo
è naturalmente il suo controverso capolavoro The Birth
of a Nation (La nascita di una nazione), che gli
spettatori delle Giornate avranno la possibilità di vedere insieme
a materiali di lavorazione recentemente riscoperti.
Restauri
Per i grandi progetti di restauro, il National Film and Television Archive
e il National Fairground Archive porteranno a Sacile un’ultima selezione
di film girati dalla ditta Mitchell & Kenyon nell’Inghilterra
all’alba del XX secolo, mentre la University of the West of England
e il Bundesarchiv-Filmarchiv di Berlino e Coblenza presenteranno quest’anno
la nuova copia, restaurata nell’ambito del Progetto Hans Steinhoff,
di Der falsche Dimitry (1922), splendido esempio
di “kolossal” tedesco, ispirato alla storia vera di un giovane
che si dichiara figlio ed erede di Ivan il Terribile e tenta di usurpare
Boris Godunov. Per Saving the Silents il National Film
Preservation Foundation proporrà un breve ma intenso programma:
The Invaders, film in due rulli di Thomas Ince; il cartoon di
Dave Fleischer, Inklings (1928); la versione Selig Polyscope
del 1910 di The Wizard of Oz, con una Bebe Daniels novenne nel
ruolo di Dorothy e un cast che include Eugene Besserer, Hobart Bosworth
e il futuro regista Robert Z. Leonard; un cinegiornale del 1924 che documenta
la realizzazione di Greed (1925) di Erich von Stroheim.
Fuori quadro
Nell’ambito di questa sezione, le Giornate avranno l’onore
di presentare in anteprima europea l’ultimo, magnifico documentario
di Kevin Brownlow Cecil B. DeMille American Epic.
Altri titoli interessanti arriveranno dall’American Academy Film
Archive e dalla cineteca nazionale ungherese. Saranno messe a confronto
le due produzioni “rivali” del 1911 dell’Inferno dantesco,
realizzate rispettivamente da Adolfo Padovan, Francesco Bertolini e Giuseppe
di Liguoro per la Milano Film e (in una versione ridotta, a un solo rullo)
da Arturo Busnengo con la stella del cinema Giuseppe Berardi per la Helios
Film.
Con la serie in quattro parti Il ponte dei sospiri (1921) di
Domenico Gaido, sarà ricordato Mario Quargnolo, compianto critico
e storico del cinema e co-fondatore delle Giornate del Cinema Muto.
Le Giornate del Cinema Muto
Ufficio Stampa
LA MUSICA DELLE GIORNATE 2004
In occasione della 23a edizione delle Giornate del Cinema Muto, ogni sera
dal 9 al 16 ottobre 2004 al Teatro Zancanaro di Sacile gruppi e orchestre
si avvicenderanno per accompagnare i capolavori del muto. A cominciare
da The General (Come vinsi la guerra;
1927), di e con Buster Keaton, evento speciale di apertura in programma
sabato 9, con le percussioni e gli strumenti elettronici della statunitense
Alloy Orchestra ad esaltare i momenti esilaranti e le tante emozioni del
film (replica domenica 10 ottobre alle 17.30 a Cinemazero, Pordenone).
Specializzata nell’accompagnamento di film muti con decine di score
e diversi cd all’attivo, l’Alloy Orchestra (Ken Winokur, Roger
Miller e Terry Donahue) è già nota al pubblico delle Giornate
per le potenti partiture composte per Lonesome di Paul Fejos,
eseguita a Pordenone nel 1994, per il capolavoro di Dziga Vertov L’uomo
con la macchina da presa e per Sciopero di Ejzenstejn, presentate
rispettivamente nel 1995 e nel 1998.
L’evento della serata conclusiva sarà il thriller brillante
di Paul Leni The Cat and the Canary (Il
castello degli spettri; 1927) accompagnato con una nuova partitura,
presentata in anteprima mondiale, che utilizza in maniera decisamente
originale il theremin, antesignano di tutti gli strumenti elettronici.
L’autore, Neil Brand, è tra i musicisti più affermati
a livello internazionale per l’accompagnamento di film muti. A dirigere
i Solisti del Conservatorio Tomadini di Udine e Celia Sheen al theremin
sarà Timothy Brock.
Mercoledì 13 ottobre, sempre al Teatro Zancanaro, il gruppo americano
Tillie’s Nightmare suonerà per quello che fu il primo lungometraggio
slapstick della storia del cinema, recentemente restaurato da UCLA e NFTVA:
Tillie’s Punctured Romance (Il romanzo
di Tillie; 1914) di Mack Sennett, con Mabel Normand e Marie Dressler
affiancate da un giovane Charlie Chaplin. L’evento è stato
presentato in anteprima lo scorso mese di agosto al Goldwyn Theatre dell’Academy,
a Beverly Hills, registrando il tutto esaurito e recensioni entusiastiche.
L’ensemble dei Tillie’s Nightmare riunisce alcuni tra i migliori
musicisti di Boston che, per l’occasione, proporranno un genere
di musica molto trascurato ma coinvolgente, il ragtime. Billy Novick (clarinetto
e sax alto) ha composto musiche per il film di Wes Craven Music of
the Heart (La musica del cuore; 1999) con Meryl Streep e,
più recentemente, per il pluricandidato agli Oscar Seabiscuit
di Gary Ross con Tobey Maguire e Jeff Bridges. John Kusiak (banjo e chitarra)
ha collaborato più volte con Errol Morris: sue le “musiche
aggiunte” per The Fog of War (2003), il documentario che
ha conquistato l’Oscar. Parte di una sua composizione è stata
eseguita anche durante la cerimonia di apertura della notte degli Academy
Awards 2002. Ken Winokur (percussioni) fa parte della già citata
Alloy Orchestra, Scott Getchell (tromba) e Robin Verdier (piano) sono
apprezzati musicisti jazz.
Home Sweet Home di D.W. Griffith, in programma
domenica 10 ottobre nell’ambito del Progetto dedicato al maestro
americano, avrà un accompagnamento per violino, fisarmonica, chitarra
e pianoforte; mentre venerdì 15 il duo composto da Ulrich Kodjo
Wendt e Anne Wiemann interpreterà musicalmente Vesnoi
(A primavera) di Mikhail Kaufman, fratello minore di Dziga Vertov, cui
le Giornate 2004 dedicano un’ampia retrospettiva e una mostra. I
due musicisti tedeschi si ritroveranno a Sacile dopo aver lavorato insieme
nel 2000 alla colonna sonora del film Im Juli del regista tedesco
di origini turche Fatih Akin. Akin ha vinto l’Orso d’oro all’ultimo
festival di Berlino con Gegen die Wand / Head-on (Contro il muro).
Sempre all’interno del programma Vertov, uno speciale accompagnamento
è previsto anche per L’uomo con la macchina da
presa (giovedì 14).
A tutto ciò si aggiungono i tradizionali accompagnamenti per piano
solo delle centinaia di titoli presentati alle Giornate, eseguiti da alcuni
dei migliori pianisti specializzati in questo campo, come Neil Brand,
Gunter Buchwald, Phil Carli, Antonio Coppola, Donald Sosin, John Sweeney
e Gabriel Thibaudeau.
Le Giornate del Cinema Muto
Ufficio Stampa
NON SOLO FILM…
FILMFAIR2004
NONA EDIZIONE PER LA FIERA DEL LIBRO E DEL COLLEZIONISMO CINEMATOGRAFICO
Sacile, Ex Chiesa di San Gregorio, 9 – 16 ottobre
FilmFair, Fiera del Libro e del Collezionismo Cinematografico, realizzata
in collaborazione con la Camera di Commercio di Pordenone, da nove anni
corre in parallelo con le Giornate del Cinema Muto ed è ormai un
appuntamento irrinunciabile per appassionati, studiosi e collezionisti.
Lo confermano le oltre 100 case editrici presenti anche quest’anno
con centinaia di titoli, fra libri e opere multimediali. Tra loro ricordiamo
le University Press americane, europee e, per la prima volta, asiatiche;
gli editori spagnoli, la Taschen con i suoi splendidi album, i Cahiers
du Cinéma, la Faber & Faber, KinoOnvideo, Gaumont, Penguin
Books, e le italiane Bulzoni, Marsilio, Le mani, Lindau, Ubulibri, Rarovideo,
Laterza, Baldini & Castoldi, Falsopiano, Gremese Editore, Editori
Riuniti, Bompiani, Museo del Cinema di Torino… Inoltre, alcuni grandi
editori specializzati esporranno le pubblicazioni sui loro stand: fra
gli stranieri, British Film Institute Publishing, BFI Video Publishing,
John Libbey & Co. e Flicks Books dal Regno Unito e, fra gli Italiani,
l’Editrice il Castoro. Tra le presenze speciali spicca quella di
Valan Publishing, che propone il CD-ROM Complete Index to World
Film di Alan Goble, con la banca dati più completa delle
opere cinematografiche nel mondo.
Agli editori si aggiungono le vetrine di librai e di collezionisti europei.
Ad esporre nei loro stand libri rari, riviste d’epoca, cartoline,
manifesti e fotografie originali, tornano Enzo Rossi, Camillo Moscati,
Armando Giuffrida per la libreria Metropolis e Norman Witty della Omega
Books.
Il programma della fiera è come sempre ricco di appuntamenti, con
presentazioni quotidiane di libri e incontri con gli autori. Tra le altre
opere, sarà presentato il cofanetto di 4 dvd del National Film
Preservation Foundation, Treasures from American Film Archives,
legato al Progetto Saving the Silents e al quale hanno collaborato anche
le Giornate. Tra gli autori presenti a Sacile, Roy Webber
con il suo recentissimo The Dinousaur Films of Ray Harryhausen,
dedicato al grande mago degli effetti speciali. Uno dei momenti più
attesi è l’incontro con Diana Serra Cary,
in arte Baby Peggy, ospite d’onore del festival.
A Film Fair, l’ex piccola diva del muto parteciperà in veste
di autrice della biografia di un altro bambino prodigio del cinema, Jackie
Coogan, l’indimenticabile “monello” di Chaplin.
SCUOLA DI MUSICA PER LE IMMAGINI
SECONDA EDIZIONE
La musica, da sempre protagonista del festival grazie all’accompagnamento
dal vivo che orchestre e pianisti “regalano” ad ogni proiezione,
riveste un ruolo importante anche fuori dalla sala cinematografica. Lo
scorso anno, infatti, è stata inaugurata la SMI,
Scuola di Musica per le Immagini, le cui lezioni quotidiane a cura dei
musicisti professionisti presenti alle Giornate si sono dimostrate un’esperienza
utilissima per i quattro pianisti aspiranti accompagnatori di pellicole
mute invitati a partecipare come allievi e sono, per chiunque vi assista,
una rivelazione delle complessità insite nella speciale arte di
sottolineare le emozioni di un film e di arricchire con la musica adeguata
l’esperienza visiva.
COLLEGIUM SACILENSE 2004
SESTA EDIZIONE
Anche quest’anno sarà riproposto il Collegium Sacilense,
l’iniziativa delle Giornate del Cinema Muto che si pone come obiettivo
principale lo stimolo alla crescita delle nuove generazioni di spettatori
e la loro educazione alla salvaguardia storia del cinema. Sempre alto
il numero degli iscritti da tutto il mondo che partecipano al ricco programma
di incontri aperti anche agli altri ospiti della manifestazione e al pubblico
in generale. Il laboratorio nasce da un progetto sperimentale di ricerca
inteso a trarre profitto dalla struttura caratteristica delle Giornate:
il suo svolgersi nell'arco di un'intensa settimana di proiezioni; l'opportunità
di vedere una grande quantità di rare copie d'archivio proiettate
su grande schermo; la presenza - nello stesso luogo e durante lo stesso
periodo - di molti, forse la maggior parte, fra i più grandi esperti
nel cinema muto, studiosi, storici, archivisti, collezionisti, critici
di professione, docenti universitari, appassionati di cinema.
Dziga Vertov, protagonista a queste Giornate, sarà al centro di
diversi “Dialoghi”, e un incontro sul cinema muto vedrà
la partecipazione di due testimoni diretti: l’ex piccola diva Diana
Serra Cary, e un mito della fotografia cinematografica, Jack Cardiff.
VERTOV AT WORK: PICTURES, PAPERS, POSTERS, POEMS
La rassegna dedicata a Dziga Vertov è la più completa mai
proposta sinora in Italia. Accanto alle proiezioni e alla pubblicazione
di un monumentale volume monografico, durante le Giornate sarà
visitabile una mostra allestita per l’occasione nella Sala Affreschi
di Palazzo Flangini Biglia. Tra i materiali in mostra, tutti provenienti
dal Filmmuseum di Vienna, inviti, lettere, saggi, articoli usciti in riviste
d’epoca, fotografie e soprattutto poster originali dei film di Vertov.
Le Giornate del Cinema Muto
Ufficio stampa
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