COMUNICATI STAMPA 2004

Comunicato stampa n. 4

ALLE GIORNATE DI SACILE RECUPERATO UN CAPOLAVORO ITALIANO DEL MUTO
E L’INFERNO DI DANTE CON SCENA DI NUDO


IL PONTE DEI SOSPIRI, con Luciano Albertini, il maggior successo italiano degli anni 20, esportato all’epoca in tutta Europa, in Unione Sovietica e nelle Americhe, un kolossal diviso in 4 parti, dalla durata di oltre 5 ore, e da tempo creduto perduto, è stato recuperato nella sua integrità e viene presentato oggi alle Giornate del Cinema Muto di Sacile, dopo un lungo lavoro di restauro svolto in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia/Cineteca Nazionale di Roma e la Cineteca Italiana di Milano.
Il film girato nel 1921 negli stabilimenti Pasquali di Torino e, per gli esterni a Venezia, è l’ultimo prodotto della grande stagione della cinematografia italiana del muto, quando questa era la prima industria del mondo. Tratto da un romanzo di Michel Zévaco, i cui feuilleton erano molto popolari all’epoca, IL PONTE DEI SOSPIRI è ambientato nella Venezia cinquecentesca dei dogi, in un clima di intrighi e congiure. Lo sfarzo delle scene e dei costumi del film suscitano ancora oggi l’ammirazione dello spettatore, così come colpisce la crudezza di alcune scene, come quella dell’accecamento del doge che richiamò all’epoca anche l’attenzione della censura che ne impose il taglio, così come per altre scene giudicate troppo spinte.
Sempre oggi, nell’ambito della giornata dedicata ai più recenti restauri del muto italiano, vengono presentati TEODORA, 1922, di Leopoldo Carlucci, una delle più imponenti ricostruzioni storiche dall’epoca di Cabiria, e due versioni dell’INFERNO dantesco, entrambe del 1911, ad opera rispettivamente della Milano Films e della Helios Film di Velletri. Fu quest’ultima piccola casa di produzione a bruciare sul tempo la più potente rivale, che sull’idea di trarre un film dalla Divina Commedia tanto aveva investito in tempo e danaro. Le Giornate permettono un confronto tra le due versioni e se, indubbiamente, la versione lunga della Milano Films è più compiuta, suscita divertita ammirazione il tentativo della Helios di condensare in 20 minuti il poema dantesco e di ambientarlo nelle campagne intorno a Velletri. Figurativamente ispirato a Dorè, nell’Inferno anche un tocco sexy, con Francesca da Rimini a seno nudo.


9 ottobre 2004
Le Giornate del Cinema Muto – Ufficio Stampa