COMUNICATI STAMPA 2003

Comunicato n°5

Grande omaggio delle Giornate all’attore russo esiliato in Francia
MOSJOUKINE, UN ARCOBALENO DI EMOZIONI
Lunedì in prima serata allo Zancanaro Padre Sergio, tratto da Tolstoj

Le Giornate propongono un omaggio allo straordinario attore russo, espatriato in Occidente dopo la rivoluzione del 1917, Ivan Il’ic Mosjoukine. Il pubblico avrà l’occasione di vedere i film realizzati dal 1911 al 1927 in Russia e in Francia. Oggi, lunedì 13 ottobre, in prima serata al Teatro Zancanaro (inizio ore 20.30), sarà proiettato Otet Sergii (Padre Sergio, 1918) con l’accompagnamento musicale di Neil Brand. Il film è tratto dall’omonimo racconto di Lev Tolstoj, in cui si narra la vita del principe Kasatskij, la sua abiura del sacerdozio e la successiva rovina.
Padre Sergio è sicuramente all’avanguardia per l’epoca in cui venne girato. Soltanto un anno prima le scene di sesso e le immagini dedicate al mondo religioso sarebbero state censurate. Per non parlare dello zar (che compare nelle prime sequenze), che fino al 1917 non si poteva rappresentare sullo schermo. Mirabile la recitazione di Mosjoukine, che riesce a interpretare Padre Sergio dai 18 agli 80 anni.
Sebbene sia spesso ricordato soltanto per la passionalità dei gesti e per gli sguardi penetranti tipici degli eroi del melodramma russo decadente, Mosjoukine fu un attore completo, di grande capacità espressiva, in grado di trasmettere ogni tipo di emozione. La rapidità con cui era in grado di cambiare lo stato d’animo dei suoi personaggi - identificata dai suoi contemporanei come “espressione in due toni” - ancora sorprende. Ad arricchire questo dono partecipò anche la sua abilità nel trucco che venne paragonata a quella di Lon Chaney.
La storia dell’approdo al cinema di Ivan Mosjoukine è avventurosa. Di famiglia ricca (il padre era un facoltoso proprietario terriero di Penza, nella Russia centrale), venne mandato, insieme ai fratelli, a studiare legge a Mosca. Nella grande città si lasciò affascinare dalle magie del teatro e ritornò a casa annunciando la propria volontà di fare l’attore. Rimesso sul treno per Mosca dal padre che voleva fargli terminare gli studi, Ivan saltò giù alla prima stazione e andò a Kiev, dove raggiunse una compagnia itinerante di teatro. Nel giro di due anni era già un attore di talento forte sia nel repertorio classico che in quello moderno.
L’esordio nel mondo cinematografico avvenne nel 1911, con Krejcerova sonata (la sonata di Kreutzer) e in breve Mosjoukine divenne la stella più in vista dell’industria cinematografica russa. In seguito alla rivoluzione bolscevica, espatriò con altri cineasti in Turchia prima e poi in Francia, dove fu lo straordinario interprete di film come Feu Mathias Pascal, Michel Strogoff, Casanova, e girò Le Brasier ardent (Il braciere ardente) dando un’ottima prova di sé anche dietro la macchina da presa. Lavorò anche in Germania e, con meno fortuna, nell’unico film hollywoodiano, Surrender. Con l’avvento del sonoro, questo supremo artista del cinema muto vedrà la sua stella declinare: morirà di tubercolosi, povero e solo nella Ville Lumière del 1939, a 49 anni.

12 ottobre 2003

Le Giornate del Cinema Muto
Ufficio stampa