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Comunicato n°5
Grande omaggio delle Giornate all’attore russo
esiliato in Francia
MOSJOUKINE, UN ARCOBALENO DI EMOZIONI
Lunedì in prima serata allo Zancanaro Padre Sergio, tratto
da Tolstoj
Le Giornate propongono un omaggio allo straordinario
attore russo, espatriato in Occidente dopo la rivoluzione del 1917, Ivan
Il’ic Mosjoukine. Il pubblico avrà l’occasione di vedere
i film realizzati dal 1911 al 1927 in Russia e in Francia. Oggi, lunedì
13 ottobre, in prima serata al Teatro Zancanaro (inizio ore 20.30), sarà
proiettato Otet Sergii (Padre Sergio, 1918) con l’accompagnamento
musicale di Neil Brand. Il film è tratto dall’omonimo racconto
di Lev Tolstoj, in cui si narra la vita del principe Kasatskij, la sua
abiura del sacerdozio e la successiva rovina.
Padre Sergio è sicuramente all’avanguardia per l’epoca
in cui venne girato. Soltanto un anno prima le scene di sesso e le immagini
dedicate al mondo religioso sarebbero state censurate. Per non parlare
dello zar (che compare nelle prime sequenze), che fino al 1917 non si
poteva rappresentare sullo schermo. Mirabile la recitazione di Mosjoukine,
che riesce a interpretare Padre Sergio dai 18 agli 80 anni.
Sebbene sia spesso ricordato soltanto per la passionalità dei gesti
e per gli sguardi penetranti tipici degli eroi del melodramma russo decadente,
Mosjoukine fu un attore completo, di grande capacità espressiva,
in grado di trasmettere ogni tipo di emozione. La rapidità con
cui era in grado di cambiare lo stato d’animo dei suoi personaggi
- identificata dai suoi contemporanei come “espressione in due toni”
- ancora sorprende. Ad arricchire questo dono partecipò anche la
sua abilità nel trucco che venne paragonata a quella di Lon Chaney.
La storia dell’approdo al cinema di Ivan Mosjoukine è avventurosa.
Di famiglia ricca (il padre era un facoltoso proprietario terriero di
Penza, nella Russia centrale), venne mandato, insieme ai fratelli, a studiare
legge a Mosca. Nella grande città si lasciò affascinare
dalle magie del teatro e ritornò a casa annunciando la propria
volontà di fare l’attore. Rimesso sul treno per Mosca dal
padre che voleva fargli terminare gli studi, Ivan saltò giù
alla prima stazione e andò a Kiev, dove raggiunse una compagnia
itinerante di teatro. Nel giro di due anni era già un attore di
talento forte sia nel repertorio classico che in quello moderno.
L’esordio nel mondo cinematografico avvenne nel 1911, con Krejcerova
sonata (la sonata di Kreutzer) e in breve Mosjoukine divenne la stella
più in vista dell’industria cinematografica russa. In seguito
alla rivoluzione bolscevica, espatriò con altri cineasti in Turchia
prima e poi in Francia, dove fu lo straordinario interprete di film come
Feu Mathias Pascal, Michel Strogoff, Casanova, e girò
Le Brasier ardent (Il braciere ardente) dando un’ottima
prova di sé anche dietro la macchina da presa. Lavorò anche
in Germania e, con meno fortuna, nell’unico film hollywoodiano,
Surrender. Con l’avvento del sonoro, questo supremo artista
del cinema muto vedrà la sua stella declinare: morirà di
tubercolosi, povero e solo nella Ville Lumière del 1939, a 49 anni.
12 ottobre 2003
Le Giornate del Cinema Muto
Ufficio stampa
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