COMUNICATI STAMPA 2003

Comunicato stampa n° 11

UN PELLEROSSA TRA I BIANCHI
REDSKIN, con Richard Dix, accompagnato dal duo indiano National Braid

Mercoledì 15 ottobre, ore 20.30, Teatro Zancanaro, Sacile

Serata di grande cinema e ottima musica questa sera (mercoledì 15 ottobre) alle Giornate del Cinema Muto, al Teatro Zancanaro di Sacile a partire dalle 20.30, con la proiezione di RedskinOrgoglio di razza (1929) di Victor Schertzinger, uno degli ultimi film muti della Paramount, e l’accompagnamento musicale del duo country National Braid, formato dagli artisti di origine indiana Brad Kahlhamer e Laura Ortman. La band, reduce dai successi al Native Cinema Showcase di Santa Fe e al Tribeca Film Festival di New York, proporrà uno score che “ricorda l’impatto della colonna sonora di Neil Young per Dead Man di Jim Jarmusch”. L’evento è realizzato in collaborazione con lo Smithsonian National Museum of the American Indian.
Nato sulla scia della legge americana del 1924, che riconosceva gli indiani come cittadini degli Stati Uniti con diritto di votare e, più generalmente, figlio della nuova corrente di pensiero libertaria che vedeva gli indiani equiparati agli americani a patto che continuassero a vivere nelle riserve, Redskin affronta il difficile tema della nuova identità degli indiani di ultima generazione. Costretti infatti a frequentare le scuole americane per “civilizzarsi”, come il protagonista del film, Wing Foot – Piede alato, interpretato da un bravissimo Richard Dix –, gli indiani perdevano i loro contatti con le famiglie di appartenenza e, una volta conclusi gli studi, non erano accettati né dalla società statunitense né dalla comunità indiana. Wing Foot, strappato dalla comunità Navajo e trasferito nella scuola di Carlisle in Pennsylvania, fatica ad abituarsi alle rigide leggi americane che gli intimano, fra le altre cose, di omaggiare una bandiera che non riconosce. Dopo dieci anni, con un nuovo taglio di capelli e un diploma brillante, ma lontano dall’essersi adeguato all’ipocrisia del popolo bianco, decide di proseguire gli studi all’università. Una volta iscritto si accorge però di non essere rispettato e di essere deriso per le sue origini. Si ricorda allora le parole del padre, che gli aveva consigliato di ritornare al suo popolo “da indiano” e parte per la comunità con i migliori propositi. Tuttavia, neppure qui trova il suo posto e non riesce a convincere il suo popolo della logica di alcune idee “moderne” che ormai ha fatto proprie. Il suo amore contrastato con Corn Blossom (Fiore di Grano), per l’appartenenza della ragazza ad un villaggio nemico, lo isola ulteriormente. Disperato vaga da solo nel deserto, finché il suo “piede alato” non incontrerà la fortuna sotto forma di un giacimento petrolifero…
Ritenuto un western contemporaneo, Redskin subisce l’influenza di molti fatti di cronaca dell’epoca: dal successo sportivo di Jim Thorpe, l’indiano campione di pentathlon e decathlon alle olimpiadi del 1912 (sulla cui abilità nella corsa è costruito il personaggio di Wing Foot), all’effettiva scoperta di un giacimento di petrolio in territorio Navajo che nel ’23 ha visto la costituzione di un’amministrazione locale di indiani. Nonostante i suoi pregi (particolarmente apprezzata fu la fotografia e l’uso del Technicolor per le riprese nella riserva indiana) e il successo riscosso, l’uscita intempestiva, a ridosso dell’avvento del sonoro, penalizzò il film, condannandolo alla scomparsa per oltre cinquant’anni. E’ stato recentemente riscoperto e rivalutato in occasione di festival e retrospettive e avvicinato ai western di John Ford, di cui è considerato uno dei precursori.

Sacile, 14 ottobre 2003
Le Giornate del Cinema Muto - Ufficio Stampa