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Comunicato stampa n° 11
UN PELLEROSSA TRA I BIANCHI
REDSKIN, con Richard Dix, accompagnato dal duo indiano National Braid
Mercoledì 15 ottobre, ore 20.30, Teatro Zancanaro, Sacile
Serata di grande cinema e ottima musica questa sera
(mercoledì 15 ottobre) alle Giornate del Cinema Muto, al Teatro
Zancanaro di Sacile a partire dalle 20.30, con la proiezione di Redskin
– Orgoglio di razza (1929) di Victor Schertzinger, uno
degli ultimi film muti della Paramount, e l’accompagnamento musicale
del duo country National Braid, formato dagli artisti di origine indiana
Brad Kahlhamer e Laura Ortman. La band, reduce dai successi al Native
Cinema Showcase di Santa Fe e al Tribeca Film Festival di New York, proporrà
uno score che “ricorda l’impatto della colonna sonora
di Neil Young per Dead Man di Jim Jarmusch”. L’evento
è realizzato in collaborazione con lo Smithsonian National Museum
of the American Indian.
Nato sulla scia della legge americana del 1924, che riconosceva gli indiani
come cittadini degli Stati Uniti con diritto di votare e, più generalmente,
figlio della nuova corrente di pensiero libertaria che vedeva gli indiani
equiparati agli americani a patto che continuassero a vivere nelle riserve,
Redskin affronta il difficile tema della nuova identità
degli indiani di ultima generazione. Costretti infatti a frequentare le
scuole americane per “civilizzarsi”, come il protagonista
del film, Wing Foot – Piede alato, interpretato da un bravissimo
Richard Dix –, gli indiani perdevano i loro contatti con le famiglie
di appartenenza e, una volta conclusi gli studi, non erano accettati né
dalla società statunitense né dalla comunità indiana.
Wing Foot, strappato dalla comunità Navajo e trasferito nella scuola
di Carlisle in Pennsylvania, fatica ad abituarsi alle rigide leggi americane
che gli intimano, fra le altre cose, di omaggiare una bandiera che non
riconosce. Dopo dieci anni, con un nuovo taglio di capelli e un diploma
brillante, ma lontano dall’essersi adeguato all’ipocrisia
del popolo bianco, decide di proseguire gli studi all’università.
Una volta iscritto si accorge però di non essere rispettato e di
essere deriso per le sue origini. Si ricorda allora le parole del padre,
che gli aveva consigliato di ritornare al suo popolo “da indiano”
e parte per la comunità con i migliori propositi. Tuttavia, neppure
qui trova il suo posto e non riesce a convincere il suo popolo della logica
di alcune idee “moderne” che ormai ha fatto proprie. Il suo
amore contrastato con Corn Blossom (Fiore di Grano), per l’appartenenza
della ragazza ad un villaggio nemico, lo isola ulteriormente. Disperato
vaga da solo nel deserto, finché il suo “piede alato”
non incontrerà la fortuna sotto forma di un giacimento petrolifero…
Ritenuto un western contemporaneo, Redskin subisce l’influenza
di molti fatti di cronaca dell’epoca: dal successo sportivo di Jim
Thorpe, l’indiano campione di pentathlon e decathlon alle olimpiadi
del 1912 (sulla cui abilità nella corsa è costruito il personaggio
di Wing Foot), all’effettiva scoperta di un giacimento di petrolio
in territorio Navajo che nel ’23 ha visto la costituzione di un’amministrazione
locale di indiani. Nonostante i suoi pregi (particolarmente apprezzata
fu la fotografia e l’uso del Technicolor per le riprese nella riserva
indiana) e il successo riscosso, l’uscita intempestiva, a ridosso
dell’avvento del sonoro, penalizzò il film, condannandolo
alla scomparsa per oltre cinquant’anni. E’ stato recentemente
riscoperto e rivalutato in occasione di festival e retrospettive e avvicinato
ai western di John Ford, di cui è considerato uno dei precursori.
Sacile, 14 ottobre 2003
Le Giornate del Cinema Muto - Ufficio Stampa
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