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Cooper The Polish Connection
La scorsa primavera Kevin Brownlow ci scrisse in un suo fax:
"Spero che sia possibile [per le Giornate] invitare la nipote da
tempo dimenticata di Cooper – frutto della relazione che egli ebbe
in Polonia nel 1919 con una donna inglese. Si chiama Malgorzata Slomczynska,
fa la ricercatrice medica e abita a Cracovia … Sa l'inglese, è
una persona squisita e sta scrivendo un libro su Cooper."
Naturalmente abbiamo immediatamente incaricato Grzegorz Franczak, il nostro
coordinatore di Film Fair, pure lui di Cracovia, di contattarla. Adesso
Malgorzata Slomczynska-Pierzchalska è qui alle Giornate 2003 con
il suo libro Nie moglem byc inny: Zagadka Macieja Slomczynskiego
(Non potevo essere diverso: L'enigma Macijei Slomczynski), che è
uscito proprio quest’anno e che è la biografia di suo padre,
Macijei Slomczynski, il più grande traduttore polacco di Shakespeare
e Joyce, nonché popolare scrittore di gialli, scomparso nel 1998
a 78 anni. Egli era il figlio avuto in Polonia da Merian C. Cooper, allora
giovane pilota della squadriglia Kosciuszko, con la donna di cui si era
innamorato, Marjorie Crosby-Slomczynska (Daisy).
Il rapporto padre e figlio non fu facile, tanto che Maciek, pur viaggiando
in tutto il mondo, non andò mai negli Stati Uniti. Nell’aprile
del 1973 apprese la notizia della morte del padre dalla stampa polacca.
Il 19 maggio lo raggiunse dal Canada la lettera di sua sorella Ania con
acclusi alcuni articoli di giornale. Lui le rispose quello stesso giorno:
"Cara Ania, ho ricevuto stamattina la tua lettera. Che strano: è
arrivata proprio il giorno dell’anniversario della morte della mamma,
il diciannovesimo ormai. Dio mio, quanto vola il tempo, e quanto in fin
dei conti tutto questo non ha alcun senso! Lei lo ha amato tantissimo,
fino all’ultimo giorno. Forse vorrei saper amare così, o
forse no, non lo so più. Ora sono morti ambedue, ma io sono vivo,
e lo sono i miei figli che a loro volta avranno altri figli, e altri ancora,
e tutto questo non sarebbe possibile se loro due non si fossero mai incontrati.
Io non esisterei.
Strano tutto questo. Volevo andare in America per incontrarlo, ma ora
non lo incontrerò più. Troppo tardi. Nella mia vita è
sempre troppo tardi per tutto. Questa morte mi ha riportato ai tempi della
mia infanzia, a tutte quelle cose che una volta sognavo, desideravo, volevo
fare, cambiare, aggiustare. Probabilmente la colpa è più
mia che sua. Ma è successo quel che è successo … Eh,
cara Ania, hai proprio distrutto il mio equilibrio con la tua lettera.
Tu mi hai riportato la mamma, con tutti i suoi problemi, mi hai fatto
rivivere la mia vita ingarbugliata con quel dramma che speravo di aver
risolto per sempre: della mia nazionalità, lingua, nostalgia. Tutto
un mondo di possibilità non realizzate mi si è ripresentato
davanti … L’ultimo filo che mi legava alla mia infanzia e
all’universo anglosassone è stato rotto oggi, come la corda
d’un vecchio violino. Ora sento dentro di me un suono acuto e lamentoso.
O forse soltanto la sua eco." (Nie moglem byc inny, p. 270-271,
trad. di Grzegorz Franczak)
Cooper The Polish Connection
Last Spring,
Kevin Brownlow wrote to us, by fax:
"I hope it will be possible to invite Cooper’s long-lost granddaughter
– the result of a liaison with an English woman in Poland in 1919.
She is a medical researcher who lives in Krakow: Malgorzata Slomczynska
… She speaks English and is very charming and is writing about Cooper."
Naturally we at once asked Grzegorz Franczak, co-ordinator of the Film
Fair, who also comes from Cracow, to contact her. Now Malgorzata Slomczynska-Pierzchalska
is here at the Giornate with her book Nie moglem byc inny: Zagadka
Macieja Slomczynskiego (I couldn’t be different: The Macijei
Slomczynski Enigma) which came out this year (2003) and is the biography
of her father, Macijei Slomcyzynski, the greatest Polish translator of
Shakespeare and Joyce and a successful writer of thrillers, who died in
1998 at the age of 78. He was the child of a liason between Cooper, then
serving as a pilot in the Kosciuszko Squadron in Poland, with Marjorie
Crosby-Slomczynska (Daisy).
Relations between father and son were not easy – though he travelled
much of the world, Maciek just avoided the United States. In April 1973
he learned of the death of his father from the Polish press. On 19 May
he received a letter from his sister Ania in Canada with some newsapaper
articles. He replied to her the same day, which happened to be the nineteenth
annniversary of the death of their mother Daisy:
"… She loved him very much until the moment she died. Sometimes
I think I would like to love like that, sometimes I don’t know.
But now they have both passed away. But I am still alive and so are my
children … And it wouldn’t be like that if these two people
hadn’t met. And there would be no me. It is strange, isn’t
it? I wanted to go to America to see him but I am not to see him any more.
It is too late. This death has carried me back many years, to the time
of my childhood, to the things I once dreamed about, wanted to do, change,
mend. Maybe it was more my fault than his. But it was as it was. You have
thrown me off my balance with your letter. You have brought Mother back,
her troubles, my twisted affairs, and all this problem of nationality,
language and longing. It has all come back to me as the world of unfulfilled
possibilities." (Nie moglem byc inny, p. 270-271)
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