COMUNICATI STAMPA 2002

Comunicato stampa n. 4

LUCIO D’AMBRA
AUTORE RISCOPERTO ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO

Romanziere, poeta, drammaturgo, regista, sceneggiatore, produttore, critico, opinionista, organizzatore teatrale, vivace patrocinatore di salotti letterari, Lucio D’Ambra è stato uno dei protagonisti della vita culturle italiana dei primi decenni del 900, anche se oggi è quasi completamente dimenticato. Autore letterario dalla produzione sterminata, oltre una novantina di titoli, il suo stile rispecchia il gusto dell’epoca, un misto di dannunzianesimo e di tardoromanticismo, che gli valse un considerevole successo di pubblico e il titolo di accademico d’Italia. Anche in campo teatrale il marchio D’Ambra rappresentava garanzia di successo, e in quegli anni le sue opere sono tra le più rappresentate insieme a quelle di Pirandello e Rosso di San Secondo. Fra i molti meriti da ascrivere a D’Ambra, non ultimo quello di essere stato lo scopritore italiano di Proust. Naturalmente una personalità artistica dagli interessi così a tutto campo, non poteva non essere affascinata da un nuovo mezzo di espressione artistica quale il cinema. D’Ambra vi si cimentò in numerosi ruoli: produttore, sceneggiatore, soggettista e naturalmente regista. Delle decine di film che firmò, per lo più commedie brillanti e mondane per le quali all’epoca si parlò di un "genere D’Ambra", rimangono poche tracce. Ecco perchè la sezione a lui dedicata nel programma delle Giornate si configura come un primo importante contributo alla riscoperta di un autore tra i più interessanti del cinema muto italiano. Al Teatro Zancanaro di Sacile vengono prioiettati tre film di Lucio D’Ambra: Le mogli e le arance, restaurato dalla Cineteca Nazionale, I due sogni ad occhi aperti e La principessa Bebè, conservati alla George Eastman House di Rochester. Ed è proprio con quest’ultimo titolo, attribuito con certezza solo di recente a D’Ambra, che inizia l’omaggio delle Giornate, con la proiezione di domenica 13 alle 17.15 al Teatro Zancanaro. La principessa Bebè è ambientato tra il regno immaginario di Curlandia e i salotti parigini ed è notevole soprattutto per le invenzioni scenografiche di un pittore poco conosciuto come Pietro Majoletti, a metà strada tra il decò e la sperimentazione. Infatti un’altra caratteristica del cinema di Lucio D’Ambra è la curiosa ed apparentemente contradditoria convivenza nel suo stile di elementi retorici e sperimentali, che si notano nella costruzione geometrica delle inquadrature. Questo aspetto è particolarmente notevole ne Le mogli e le arance (di cui D’Ambra è supervisore essendo il film diretto oltre che interpretato dall’ idolo mondano Luigi Serventi), che viene proiettato nel programma dedicato alle avanguardie storiche italiane martedì 15 alle 20.30 al Teatro Zancanaro.

Sacile, 12 ottobre 2002

Le Giornate del Cinema Muto — Ufficio Stampa