Comunicato stampa n. 20
OMAGGIO A CARL TH. DREYER
DER VAR ENGANG (Cera una volta, 1922)
di Carl Theodor Dreyer
giovedì 17 ottobre, ore 17.45
anteprima della rassegna Lo sguardo dei maestri
Der var engang si ispira ad un popolarissimo dramma
nazionalistico danese del 1883, con una trama che fonde la favola di Hans
Christian Andersen Il guardiano dei porci con La bisbetica domata
di Shakespeare. Si tratta di un testo apertamente autoreferenziale, con
molti versi che commentano gli espedienti narrativi presenti nella trama.
Dreyer scelse di ignorare questo aspetto, cercando invece di raccontare
in modo diretto la favola: il principe di Danimarca (Svend Methling) corteggia
la principessa dIlliria (Clara Pontoppidan), che però lo
respinge. Egli si traveste allora da calderaio ambulante e fa in modo
che la principessa sia cacciata di casa. Vivendo in povertà in
una capanna nella foresta, la principessa si innamora del calderaio e
rifiuta di sposare il principe (senza sapere che i due sono la stessa
persona).
Dreyer non era soddisfatto del film. Non solo cerano
state difficoltà e dispendiosi ritardi nelle riprese (le ultime
scene vennero girate con solo tre settimane danticipo rispetto alla
prima proiezione nellottobre 1922); egli riteneva anche di essersi
troppo concentrato sullatmosfera a scapito dello sviluppo drammatico
con la conseguenza che alla base della storia damore non c'erano
passioni abbastanza forti.
Luso che il film fa dei paesaggi e dei boschi danesi,
insieme con le illustri fonti letterarie, dimostra che era stato concepito
come un "film nazionale," secondo lesempio dei famosi modelli svedesi.
Malgrado il grande successo ottenuto in patria, allestero il film
non ebbe laffermazione auspicata da Dreyer e dalla sua casa di produzione.
Nondimeno, la bellezza e la levità delle immagini,
unite alla sua evidente danesità, fanno di Der var engang
unopera insolita e sorprendente sia rispetto alla produzione cinematografica
muta danese sia al corpus dreyeriano.
La pellicola è incompleta: lultimo terzo è
perduto quasi del tutto, come del resto alcune scene precedenti. Lattuale
restauro non comprenda materiale nuovo, ma i cartelli con la descrizione
delle scene mancanti e laggiunta di foto rendono la trama più
comprensibile.
Il film di Dreyer anticipa la retrospettiva intitolata Lo
sguardo dei maestri organizzata dal Centro Espressioni Cinematografiche
di Udine, Cinemazero di Pordenone, La Cineteca del Friuli di Gemona, in
collaborazione con l'Università di Udine e il Consorzio Universitario
di Pordenone. La manifestazione si comporrà della retrospettiva
dei suoi film, che si svolgerà contemporaneamente a Udine e a Pordenone,
e di un convegno internazionale di studi che avrà luogo a Udine.
La retrospettiva si svolgerà dal 6 novembre al 13 febbraio 2003
(a Udine al Cinema Ferroviario e a Pordenone a Cinemazero), mentre il
convegno internazionale di studi, che vedrà coinvolti i maggiori
studiosi dellopera di Dreyer, offrirà anche la possibilità
di ascoltare le testimonianze di alcuni suoi collaboratori e si terrà
a Udine il 24 e il 25 gennaio del 2003.
Ripercorrendone la vita e lopera, liniziativa
de Lo sguardo dei maestri permetterà anche al pubblico giovane
di poter vedere, in originale e sul grande schermo, tutti i film diretti
dallautore danese dal primo lungometraggio Praesidenten del
1920 a Ordet del 1954, Leone doro alla Mostra del Cinema
di Venezia fino a Gertrud, del 1964, per molti versi considerato
il suo testamento spirituale.
Con illuminante sinteticità, di lui così diceva
Godard "
se tutto il cinema, a questo cambio di secolo, tende
a farsi "archeologico", il cinema di Dreyer è già
sul posto, integro nei valori e vivo come unopera classica. Letica
sarà lestetica del futuro; lausterità di Dreyer
un inesausto invito a forzare i limiti delle cose reali". Un cinema
dunque necessario che nella sua classicità, nel suo tentativo riuscito
di raccontarci lessenza spirituale della vita e di mostrarci, nella
messa in scena, la profondità cinematografica, attraversa le epoche
e le generazioni, imponendosi come un inesauribile modello di rigore della
forma e di perfezione estetica.
Le Giornate del Cinema Muto - Ufficio stampa
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